BORRI (Borra), Luigi
Nacque a Parma il 15 apr. 1517 da Girolamo, che nel 1514 aveva curato con Galeazzo Piazza una revisione degli Statuti della città, e dalla seconda moglie di lui, Daria di Giacopo de' Rossi. Perduto il padre nel 1523, restò sotto la tutela della madre e dello zio Leonardo e studiò forse a Pavia. In occasione della visita a Parma del papa Paolo III, nell'aprile 1538, il B. era stato designato con altri ventitrè giovani nobili della città al compito di sostenere il baldacchino del pontefice; i giovani vennero a diverbio con un funzionario pontificio "banderalo" e lo uccisero. Il B., come gli altri, venne esiliato e i suoi beni furono confiscati, come risulta da un bando dell'8 maggio. Scarse le notizie dell'esilio; dalle Rime risulta che soggiornò a Reggio, Guastalla, in Lunigiana e a Ferrara. Compì viaggi per mare, nel cui ricordo compose i capitoli in stile bernesco sui disagi della vita nelle galere.
Nel 1541 ottenne il perdono del papa e, ritornato in patria, sposò una Bajardo, dalla quale ebbe due figli, Girolamo e Gian Francesco. Minato forse dalla tisi, morì a 28 anni, il 1º apr. 1545.
Pubblicò una raccolta di sonetti, madrigali e canzoni, L'amorose rime, Milano 1542, dedicate al duca di Ferrara Ercole d'Este. Tranne alcuni componimenti che celebravano le glorie degli Estensi, le rime del B. cantavano, secondo i moduli dell'imperante petrarchismo, l'amore sfortunato per una Madonna Alba, conosciuta durante il soggiorno pavese, e attestano padronanza della tecnica letteraria.
Manoscritti rimasero i Capitoli della Galea per forza, ovvero La Galea forzata, ricordati dal Doni nella Libreria del 1550, insieme ad altre Rime ugualmente inedite. A lui è attribuito con buon fondamento un Discorso di M. Giovanluigi di Parma,sopra l'impresa dell'Austria fatta dal Gran Turco nel MDXXXII, Bologna 1543, dedicato al marchese Luigi Gonzaga, che il Sansovino utilizzò nei suoi Annali turcheschi.
Bibl.: F. Borri, L. B. poeta parmigiano, in Aurea Parma, XVI (1932), pp. 14-22.