CASTALDI, Luigi
Nacque a Pistoia il 14 febbr. 1890 dal generale Vittorio e da Vincenza Giovacchini Rosati. Compiuti gli studi secondari, s'iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Firenze; ove nel novembre 1911, dopo aver superato con il massimo dei voti il relativo esame, divenne allievo interno dell'istituto di anatomia umana normale, diretto da G. Chiarugi. Si laureò nel luglio 1914, discutendo con il suo maestro una tesi di istologia umana normale, e nel successivo ottobre vinse un concorso per un posto dì assistente effettivo presso l'arcispedale di S. Maria Nuova in Firenze; intanto aveva ottenuto anche l'incarico di assistente volontario presso l'istituto di farmacologia dell'università di Firenze. Il C. dovette però interrompere la sua attività nel maggio 1915, quando venne chiamato alle armi: con il grado prima di sottotenente e poi di tenente medico di complemento prese parte ai combattimenti del Calvario, di Lucina, del Podgora, di Gorizia, alle prime battaglie dell'Isonzo e alle azioni dell'alta Val Dogna e di Tramonti di Sotto. Caduto prigioniero dopo questo ultimo scontro, per un anno si dedicò alla cura dei feriti italiani nei campi di concentramento di Austria e di Boemia. Tornò in Italia nel novembre 1918, e fu decorato con la croce di guerra.
Ripresa l'attività universitaria, il 16 ott. 1919 fu nominato assistente effettivo presso l'istituto di anatomia umana normale dell'università di Firenze; qui, sotto la guida del Chiarugi che lo considerava il suo allievo prediletto, poté nuovamente dedicarsi alle ricerche di anatomia e morfologia, già da tempo iniziate. A Firenze il C. conseguì lusinghieri successi: nel 1920 divenne dissettore anatomico dell'Accademia di Belle Arti, nel 1921 aiuto effettivo dell'istituto di anatomia umana normale dell'università, nel 1922 libero docente nella sua disciplina. Successivamente la carriera universitaria del C. fu rapida, ma contrastata: nel novembre dell'anno accademico 1923-1924 gli fu affidata, per incarico, la direzione dell'istituto di anatomia umana normale dell'università di Perugia, dove rimase per tre anni; vincitore dei, concorsi a cattedra per gli istituti di anatomia presso le università di Messina e di Perugia, nell'ottobre del 1926 fu invece nominato professore di anatomia umana normale a Cagliari. In questa università fu anche incaricato dell'insegnamento di anatomia e fisiologia umana nella facoltà di scienze naturali e, dal novembre 1927, della direzione dell'istituto di zoologia e anatomia comparata annesso alla Stazione di biologia marina del Tirreno in San Bartolomeo, allora alle dipendenze del ministero della Marina. Sotto la guida del C. e dei suoi collaboratori, l'istituto di zoologia e soprattutto la stazione biologica, che era stata fondata nel 1908 da Giglio Tos, divennero centri di studio apprezzati e conosciuti in Italia e all'estero, grazie alla pubblicazione della rivista Scritti biologici iniziata nel 1926. Contro i suoi desideri, il C. dovette rimanere nella sede di Cagliari, perché in contrasto con il governo fascista, fino al 1943; dopo la caduta del regime, ottenne il trasferimento all'università di Genova, ma la situazione politica e militare del momento lo costrinse a fermarsi a Firenze, ove sventuratamente contrasse una grave malattia, che doveva portarlo alla morte.
L'attività scientifica del C. fu assai vasta, e spaziò in vari campi dell'anatomia. Tra i primi suoi studi merita di essere ricordata una ricerca sistematica sul tessuto connettivo del fegato estesa a numerose specie, compreso l'uomo, e basata sulla revisione critica di un gran numero di lavori precedenti: ne derivò una pubblicazione, Ilconnettivo nel fegato dei vertebrati (in Arch. it. di anat. e di embriol., XVII [1920], pp. 373-506), mirabile soprattutto per l'accurata descrizione della circolazione capillare epatica e corredata da una ricca serie di illustrazioni, che costituì per molto tempo un vero e proprio libro di testo per gli studenti.
