CALZAVARA, Luigi
Nacque a Milazzo (Messina) il 16 sett. 1892 da Giacomo e da Fortunata D'Amico. Ingegnere del genio navale, fu allievo di Alessandro Guidoni, allora tenente colonnello nella medesima arma.
Nel 1915, quando l'Italia entrò in guerra, nel primo conflitto mondiale, l'aviazione navale era scarsissima e costituita da pochi idrovolanti Curtiss, di fabbricazione americana, derivati da aerei terrestri trasformati mediante la sostituzione delle ruote con galleggianti. Nel '15 un idrovolante Lhoner L83 (modello perfezionato rispetto ai precedenti L40 ed L49 e munito di motore Mercedes da 170 HP), in dotazione alle forze armate austro-ungariche, scese alle foci del Po. Catturato dagli Italiani, la Marina diede incarico al C. di esaminarlo per studiare la possibilità di riprodurlo. Questi lo trovò interessante (relazione dell'aprile 1916) e la ditta Macchi di Varese - che essendo vicina al lago di Varese poteva agevolmente eseguire le prove di collaudo - fu incaricata della costruzione. Il C. ebbe l'incarico della relativa sorveglianza tecnica. L'apparecchio riuscì ottimamente e la Marina creò a Pizzone (Taranto), sul Mar Piccolo, una scuola per idrovolanti, alla quale furono assegnati questi apparecchi chiamati L1, con motore Isotta-Fraschini da 150 HP.
Il C., promosso capitano l'8 ott. 1916, rimase alla Macchi per tutto il periodo della guerra, fino al 1918.
In quegli anni furono costruite dalla Macchi diverse versioni del Lhoner: dopo l'L1 venne l'L2 e successivamente l'LC (Lhoner-Calzavara) con ulteriori modifiche più radicali; nel 1917 fu costruito l'L3 con altre modifiche e con motore più potente (Isotta-Fraschini da 200 HP). Da quest'ultimo modello ebbero in seguito origine gli aerei da caccia M5, modello poi trasformato in M7, costruiti dalla Macchi, sempre sotto la sorveglianza tecnica del C., ed impiegati in azioni di guerra nel 1918.
Durante la prima guerra mondiale il C. progettò anche un idrovolante da caccia a due motori e un aereo da bombardamento da 2.000 HP (una potenza veramente notevole per quell'epoca), da equipaggiare con quattro motori Isotta-Fraschini da 500 HP oppure con altrettanti motori Fiat da 600 HP, introducendo così il concetto di specializzazione dei tipi di aeroplani: veloci e maneggevoli quelli impiegati per la caccia, grandi e di grande portata quelli destinati al bombardamento, particolarmente attrezzati e veloci gli apparecchi da ricognizione.
Nel 1923, costituita l'Aeronautica come arma indipendente, il C. rimase nel genio navale con il grado di maggiore. Il nome del C. dovrà essere ricordato nella storia dell'aviazione per avere, primo nel mondo, ideato e progettato due tipi di catapulte a reazione da utilizzarsi su navi. Infatti il C., nel 1926, ideò e progettò due tipi di catapulte a reazione per il lancio di aerei dalle navi, i cui prototipi, costruiti su progetto approvato dal ministero della Marina, furono sperimentati a Taranto con risultati soddisfacenti per il modello a reazione d'aria che prevedeva per l'aria serbatoi fissi e bombole sul carrello della catapulta. L'aria contenuta nelle bombole, regolata da un particolare sistema di valvole, fuorusciva con impeto dalle stesse imprimendo per reazione al carrello la velocità e l'accelerazione necessarie per il lancio del velivolo. Le catapulte del C. non furono mai adottate, rimanendo in uso quelle normali con cilindro e stantuffo azionato ad aria o a esplosivo, ma al C. rimane il merito di aver precorso di circa vent'anni i propulsori a razzo per catapulte impiegati sulle portaerei.
Morì a Roma il 12 marzo 1967.
Fonti: Manoscritti, relazioni e disegni tecnici rilevati a Roma nell'Archivio aeronautico Caproni diTaliedo; dati desunti dagli archivi del ministero della Difesa-Marina; notizie verbali fornite dai familiari e dal gen. Alberto Briganti, già capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica.