BOLZA, Luigi
Nato a Laveno, da famiglia comitale, nel 1783, morto ivi il 12 novembre 1874. Per sua confessione, in gioventù fu addetto a un ufficio di polizia durante il regno italico; tornata la reazione austriaca in Lombardia, fu mantenuto al suo posto, e in qualità di commissario fu spietato inquisitore in tutti i processi politici, a cominciare da quello contro il Confalonieri e gli altri congiurati del '21. Era odiatissimo dal popolo, che durante le Cinque Giornate lo scovò dal suo nascondiglio per farne giustizia sommaria. Il conte Vitaliano Borromeo lo salvò da certa morte; ma più di lui, valsero a proteggerlo dalla furia popolare le parole del Cattaneo, il quale esclamò: "Se lo uccidete, fate opera giusta; se lo risparmiate, fate opera santa". Più tardi, il B. non ebbe dal governo austriaco quel riconoscimento dei servigi polizieschi che si attendeva; accorato, manifestò più volte propositi di suicidio; e nel suo testamento raccomandò alla moglie d'impedire che i suoi figli aspirassero in qualunque modo ad impieghi dipendenti dalla polizia.
Bibl.: A. Luzio, Le Cinque Giornate di Milano nelle narrazioni di fonte austriaca, Roma 1899.