BODIO, Luigi
Nato da Filippo e da Giuseppina Agrati il 12 ott. 1840 a Milano, in una famiglia di piccoli commercianti, si laureò in legge a Pisa. Un soggiorno a Parigi nel 1862, a spese del ministero della Pubblica Istruzione, gli permise una solida formazione, anche attraverso contatti diretti con Bertillon, Levasseur, De Foville, Le Play e altri insigni economisti e statistici. Nel 1866 conseguiva l'abilitazione alla professione forense; tra il 1864 e il 1872 insegnava materie economiche e statistiche nell'istituto tecnico e nella Scuola di marina a Livorno, nell'istituto industriale e professionale a Milano, nella Scuola superiore di commercio a Venezia. A questo periodo risalgono i primi originali contributi sui problemi della ricerca statistica: sull'uso delle fonti disponibili nei diversi settori di indagine, sui metodi di rilevazione dei dati, sulle finalità da conseguire in relazione alle esigenze delle conoscenze scientifiche e alla necessità di informare la pubblica amministrazione, gli organi di governo e l'opinione pubblica.
Dopo aver esordito nel 1864 con due articoli sul Politecnico di Milano, il B. intraprese un approfondito esame delle statistiche del commercio estero, su incarico del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio (Saggio sul commercio esterno terrestre e marittimo del Regno d'Italia negli anni 1862 e 1863, Firenze 1865); allargò, quindi, le osservazioni al complesso delle fonti statistiche italiane, con un bilancio critico delle rilevazioni compiute nei primi anni dopo l'unificazione (Sui documenti statistici del Regno d'Italia. Cenni bibliografici presentati al VI Congresso Internazionale di Statistica, Firenze 1867). Il B. assegnava alla statistica - disciplina che doveva essere basata su rigorosi metodi di osservazione - i compiti di "scienza ausiliaria": verificare le leggi enunciate dalla teoria economica liberista; fornire la "materia prima" per le osservazioni della economia politica, che a suo parere doveva divenire più "sperimentale" di quanto non fosse; isolare le componenti dei fenomeni sociali, in considerazione tra l'altro delle profonde trasformazioni che il "movimento industriale" portava con sé. Insisteva sulla necessità di rilevare i fenomeni "morali" o, comunque, non propriamente economici e tecnici; giudicava essenziale che la statistica assumesse carattere e linguaggio universali, cominciando da una terminologia che fosse comune e, nello stesso tempo, tale da rispettare, nei suoi significati particolari, la realtà dei singoli paesi; esprimeva la convinzione che la statistica, "arma a doppio taglio", potesse servire "di difesa ad ogni opinione o di offesa" e che, pertanto, convenisse "lasciarla parlare, anziché farla parlare" (Della statistica nei suoi rapporti coll'economia politica e colle altre scienze affini. Prelezione... al corso di statistica della R. Scuola superiore di commercio in Venezia li 3 dic. 1868, Milano 1869). Inoltre, una formazione matematica permetteva al B. di affrontare i problemi relativi alle rilevazioni statistiche sulla base di una avanzata metodologia.
Nel 1872, su consiglio di L. Luzzatti, allora segretario generale del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, il B. venne designato a succedere al Maestri nella direzione dei servizi statistici del Regno, dapprima come segretario permanente della giunta centrale di statistica e con l'incarico di reggere la divisione (quinta) di statistica del ministero, poi dal 1878 come direttore e dal 1883 come direttore generale della statistica. Nel volgere di un ventennio, particolarmente dopo che, nel primo periodo di governo della Sinistra alla Direzione generale della statistica venne dato un assetto amministrativo con larga autonomia d'azione e adeguata dotazione di mezzi, il B. poté impostare con visione unitaria e lungimirante l'intera organizzazione statistica italiana.
Una feconda e intensa attività per i servizi della statistica si ebbe dopo che questi, organizzati dapprima in un ufficio di statistica alle dirette dipendenze del ministro, e poi in una Direzione generale che nel 1877 passò alle dipendenze del ministero degli Interni in seguito alla soppressione del ministero di Agricoltura (r. d. 26 dic. 1877, n. 4220), tornarono quasi subito a far parte di questo, ricostituito nel 1878 (r. d. 10 febbr. 1878, n. 4288).
