CATALANI, Luigi
Nato a Roma nel 1809, il C. può considerarsi napoletano d'adozione, perché a Napoli visse quasi ininterrottamente a partire dal 1814, allorché il padre si trasferì nella capitale borbonica per prendere servizio nel R. Corpo del Genio. Egli studiò le "scienze filosofiche, fisiche e matematiche" sotto L. Fazzini e F. Fergola, ma, per quanto concerne la più specifica preparazione nell'architettura, fu allievo soprattutto di G. Genovese. Nel corso degli studi, riportò molti premi, e nel 1835 vinse un posto per il "pensionato" artistico di perfezionamento a Roma,durante il quale fece un progetto di restauro del Campidoglio. Il C. divenne successivamente architetto municipale di Napoli, e più tardi professore onorario di architettura nel R. Istituto di Belle Arti (venne confermato nel 1861, dopo la caduta dei Borboni). Fu inoltre socio dei Virtuosi del Pantheon di Roma e membro dell'Accademia pontificia di Bologna. Fra le altre accademie di cui fu socio si ricordano quella di scienze e lettere di Lucca e quella di Belle Arti di Verona.
Morì a Napoli nel 1867.
L'attività del C. quale architetto militante fu piuttosto circoscritta, poiché uniche sue opere di rilievo furono due architetture teatrali. Anzitutto egli rifece le decorazioni interne del teatro napoletano del Fondo (attuale Mercadante), senza demolire la originaria struttura, eretta dal messinese F. Sicuro (1778). Qui si limitò infatti - facendo tesoro dell'esempio di A. Niccolini nel teatro napoletano di S. Carlo - a dare all'invaso una impronta neoclassica, lavorandovi dal 1849 al 1851 e rispettando la facciata tardo-settecentesca, purtroppo rifatta nel 1892 e nuovamente in tempi più recenti. Al disegno del C. si ispirò poi il figlio del Niccolini, Fausto, allorché, oltre un ventennio più tardi, disegnò il teatro Sannazzaro (1875), eretto sul chiostro dell'ex convento di S. Orsola.
Il successo conseguito nel teatro napoletano gli valse l'incarico del progetto del teatro della città dell'Aquila, oggi teatro Comunale, eseguito dal 1854 al '72, ed assai apprezzato per l'elegante disegno della sala. Il C. fu impegnato anche nel rifacimento della chiesa napoletana della Natività di Gesù, attuato in collaborazione con l'architetto D. Volpe, nel 1852, allorché la chiesa passò dagli scolopi ai serviti, prendendo il nome di Addolorata alla Duchesca. Della chiesa, divenuta congrega dopo l'espulsione dei frati nel 1865, il Chiarini ed il Galante lodano "la scala, di bellissima architettura".
Si attribuisce (Lorenzetti) al C. anche la cappella dei Cocchieri nel camposanto di Poggioreale, nonché il progetto di sistemazione della piazza della Carità con una colonna, ispirata agli esempi romani, e destinata a sorreggere la statua della Madonna della Pace.Il C. - che il Giucci definisce "valente architetto, buon letterato e facile poeta e matematico" - va ricordato soprattutto per la sua opera di critico e storico delle patrie memorie. L'impegno di difensore del patrimonio artistico napoletano lo si vide sin dal suo primo scritto, il Discorso su' monumenti patrii, pubbl. a Napoli nel 1842 (ripubbl., a c. di R. Pane, Napoli 1977) tre anni dopo il decreto di Ferdinando II che stabiliva una commissione di indagine sui monumenti della capitale e del Regno meritevoli di tutela e restauri.
Della commissione, insieme con il C., facevano parte lo scultore A. Solari, il pittore P. Falciani e A. Sancio, intendente della provincia di Napoli. L'interesse del Discorso è assai notevole, oltre che per la vasta informazione del suo autore, per un atteggiamento più spregiudicato e critico che lo conduce a rilevare le gravi e numerose inesattezze delle celebri Vite dei pittori scultori ed architetti napoletani (1742)dell'abate B. De Dominici, accettate, invece, pedissequamente sino allora dalla letteratura artistica locale. Il merito fu anche di un amico del C., lo scozzese G. Cuming Scott, che nel 1840, in una lettera al C., mosse il primo attacco alle Vite, ma l'architetto napoletano ricercò documenti, esaminò direttamente le opere, rilesse le iscrizioni, con grande impegno filologico e critico.
Il C., sentendo la necessità di preparare una nuova guida di Napoli, aggiornata e moderna, dopo aver dedicato una memoria a La chiesa di S. Angelo in Formis (Napoli 1844), il maggior testo sulla pittura cassinese in Campania, pubblicò I palazzi di Napoli (ibid. 1845; l'opera è preceduta da un breve saggio sulle "vicende dell'architettura napoletana dal sec. XIV al 1845") ed i due volumi su Le chiese di Napoli...(ibid. 1845-53).
Bibl.: G. Giucci, Degli scienziati ital., formanti parte del VII Congresso in Napoli, nell'autunno del 1845, notizie biografiche, Napoli 1845, pp. 113 s.; C. Celano-G. B. Chiarini, Notizie del bello dell'antico e del curioso della città di Napoli, III, Napoli 1856, p. 892; IV, ibid. 1860, p. 894; G. Nobile, Descriz. della città di Napoli e delle sue vicinanze, Napoli 1855, pp. 942, 1190; Relaz. sullo svolgimento delle tre arti nelle provincie merid. dal 1767 al 1862, Napoli 1862, passim; C. N. Sasso, Storia de' monumenti di Napoli...,II, Napoli 1858, p. 345; G. A. Galante, Guida sacra della città di Napoli, Napoli 1872, p. 273; G. Filangieri di Satriano, Docc. per la storia, le arti e le industrie delle prov. nap…,II,Napoli 1884, pp. 214, 537; B. Croce, Il falsario, in Napoli nobilissima, I (1892), p. 141; V. D'Auria, IlTeatro del Fondo, ibid., III (1894), pp. 81, 103, 145; B. Croce, I teatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del secolo XVIII, Bari 1926, p. 225; E. Cione, Napoli romantica (1830-1848), Napoli 1942, p. 441 n. 23; C. Lorenzetti, L'Accad. di Belle Arti di Napoli (1752-1952), Firenze 1952, pp. 133, 319, e passim; A.Venditti, Architett. neoclassica a Napoli, Napoli 1961, ad Indicem; R.De Fusco-G. Bruno, Errico Alvino architetto e urbanista napol. dell'Ottocento, Napoli 1962, p. 98; A.Venditti, Urbanistica e archit. neoclassica a Napoli e nell'Italia meridionale, in Boll. del Centro internaz. di architettura "A. Palladio", XIII (1971), pp. 223-240 passim;F. Strazzullo, Tutela del patrimonio artistico sotto i Borboni, in Atti dell'Accad. Pontaniana, n.s., XXI (1972), pp. 24 s.; R. DiStefano, Storia archit. e urbanistica, in Storia di Napoli, IX, Napoli 1972, pp. 673, 684, 714, 721, 732 n. 85.