La sua personalità di studioso maturò rapidamente, e si impose con l'elaborazione di una nuova, originale concezione della ricerca morfologica: egli sostenne infatti che l'anatomista, superato il metodo classico delle osservazioni autoptiche, dovesse riesaminare la propria dottrina alla luce dei dati forniti dalla fisiologia, dalla patologia e dalla morfologia sperimentale, così da delineare una anatomia del vivente che rappresentasse effettivamente la base delle altre discipline mediche (Il metodo sperimentale nelle scienze biologiche, Firenze 1931). Aderente a tali principi, durante il periodo trascorso a Cagligri, malgrado il disagio procuratogli dalla permanenza in una sede non gradita, fu autore di oltre trecento pubblicazioni, delle quali alcune di estremo interesse. In modo particolare, meritano di essere segnalati i suoi lavori sul mesencefalo, al cui studio fu attratto dall'osservazione di numerosi casi di parkinsonismo postencefalitico: per riesaminare in modo proficuo le conoscenze anatomiche sull'argomento, il C. pensò di osservare e descrivere lo sviluppo del mesencefalo in Cavia cobaya e di compararlo con le descrizioni fornitene dai vari autori. In tal modo poté illustrare la struttura dei corpi quadrigemini, dei nuclei degli oculomotori, dei peduncoli cerebrali, della "substantia nigra", fornendo un quadro quanto mai documentato e preciso della esatta costituzione di questo segmento encefalico (Studi sulla struttura e lo sviluppo del mesencefalo. Ricerche in Cavia cobaya, I, II, III, IV, in Arch. it. di anat. e di embriol., XX [1923], pp. 23-225; XXI [1924], pp. 172-263; XXIII [1926], pp. 481-609; XXV [1928], pp. 157-306; Contributo allo studio dei nuclei degli oculomotori e dei tubercoli quadrigemelli, in Boll. d'oculist., I [1922], pp. 470-485; Ancora sui centri tegmentali del tronco cerebrale e sulla partecipazione di quello mesencefalico al determinismo del tono dei muscoli striati, in Ann. d. Osp. psichiatrico (Perugia), XVII [1924], pp. 1-43; Le mie vedute sui centri neurassiali del tono dei muscoli volontari al controllo -di sette anni di ricerche internazionali, in Scritti biologici, V [1930], pp. 3-33, e in Riv. oto-neuro-oft., VII [1931] pp. 385-410; La colonna dei nuclei del rafe mesencefalico di alcuni mammiferi. Suoi rapporti con la sostanza nera ed osservazioni sulla formazione periretrorubrica di Foix e Nicolesco, in coll. con C. Maxia, in Arch. it. di anat. e di embriol., XXXIII [1934], pp. 188-211). Il C., sulla scorta delle attente osservazioni compiute, fu indotto a confermare la validità dei concetti di N. Beccari sui cosiddetti centri tegmentali, ben sviluppati anche nel mesencefalo, dei quali illustrò l'importanza per la motilità extrapiramidale in una magistrale relazione svolta nel 1937 alla Società italiana di anatomia (Il sistema nervoso motore dei centri e delle vie extrapiramidali, in Monitore zool. it., suppl., XLVIII [1938], pp. 11-58).
Fu autore anche di importanti studi sperimentali sull'influenza esercitata dalle ghiandole endocrine sulla morfogenesi, sulla relazione tra attività della tiroide e suo contenuto in iodio, sui surrenL Si segnalò inoltre per alcune brillanti ricerche di morfologia costituzionale, di antropometria, di osteologia, di radiografia, di encefalometria, di neurologia, di statistica biologica, di endocrinologia (applicò per primo i calcoli biometrici allo studio del gozzismo), di spodografia e antracografia, di tecnica istologica, e acquisì vasta risonanza internazionale per le indagini condotte sugli effetti biologici delle radiazioni e particolarmente sull'effetto Gurwitsch (Radiazioni mitogenetiche, in Atti d . Soc. cultori sc. med. nat. [Cagliari], XXXI [1929], pp. 63-68; Radiazioni cosmiche e radiazioni mitogenetiche, in Atti d. I convegno d. Soc. it. di anat., Bologna 1929, in Monit. zool. it., XI, [1930], pp. 418-421; Nuove ricerche sull'"effetto Gurwitsch", in Arch. di scienze biologiche, XXXV [1934], pp. 199-205 [volume dedicato al X anniversario della scoperta dei raggi mitogenetici di A. G. Gurwitsch, 1923-1933]; A proposito di una critica all'induzione mitogenetica, in Scritti biologici, XIII [1938], pp. 117-123).
Pubblicò opere didattiche di notevole interesse, quali: Accrescimento corporeo e costituzioni dell'uomo, Firenze 1928; Compendio pratico di anatomia umana, I-III, Napoli 1931-1938; Atlante cromomicrofotografico di splancnologia dell'uomo e di altri mammiferi, Firenze 1938 (e inoltre altre due edizioni, ibid. 1943 e 1944). Pregevoli furono pure alcuni suoi scritti di storia della medicina; scrisse inoltre un compendio sulla sua attività (Attività didattica e scientifica, Siena 1928).
Il C. fu socio fondatore, e nel 1923 venne eletto presidente, della Società italiana di anatomia; fu membro dell'Association des anatomist'es e della Anatomische Gesellschaft.
Morì a Firenze, nell'ospedale di S. Maria Nuova, il 12 giugno 1945.
Bibl.: A. Corsini, L. C., in Riv. di storia delle scienze med., XXXIV (1945), pp. 107 ss.; C. Maxia, Discorso commemor. del prof. L.C., in Boll. d. Accad. med. pistoiese, XXXII (1945), pp. 209-214; Id., L. C., in Anatom. Nachrichten, I (1945), 19-21, pp. 281-302; L. Premuda, Ad un anno dalla morte di L.C., in Rass. giuliana di med., II (1946), pp. 7 s.; P. Franceschini, C.L., in Dict. of scientific biography, III, New York 1971, pp. 112-114; I. Fischer, Biograph. Lexikon der hervorragenden Artze d. letzten fünfzig Jahre, I, p. 226.