I provvedimenti, che permisero al B. di impostare i servizi di statistica secondo le sue concezioni, furono fondamentalmente: il r. d. del 1878, che dava facoltà alla Direzione della statistica di avvalersi di tutte le altre amministrazioni statali per la raccolta dei dati; l'istituzione del Consiglio superiore di statistica che, assistito da un comitato permanente di cui era segretario lo stesso direttore generale della statistica, aveva il compito di elaborare le direttive generali e assicurare con visione unitaria il coordinamento delle diverse iniziative (r. d. 19 febbr. 1882, n. 655, e 18 maggio 1884, n. 2316); la sanzione ufficiale dell'obbligo di pubblicare, entro certe scadenze, le diverse statistiche, suddivise a questo scopo in annuali, periodiche e non periodiche (r. d. 23 ott. 1884). Il B., con una organizzazione centralizzata, intese soprattutto ovviare alla impreparazione dimostrata da varie amministrazioni, particolarmente periferiche e comunali, nella rilevazione ed elaborazione dei dati statistici che venivano loro richiesti.
L'attività scientifica del B. si esplicò quasi interamente nell'ambito degli uffici affidati alla sua direzione, e durò ininterrotta per un trentennio, a partire dal 1871 (per una bibliografia, cfr. l'Indice analitico delle materie contenute negli Annali di Statistica pubblicati nel decennio 1871-1881, s. 1 e 2, Roma 1883, nonché gli Indici degli Annali di Statistica dal 1871 al 1934, in Annali di Statistica, II[1934], pp. 116-120). Nel suo lavoro egli poté avvalersi di collaboratori particolarmente efficienti per l'elaborazione del materiale statistico, da lui utilizzato nelle numerose relazioni che portano il suo nome o nella fase di redazione dei commenti introduttivi e nelle analisi che accompagnano le statistiche, contributi che compaiono anonimi nelle pubblicazioni ufficiali della Direzione della statistica.
Cominciò col predisporre le istruzioni preliminari per il compimento del censimento demografico del Regno d'Italia del 1871, di cui elaborò anche le relazioni finali; predispose vari progetti di statistiche, scrisse delle note sulla distribuzione per età della popolazione, sulle tavole di mortalità e sui confronti internazionali. Membro del consiglio direttivo dell'Archivio di Statistica dal 1876, collaborò a questo periodico, che si proponeva di discutere i problemi delle ricerche statistiche in relazione alle principali questioni economiche e sociali di quegli anni; contribuì alla redazione dell'Italia Economica nel 1873 e dell'Annuario StatisticoItaliano dal 1878, pubblicazioni che intendevano esporre in modo organico e sintetico i dati fondamentali sulle condizioni economiche e sociali dell'Italia.
Predilesse e riservò a sé alcuni campi di osservazione: tentò per primo una valutazione complessiva, in base ad una documentazione statistica organica e accuratamente vagliata, del fenomeno migratorio in Italia, nelle sue, dimensioni e nelle sua cause e conseguenze (Della emigrazione italiana nell'anno 1876, in Archivio di Statistica, II [1877], n. 1, Statistica della emigrazione italiana all'estero nel 1881 confrontata con quella degli anni precedenti e coll'emigrazione avvenuta da altri Stati, intervento al III Congresso geografico internazionale, Roma 1882). Nel 1886, con un suo saggio, tentava un'analisi comparata a livello mondiale dei fenomeni migratori sulla base di un'accurata analisi dei metodi statistici atti a rilevarli (Bulletin de l'Institut International de Statistique, I [1886], nn. 1-2, pp. 191-207; II [1887], n. 2, pp. 25-162; III [1888], n. 2, pp. 95-158; IV [1889], n. 1, pp. 136-190; V [1890], n. 1, pp. 188-245; VII [1893-94], n. 2, pp. 165-226). Stampata nel 1894 a Genova è una nota Sulla emigrazione italiana e sulle istituzioni di patronato degli emigranti: relazione.
Coltivò anche specifici interessi nel settore delle ricerche statistiche sulla giustizia civile e penale (cfr. per una bibliografia di questi contributi gli Indici citati degli Annali di Statistica, pp. 119, 120); perseguì inoltre il disegno di elaborare una serie di indici volti a misurare in sintesi le condizioni economiche e sociali dell'Italia in base all'esperienza statistica di un decennio (Di alcuni indici misuratori del movimento economico dell'Italia, Roma 1891; altre edizioni negli anni successivi) e nel 1893 presentò al Consiglio del commercio e dell'Industria (sessione 1893) una nota Sulle discordanze che si osservano fra le statistiche commerciali dei vari Stati, in Biblioteca dell'Economista, s. 4, I, 1, Torino 1914 pp. 75-82. Il B. venne incaricato anche di elaborare il rapporto finale della Commissione internazionale di controllo sulle finanze della Grecia e fin dal 1874 elaborò i progetti che servirono ad impostare le statistiche internazionali degli istituti di emissione e del credito.
