CADORNA, Luigi
Figlio del generale Raffaele (v.), nato a Pallanza il 4 settembre 1850, morto a Bordighera il 23 dicembre 1928. Dedicatosi alla carriera delle armi, fu nominato (1868) sottotenente d'artiglieria, passò a far parte del corpo di Stato maggiore, raggiunse nel 1892 il grado di colonnello, assumendo il comando del 10° reggim. bersaglieri. Col grado di maggior generale (1898-1905) tenne il comando della brigata Pistoia; con quello di tenente generale ebbe successivamente i comandi delle divisioni di Ancona e di Napoli, e poi quello del IX corpo d'armata. Nel 1911 venne designato per il comando di un'armata in guerra; già dall'anno seguente era stato chiamato a far parte del senato del regno.
Scomparso improvvisamente nel luglio 1914 il generale Alberto Pollio, fu chiamato a succedergli nella carica di capo di Stato maggiore dell'esercito, pochi giorni dopo scoppiava la guerra europea. Con attività infaticabile, il C. attese a riordinare l'esercito, che per ragioni molteplici non aveva l'efficienza necessaria per affrontare una guerra lunga e aspra.
Entrata l'Italia in guerra nel maggio 1915, il C. per trenta mesi rimase alla direzione dell'esercito, perseguendo con ferma volontà il fine di logorare l'esercito avversario, e pur accettando la dura legge della guerra di posizione, tanto contraria sia alla sua mentalità di condottiero, sia allo spirito del popolo italiano, non mancò tuttavia, ogni qual volta gli fu possibile, di mostrarsi agile e classico manovriero; così, a esempio, nella primavera-estate del 1916, quando energicamente seppe parare l'offensiva del Conrad nel Trentino rispondendogli subito dopo con il duro e inopinato colpo di Gorizia, e così nell'agosto dell'anno seguente, durante l'undicesima battaglia dell'Isonzo, che per confessione stessa del nemico ridusse l'esercito austriaco all'estremo della sua resistenza tanto da indurre i capi di esso a invocare l'aiuto dell'alleato tedesco per liberarsi dalla pressione italiana. Le sorti della 12ª battaglia dell'Isonzo sono note: l'esercito italiano fu costretto a ritirarsi prima sul Tagliamento e poi sul Piave, ma nell'ordinare tempestivamente la ritirata, nello scegliere con visione sicura la linea di resistenza ch'egli aveva, in parte, provvidamente allestita fin dall'anno precedente, il generale Cadorna diede la prova più cospicua delle sue qualità di condottiero.
Lasciato il Comando supremo dell'esercito l'8 novembre 1917, il generale fu nominato membro del Comitato consultivo militare interalleato di Versailles, del quale fece parte per alcuni mesi; si ritirò quindi a vita privata. Nel 1924, peró, il governo italiano volle meritatamente riconoscere i grandi servigi resi dall'illustre generale al paese prima e durante la guerra, e lo richiamò in servizio, conferendogli il grado di Maresciallo d'Italia, che in pari tempo veniva conferito anche al generale Diaz.
Il maresciallo Cadorna fu anche un lucido e accurato scrittore militare. Ci rimangono di lui una biografia del padre suo: Il generale Raffaele Cadorna nel Risorgimento italiano (Milano 1922) e due opere sulla grande guerra: La guerra alla fronte italiana fino all'arresto sulla linea del Piave e del Grappa (Milano 1921) e Altre pagine sulla grande guerra (Milano 1924). Curò inoltre una scelta, delle pagine migliori del Montecuccoli (Milano 1922).