BONELLI, Luigi
Nacque a Brescia il 20 sett. 1865 da Gaetano, funzionario delle dogane, oriundo di Lodi, e da Rossana Fratta. Studente alla R. Accademia scientifico-letteraria di Milano, apprese da solo l'arabo per poter consultare le fonti in quella lingua e metterle a profitto per la dissertazione di laurea, il cui argomento gli era stato indicato da A. Rolando, professore di storia moderna. Segnalato dal Rolando a Graziadio Ascoli, fu da questo avviato decisamente verso gli studi orientali con indirizzo glottologico. Dopo la laurea in lettere, conseguita nel 1887, il B. conobbe a Roma Ignazio Guidi, che destò in lui l'interesse anche per la ricerca filologica su testi arabi, persiani e turchi. Fu il Guidi a presentare all'Accademia dei Lincei nel 1890 la sua prima pubblicazione, su un testo storico persiano. A Roma il B. compilò il catalogo dei codici arabi, persiani e turchi della Casanatense (in Cataloghi di codici orientali..., fasc. 5, Firenze 1892, pp. 405-474).
Dopo un viaggio a Costantinopoli (1890-91), il B. nel 1892 assunse l'incarico di lingua turca presso l'Istituto orientale di Napoli, ove divenne ordinario nel 1907 e direttore dal 1914 al 1916. Nel 1894 compì una missione a Malta, promossa dall'Ascoli, per lo studio di quel dialetto arabo-siculo. Successivamente esplicò altra missione presso l'Archivio di Stato di Venezia dove, con singolare perizia, redasse i regesti (rimasti inediti) di una parte della collezione di documenti turchi, riuscendo in breve tempo e da solo a rendersi familiare la diplomatica ottomana. Nel 1931 e 1932, dietro invito del re d'Egitto, soggiornò al Cairo per compilare i regesti dei firmani ottomani. Il suo dotto e paziente lavoro purtroppo uscì sotto il nome di Ḥāyim Nāḥām, che era il gran rabbino del Cairo, per un atto di pirateria scientifica (Oriente moderno, XV [1935], pp. 42-44). Lasciò la cattedra di turco per limiti di età nel 1935. In suo onore fu pubblicato, con collaborazione internazionale, un numero degli Annali dell'Istituto orientale (n.s., I). Per qualche anno tenne ancora l'insegnamento del persiano, assunto in precedenza per incarico. Dal 1921 era socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei.
Il B. morì a Napoli il 26 genn. 1947.
La sua biblioteca, comprendente libri e manoscritti (fra cui un inedito studio sul dialetto di Adana), si trova attualmente a Roma presso la Biblioteca di S. Antonio in via Merulana.
Il B. fu l'iniziatore in Italia degli studi di turcologia e uno dei maggiori turcologi della sua generazione. I suoi interessi furono rivolti massimamente agli aspetti linguistici, in particolare del turco osmanli, del quale ebbe singolare padronanza pratica e teorica, anche per la perfetta indispensabile conoscenza filologica dell'arabo e del persiano. Attraverso l'assiduo esercizio della conversazione, con eccezionale acribia, dovuta a finezza d'orecchio e d'intuito, raccolse e pubblicò ampio materiale specialmente fraseologico. Si dedicò altresì allo studio di singoli fatti di lingua (l'accento, 1893; gli imprestiti dall'italiano, 1894; l'iterazione, 1900) e dialettologici (dialetto di Trebisonda, 1902) e a descrizioni che si distinguono per la chiarezza e per la precisione. I suoi Elementi di grammatica turco osmanli (Milano 1899) sono un modello di scientifica trattazione grammaticale; il manuale Il turco parlato (con S. Jasigian, Milano 1910) è preziosa testimonianza di lingua viva e il Lessico turco-italiano (Roma 1939) è utile opera di consultazione, frequentemente citata anche da studiosi stranieri. Il B. condusse inoltre studi su manoscritti, sia per compilare il menzionato catalogo della Casanatense, sia per render noti testi (tutti stampati a Roma) quali Il libro delloschermidore dell'ottomano Firdevsī (1892), il Muhīt, descrizione dei mari delle Indie dell'ammiraglio turco Sīdī 'Alī (unicum della Nazionale di Napoli, 1894-1895), una cronaca turca del '500 (1900). Agli studi storici contribuì con una ricerca sul trattato turco-veneto del 1540 (in Centenario della nascitadi M. Amari, Palermo 1910, II, pp. 332-63). Scrisse anche alcuni saggi di storia letteraria.
L'inclinazione e l'attitudine ad attingere materiale di studio dalla viva voce si manifestarono nel B. come per il turco così per l'arabo e per il persiano. Ne furono frutto i saggi di maltese, pubblicati su varie riviste e nei supplementi dell'Archivio glottologico (1897-1900), che sono ancor oggi tra le migliori trattazioni, insieme con le ricerche sistematiche dello Stumme, e le note sulla parlata persiana di Kābul (1928-1936), che il B. descrisse per primo ampiamente, avvalendosi come informatori di ufficiali afghani venuti in Italia ad addestrarsi presso l'Accademia di Caserta e suoi allievi di italiano. Il B., oltre a vari studi filologici di arabo e di persiano, fu autore di una traduzione del Corano (Milano 1929; 2 ed., Milano 1940), pregevole per la scrupolosa aderenza al testo, reso verbatim.
Oltre agli scritti elencati in appendice al necrologio di A. Bombaci, si ricorda del B. un Lessico italiano-turco, pubblicato postumo a Roma nel 1952.
Bibl.: A. Bombaci, Necrologio. L. B., in Oriente moderno, XXVI (1947), pp. 51-55; E. Rossi, Necrologio. L. B., in Rivista degli studi orientali, XXII (1947), pp. 163-165.