CAMOLETTI, Luigi
Nacque a Novara nel 1804 da Giovanni e da Elena Baldini. Morto il padre l'anno stesso della sua nascita, egli trascorse l'infanzia presso il nonno; morto anche questi, venne educato dalla madre e da uno zio materno, che era parroco di un paesino vicino a Novara. Entrò in seminario perché, per usufruire di un beneficio di cui godeva la famiglia, era necessario che il beneficiato, vestisse l'abito talare. Espulso da quel "serraglio pretesco", dove aveva già raggiunto l'ordine di suddiacono, gli si presentò l'urgente problema di una professione. Scartate le idee di farsi medico, poi veterinario, poi ingegnere o di darsi al commercio, nel 1827 s'iscrisse alla facoltà di chimica di Torino, dove dopo due anni conseguì il diploma con lode e aprì una farmacia. La professione di farmacista, esercitata per lunghi anni, non gli impedì di dedicarsi alle due grandi passioni della sua vita: il teatro e il giornalismo.
Si occupò delle cose più disparate, dalla pittura alla modisteria, alla scenografia, persino di ricamo e di pirotecnica, dissipando così una indubbia genialità.
La sua attività di giornalista è legata all'Iride, giornale letterario piemontese sorto nel maggio 1837, che nella seconda a si presentò col titolo di Iride novarese. Nel n. 15 della prima annata ci si imbatte per la prima volta nel nome del C., che col n. 23 della terza annata ne diventa proprietario e col n. 25 anche compilatore. La sua direzione e collaborazione portarono al giornale un nuovo impulso, allargando notevolmente il numero dei collaboratori, tra i quali, soprattutto nei primi anni, figurano nomi di prim'ordine, quali A. Brofferio, C. Cantù, N. Tommaseo, A. Mauri. Il giornale cessò nel 1856. Il C. però continuò la sua attività ponendosi alla direzione di un altro giornale, Ilbiricchino novarese, giornale umoristico illustrato dalle caricature di C. Teja; inaugurato il 7 nov. 1857, il 19 febbr. 1859 era già finito.
Nel 1830, con L'inaspettata scoperta ovvero Il carceriere pietoso, rappresentato felicemente a Milano, dove si era trasferito quello stesso anno, e con il successo della commedia Ilconte di Lorvil ossia L'ospite in casa propria, iniziava la sua vera carriera teatrale. Tentò tutti i generi, scrivendo gran numero di commedie e di drammi lacrimosi, e soprattutto questi ultimi gli procurarono successo di pubblico in Italia e all'estero. Fu in relazione coi più illustri artisti drammatici del suo tempo, come la Ristori, il Modena, il Domeniconi e molti altri, tra i quali il Mercadante, che lo amava come un fratello. Nel 1833 pubblicò a Vigevano le sue Opere teatrali che comprendono L'ospite in casa propria, Delitto e riconciliazione, L'inganno funesto, L'usurpatore, Dovere vince amore. Frutto di questa intensa attività fu nel 1848 il suo capolavoro, Suor Teresa o Elisabetta Soarez, pubblicato nel 1851 e in seguito ripubblicato più volte. Adattato per il teatro ebbe interpreti d'eccezione, quali A. Robotti, alla quale era stato dedicato, e soprattutto A. Ristori, che lo portò con successo in tournée in Italia e all'estero. Tradotto in varie lingue, più tardi avrà persino una riduzione cinematografica. Il soggetto, che riguardava la vita dei conventi ed aveva una attualità piuttosto delicata, soprattutto in Piemonte, creò difficoltà e complicazioni con la censura. Allo stesso tema si riallaccia il dramma Le monache ospitaliere (1860), che ebbe pure successo di pubblico e fortuna d'interpretazioni eccezionali in Italia e all'estero. Dei moltissimi altri drammi si ricordano appena alcuni titoli, come Un voto (1853), Il disprezzo uccide (1872), Caterina Rodin di Valenza (1879), Satanella o La saltimbanca (1879) e tra le commedie Ilcelibe (1840), Il giorno delle nozze (1841), Un ritrovato per non pagare i debiti (1841), Riodella (1852, ripubbl. a Milano nel 1861) fino allo scherzo comico Ariele (1879, una rielaborazione di un tema precedente), che doveva andare in scena il giorno stesso in cui il C. morì.
Come critico e storico del teatro il C. ha lasciato un opuscoletto, Pensieri sul teatro drammatico in Italia e progetto di miglioramento, interessante per le sue idee sulla formazione di compagnie stabili drammatiche e per suggerimenti a migliorare il teatro italiano. Di altri aspetti della sua inesauribile attività, che lo portava ad occuparsi dei campi più disparati, meritano cenno due iniziative realizzate a Novara, che gli procurarono particolare popolarità: la fondazione nel 1840 di un Gabinetto di lettura, che metteva a disposizione dei soci più di 50 opere periodiche, e la creazione di uno stabilimento bagni nel 1848.
Morì improvvisamente a Novara il 25 novembre 1880.
Fonti e Bibl.: Comune di Novara, Ufficio Stato civile, Registro atti di morte, 1880, n. 429, parte I; G. B. Finazzi, necrologio in Ilprogresso di Novara, 28 nov. 1880; Id., Notizie biografiche... ad illustrazione della bibliografia novarese..., Novara 1890, pp. 29 s.; C. Catanzaro, Cari estinti, Firenze 1890, pp. 91 s.; B. Gutierrez, Ilteatro Carcano, Milano 1914, p. 133; G. Bustico, L. C.commediografo e giornalista, Novara 1917 (recensioni di quest'opera, in Bollett. storico per la provincia di Novara, XI[1917], 1-2, pp. 45-47, con lettere della Ristori al C.; e di G. Brognoligo in Rassegna critica della letteratura italiana, XXIV[1919], pp. 53-55); Id., S. Mercadante a Novara, in Rivista musicale italiana, XXVIII (1921), pp. 375, 381-386; Un chimico commediografo e giornalista, in IlMarzocco, 13 febbr. 1921; G. Bustico, Il teatro antico di Novara (1625-1873), Novara 1922, pp. 97, 101, 110;Id., Giornali e giornalisti del Risorgimento, Milano 1924, pp. 136, 138 ss., 199-227; Id., Mostra del giornalismo del Risorgimento italiano, Novara 1925, pp. 2, 4; Encicl. dello Spett., II, coll. 1584-1585.