Il B. si dedicò alla impostazione e alla scelta dei metodi di rilevazione che dovevano servire per l'attuazione di una serie di statistiche che sino a quel momento non erano ancora state tentate. Nel corso degli anni 1880 si ebbe una rapida espansione dell'attività di rilevazione, amministrativa ed editoriale dei servizi statistici. L'esperienza scientifica e organizzativa del B. dette i maggiori risultati tra il 1881 e il 1887, quando vennero compilate statistiche sulle cause di morte, sugli ospedali, sui funzionari e pensionati dello Stato, sulla giustizia civile e penale, l'istruzione pubblica, gli istituti di carità, le condizioni dell'industria nelle diverse regioni e province d'Italia, i salari, i prezzi delle derrate, le condizioni igieniche e sanitarie dei comuni, le finanze comunali e provinciali, l'emigrazione, le società di mutuo soccorso, le elezioni politiche e amministrative.
Per impulso del B. una nuova serie di Annali di Statistica, curata dagli stessi uffici del ministero, divenne la sede in cui si dette conto, sistematicamente, dei dibattiti e delle scelte sulle questioni attinenti alle ricerche statistiche ed ai risultati che si venivano conseguendo.
Gli uffici della statistica, e l'ambiente che si creò intorno al B. nell'ambito del ministero, divennero anche il luogo di lavoro e di formazione per un intero gruppo di valenti esperti di statistica, di economia, di finanza e di amministrazione, quali C. Schanzer, B. Stringher, A. Bosco, C. F. Ferraris, L. Perozzo, E. Raseri, A. Aschieri, R. Benini. L'organizzazione statistica italiana ebbe basi solide, acquistò sul piano internazionale un prestigio indiscusso per modernità e uniformità di metodi e per i risultati che conseguiva grazie alla sicurezza di direttive che le venivano date dal B. e dalla sua autorevolezza in sede internazionale. Il B., tra l'altro, trasse vantaggio dalla osservazione diretta della organizzazione statistica degli altri paesi, compiuta in occasione di missioni all'estero, e da una attiva presenza nelle principali iniziative di collaborazione internazionale nel campo delle ricerche statistiche.
Il B. fu nel 1885 tra i fondatori dell'Istituto internazionale di statistica, di cui fu anche il primo segretario generale, organizzandone attivamente la prima sessione di lavoro, a Roma, nel 1887 e curando la pubblicazione del Bulletin de l'InstitutInternational de Statistique, che raccolse un vasto materiale scientifico. La sua partecipazione ai lavori dell'Istituto dette luogo ad alcuni fondamentali contributi nella impostazione e nella interpretazione delle statistiche sulla emigrazione e delle statistiche giudiziarie pubblicati nel Bulletin. In realtà, il B. contribuì in modo determinante - insieme a Levasseur, Von Mayr, Bertillon, Von Neumann Spollart e pochi altri - al perfezionamento e alla unificazione dei metodi che assicurarono basi scientifiche e definitive alle moderne discipline statistiche.
A partire dal 1890 il governo ridusse l'impegno finanziario che sorreggeva la organizzazione impiantata negli anni 1880, e il suo funzionamento: non venne effettuato il censimento della popolazione previsto per il 1891; numerose rilevazioni dovettero essere ridimensionate o abbandonate; alcune statistiche dovettero essere pubblicate in forma sintetica o con un grave ritardo che toglieva loro interesse; cominciò a venir meno la possibilità di migliorare e perfezionare l'organizzazione delle ricerche statistiche e adeguare gli organici del personale alle accresciute esigenze delle rilevazioni. Questa situazione contrastava con le aspirazioni del B., il quale intendeva aggiornare continuamente l'apparato statistico per venire incontro alle esigenze che in sede scientifica ed amministrativa, si avanzavano per la conoscenza dei fenomeni sociali.
Di conseguenza il B. si apprestò ad abbandonare la direzione della statistica italiana: nel 1898 venne nominato consigliere di Stato, dal 1900 conservò soltanto la presidenza del Consiglio superiore di statistica, dal 1901 venne preposto alla organizzazione del Commissariato per la emigrazione, istituito con la legge 31 genn. 1901, di cui diresse l'attività fino al 1904. In questa funzione il B. poté avvalersi di una specifica conoscenza dei fenomeni migratori, da lui tenuti sotto osservazione da lungo tempo (cfr. gli studi già citati del 1876, e del 1881 e 1894) e si fece promotore di una politica che, contraria a forme di immigrazione organizzata e in massa, lasciava libero svolgimento alle scelte individuali di emigrare, limitando l'intervento dello Stato ad una azione di istruzione, informazione e tutela degli emigranti (Dell'emigrazione italiana e dell'applicazione della legge 31 genn. 1901, in Bollettino dell'emigrazione, I [1902], n. 8, pp. 3-30). Dopo il 1904 il B. dedicò la sua esperienza amministrativa, statistica ed economica al Consiglio superiore di statistica, al Consiglio di Stato e all'Istituto internazionale di statistica, di cui era segretario dal 1885 e di cui divenne presidente nel 1909. Ritiratosi in pensione nel 1909, si dedicò all'insegnamento presso la R. Scuola d'applicazione per ingegneri di Roma, ove aveva già insegnato.
Dal 1917 fece parte della Commissione per i problemi migratori, ribadendovi il principio della libertà di emigrazione e l'opportunità di una semplice azione di assistenza e di tutela da parte dello Stato(Dei problemi del dopoguerra relativi all'emigrazione, in Giornale degli Economisti, LII [1918], pp. 153-65).
Ormai ottantenne venne acclamato nell'ottobre del 1920 presidente della Commissione internazionale per la statistica presso la Lega delle nazioni a Parigi. Appena rientrato a Roma, vi morì il 2 novembre 1920.
Il B. fu membro di numerose accademie e associazioni scientifiche; era stato nominato senatore nel 1900.
Fonti e Bibl.: Per dati biografici e giudizi sul B. si vedano le commemorazioni di A. Aschieri, in Metron, I (1920-21), n. 4, pp. 180-195; di E. Mayor des Planches, in Bollettino dell'Emigrazione, XX (1921), e Nuova Antologia, 16 giugno 1921, pp. 348-55; di B. Stringher, in Rendiconti della Accademia Nazionale dei Lincei, classe di scienze morali, s. 5, XXIX (1920), pp. 339-50; di F. Coletti, in Riv. bancaria, II (1921), pp. 113-23, e in appendice a Studii sulla popolazione italiana in pace e in guerra, Bari 1923, pp. 218-230; di R. Benini, in Atti della Giunta Centrale di Statistica, sessione 20-24 nov. 1920, in Annali di Statistica, s. 5, XI (1925), pp. 7-13. Altre indicazioni sull'opera del B. in: Vicende storiche dell'Ufficio Centrale di Statistica in Italia, in Annali di Statistica, s. 6, I (1931), pp. 11-15; Istituto Centrale di Statistica, Decennale, 1926-1936, Roma 1936, p. 33; 50 années de l'Institut International de Statistique, 1885-1935, 1935, pp. 57-58, 65, 95, 168-169; S. W. Nixon, A history of the International Statistical Institute,1885-1960, The Hague 1960, pp. 15-31. Una bibliografia degli scritti del B., ad integrazione di quella già citata, può ricavarsi dagli Indicidegli Annalidi Statistica, dal Bulletin de l'Institut International de Statistique, dai Rendiconti dell'Accademia Naz. dei Lincei. Ma per valutare l'attività scientifica e amministrativa del B. occorre tener conto di numerose altre fonti, tra le quali: numerose relazioni che accompagnano le statistiche ufficiali del Regno d'Italia del periodo 1872-1900, gli atti del Consiglio superiore di statistica, pubblicati negli Annali di Statistica, del Consiglio di Stato, del Commissariato per l'emigrazione, della corrispondenza privata e ufficiale che egli ebbe con uomini di governo, politici, statistici ed economisti. Purtroppo, del suo archivio, esistente presso la Direzione generale della statistica e giudicato di rilevante interesse (Benini), si sono perse le tracce. Viene così a mancare un quadro organico di riferimenti sia per valutare l'opera del B. sia per esprimere dei giudizi su alcuni caratteri e sviluppi della statistica italiana, in relazione anche a vicende amministrative, politiche ed economiche di questo periodo. La biblioteca del B. è invece conservata presso l'università "L. Bocconi" di Milano.