CANEPA, Luigi
Nacque a Sassari il 15 genn. 1849 da Francesco e da Angela Solari. Rivelò spiccate tendenze musicali in precocissima età tanto che a otto anni iniziò lo studio del flauto e a dieci venne inviato dai genitori al conservatorio di Milano, ove rimase fino all'autunno del 1861. Passò poi a Napoli: nel 1862 entrò come alunno a pagamento nel conservatorio di S. Pietro a Maiella, riuscendo a distinguersi in pochi anni di studio soprattutto in armonia e composizione; nel 1864, a soli quindici anni, veniva nominato "primo flauto e maestrino dello strumento nonché di armonia" (Sassu), e subito dopo vinceva un concorso col massimo dei voti per un posto nella classe di contrappunto e composizione. Ebbe come insegnante l'illustre contrappuntista C. Costa - che coadiuvava nell'insegnamento S. Mercadante, allora direttore del conservatorio -, di cui divenne ben presto l'allievo preferito. Del suo impegno politico è testimonianza la fuga dal conservatorio il 14 ott. 1867 per raggiungere la spedizione garibaldina nello Stato romano; rimasto ferito in uno scontro, venne fatto prigioniero e ricoverato in un ospedale di Roma. Il 5 nov. 1867 fece ritorno nel conservatorio di Napoli, ma vi rimase soltanto per breve tempo; trasferitosi a Milano per perfezionare i suoi studi di composizione, fu, forse fino al 1869, allievo di L. Rossi.
Appena ventenne, il C. compose la sua prima opera teatrale, Davide Rizio (libretto di E. Costa), rappresentata al teatro Carcano di Milano il 16 nov. 1872: il lavoro ottenne un notevole successo e, dopo essere stato replicato in altre città italiane, giunse fino a Barcellona, ove riscosse grandi consensi di critica e di pubblico. Due anni dopo un'altra sua opera, I Pezzenti (libretto di F. Fulgonio), fu accolta entusiasticamente, al teatro alla Scala, il 20 sett. 1874, e fu poi rappresentata in vari teatri europei, ottenendo particolare favore soprattutto in Russia (il Gatti sostiene invece che l'opera ebbe esito mediocre). Frattanto la fama di compositore del C. andava affermandosi ovunque, e il 10 nov. 1879 al teatro Carcano di Milano veniva rappresentata la sua terza opera, Riccardo III (libretto di F. Fulgonio); la critica fu unanime nel tributare grandi lodi all'autore, che fu considerato come una delle sicure speranze della musica italiana. Perfino Verdi, di solito piuttosto restio nel giudicare altri compositori, si espresse in termini altamente elogiativi, e anche un critico severo come F. Filippi, dopo aver assistito alla rappresentazione del Riccardo III, simostrò favorevolmente impressionato, non esitando ad affermare: "I pregi della sua musica sono la novità delle forme, ma specialmente il senso giusto del dramma, la pittura musicale efficace delle situazioni, quello che io chiamo volentieri la teatralità" (cit. in Unione sarda, 22 ag. 1937). Tale giudizio fu ribadito da A. Ponchielli, il quale elogiò la strumentazione elegante e geniale. Purtroppo una grave malattia di natura nervosa colpì il C., il quale, poco più che trentenne, fu costretto a ritirarsi a Sassari, dove si dedicò all'insegnamento e alla critica musicale, e dove fondò e diresse un istituto musicale, dedicandosi sporadicamente anche alla direzione (il 18 sett. 1884 diresse l'orchestra del Politeama sassarese, inaugurato con il Riccardo III).Non trascurò completamente la composizione e scrisse ancora una Messa e due Elegie funebri:una Per la morte di Nino Bixio, in occasione dell'arrivo a Genova delle ceneri del generale; l'altra, eseguita dalla banda comunale di Sassari a Caprera, Per la morte di Garibaldi, nel 1882. Autore anche di liriche, egli concluse la sua attività di compositore con l'operetta Amsicora, rappresentata a Sassari (teatro Verdi, 28 apr. 1903).
Morì a Sassari il 12 maggio 1914.
Compositore oggi dimenticato, il C. rivelò nella sua pur scarsa produzione qualità musicali di grande interesse: come afferma il Fara, il suo stile ha una forma severa e corretta e si avvicina a quello di Mercadante e di Meyerbeer. La strumentazione è elegante e talvolta geniale in certi impasti orchestrali e contrappuntistici. Scarsa sembra essere però la vena melodica. Nel complesso la sua musica tenta di amalgamare stili ed esperienze melodrammatiche diverse, che spaziano da Mozart, filtrato attraverso Mercadante, a Donizetti e Verdi.
Attivo come compositore, direttore d'orchestra e insegnante fu anche il figlio Aldo, nato a Sassari il 6 luglio 1892. Allievo dapprima del padre, poi autodidatta, fu per tre anni insegnante di canto corale, teoria musicale e pianoforte nell'istituto musicale municipale di Sassari. Si dedicò poi alla direzione d'orchestra e fu tra l'altro sostituto di F. Mugnone e P. Mascagni, dirigendo varie stagioni liriche a Foggia, Sassari, Roma e Livorno. Compose pagine pianistiche e vocali. Morì a Milano nel 1931.
Fonti e Bibl.: P. Sassu, Ilmaestro L. C., in L'Unione sarda, 3 maggio 1903; G. Fara, Un dimenticato: L. C., in Cronaca musicale, XVIII (1914), n. 5; A. De Angelis, L'Italia musicale d'oggi, Milano 1928, p. 3 (per Aldo); L. C., in L'Unione sarda (Cagliari), 20 giugno 1937; L. C. e le sue tre opere,ibid., 22 ag. 1937; C. Gatti, Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte..., Milano 1954, II, p. 146; A. Campus, Documenti inediti della vita di L. C., in La Nuova Sardegna (Sassari), 25 genn. 1963; [Id.], Ricordo di L. C.,ibid., 13 maggio 1966; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens,Supplement…, a cura di A. Pongin, I, Bruxelles 1878, p. 146; F. Clément-P. Larousse, Dict. lyrique des opéras, Paris 1905, I, p. 299; II, p. 946; C. Schmidl, Dizionario univ. dei musicisti, I, p. 286; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 193 s.; Encicl. della Musica Ricordi, I, p. 379 (anche per Aldo); La Musica,Diz., I, Torino 1968, p. 337 (anche per Aldo).