BUSI, Luigi
Nacque a Bologna il 7 maggio 1837 e studiò pittura presso la locale Accademia di Belle Arti. È documentato a Milano nel 1868 e successivamente ancora a Bologna, dove fu chiamato a ricoprire la carica di professore accademico (1871). Nel 1876 fu nominato socio onorario di Brera; la sua formazione si svolse nell'ambito del più tradizionale realismo ottocentesco, dove fu facile all'artista ottenere assai presto vasti consensi, come provano le molte commissioni ottenute a partire dal 1862.
Nella città di Bologna rimangono del B. numerosi dipinti, a fresco e a olio: nel palazzo comunale, la decorazione della sala contigua al salone del Consiglio e quella della sala delle Commissioni, dove è raffigurata l'Annessione dell'Emilia;nel collegio Venturoli, che ebbe per qualche tempo fra i suoi allievi lo stesso B., è suo un dipinto con Gliultimi momenti di Francesco Foscari (1862); nel teatro comunale, è opera sua una sala decorata in collaborazione col pittore L. Samoggia (1866); nella chiesa dei SS. Vitale e Agricola è di sua mano il Martirio dei ss. Vitale e Agricola (1874, altar maggiore); il B. operò pure nella chiesa della Madonna del Soccorso (cappella maggiore) e nella cappellina di villa Hercolani a Belpoggio (Adorazione dei Magi e alcuni putti). A Imola, decorò ad affresco lo scalone di palazzo Pighini (ora Credito romagnolo) e la cupola del santuario del Piratello (otto figure d'Angeli), avendo quale collaboratore, in quest'ultima sua opera, il pittore bolognese A. Guardassoni.
L'ammirazione incondizionata tributata al B. dai contemporanei mosse tuttavia dall'aver egli saputo toccare, nell'ambito della pittura cosiddetta di genere, le corde più patetiche e vibranti, perfettamente allineato con la moda pietistica del tempo. Opere quali La confessione di Isabella Orsini (1866, Esposizione della Società protettrice degli artisti bolognesi), Torquato Tasso e il cardinale Cinzio Aldobrandini al convento Sant'Onofrio di Roma (Bologna, Pinacoteca; esposto a Parigi nel 1867: Il Gazzettino delle arti del disegno, I [1867], 38, p. 299, riporta il giudizio che del dipinto dà Le Monde illustré), Gli ultimi momenti di Niccolò de' Lapi provano a sufficienza l'inclinazione del pittore verso quei soggetti a carattere storico che più si prestavano a una forzatura di accenti decisamente e scopertamente retorici. Ma, inoltre, egli accolse nel proprio repertorio pittorico i temi più vari di quel mondo borghese, cui mostrò di volersi costantemente ispirare: Un'ora d'ozio in villa,Una debolezza femminile,Le gioie materne (1872; cfr. Ill. ital., 6 dic. 1874, pp. 49 s.; 30 marzo 1879, p. 199; 26 ott. 1879, pp. 262, 264; 21 marzo 1886, pp. 235, 245), Il paggio e la duchessa,Compiacenze materne (1875), esposto a Napoli insieme con Primi passi (cfr. Ill. ital., 10 giugno 1877, pp. 362 s.), La visita alla puerpera,Le due madri (1878), Tutti hanno il loro nido,Il giorno onomastico di Bebé,La Parisina. Ititoli comprovano da soli quanta opprimente retorica tarpasse le ali all'ispirazione del B., il quale, se lasciò talora affiorare una vena di gustosa ironia (Conseguenze di un matrimonio celebrato col solo rito religioso, 1875; premio principe di Piemonte, acquistato nello stesso anno da Brera: cfr. Ill. ital., 14 maggio 1876, p. 450; La Commendatizia), non lo fece di certo per deliberata intenzione.
Il B. morì a Bologna il 31 maggio 1884.
Fonti e Bibl.: Necr. in Ill.ital., 15 giugno 1884, p. 375; C. Masini, Dell'arte e dei principali artisti... in Bologna..., Bologna 1862, p. 12; Id., Del movimento artistico in Bologna dal 1855al 1886, Bologna 1867, pp. 8, 13, 15, 17 ss.; A. Rondani, Scritti d'arte, Parma 1874, p. 76; L. Marinelli, IlSantuario del Piratello, in Rass. d'arte, V (1901), 1, p. 54; E. Lavagnino, L'arte moderna, Torino 1956, p. 84; C. Ricci-G. Zucchini, Guida diBologna, Bologna 1968, pp. 5, 57, 89, 108, 128, 130; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 288; Enc. Ital., VIII, pp. 158 s.