CATANI, Luigi
Nacque a Prato il 7 nov. 1762 da una famiglia di discreti artigiani e ornatisti. Considerato un buon disegnatore, anche se modesto pittore, operò moltissimo nell'ambito della sua regione natale, dipingendo, più che altro come ornatista, in palazzi e teatri. A Prato, nel 1789, decorò con un dipinto allegorico dell'Ozio e della Sapienza la volta della sala più importante della Biblioteca Roncioniana. Il cartone per il dipinto, ispirato a Pietro da Cortona, è di proprietà della stessa biblioteca. Sempre a Prato, lavorò anche nella cattedrale: ne affrescò una delle sale capitolari e nel 1837 rinnovò la decorazione della volta della cappella del Sacramento; in quest'ultima sono di sua mano il Cristo risorto, sul fondo della volta e, ai lati, la Cena e la Lavanda.
Altri affreschi importanti si trovano nel duomo di Arezzo. Il suo stile neoclassico è ben intonato all'unico edificio religioso di rilievo del periodo che si possa trovare nell'Aretino: la cappella della Madonna del Conforto. La cupoletta emisferica che la conchiude è ornata (1800 circa), fra i rosoni in rilievo, da dipinti eseguiti su cartoni di G. B. Dell'Era che aveva iniziato il lavoro: lo Sposalizio della Vergine, la Visitazione, l'Adorazione dei Magi e la Disputa al tempio. Nella tribuna della stessa cappella il C. dipinse la Incoronazione della Vergine e i Profeti e nella cappella del Sacramento dello stesso duomo di Arezzo Scene della Passione. Nella piazza del Duomo, intorno all'Orologio, altre sue pitture raffigurano le Quattro stagioni, la Giustizia e la Fortezza. Lavorò anche a Lucca, decorando la volta del palazzo ducale (Giove che rapisce Giunone dall'Olimpo) e, nel 1811, insieme con altri pittori, la villa Orsetti (ora Pecci Blunt) alla Marlia quando fu acquistata da Elisa Baciocchi Bonaparte. A San Gimignano, nella chiesa di S. Chiara, dipinse sulla volta S. Francesco in estasi e S. Chiara con santi. Ma a Firenze, dove nel 1812 decorò una sala di pal. Strozzi Mantova, e affrescò anche una sala del palazzo Guicciardini, si trova quella che è la sua opera più nota: la decorazione di una sala di palazzo Pitti.
Nel 1811 si erano cominciati a palazzo Pitti restauri proseguiti poi dal granduca Ferdinando III, che incaricò vari artisti, fra cui il C., di affrescare alcune sale. La sala dipinta dal pittore pratese si trova nella Galleria Palatina ed è chiamata sala dell'Educazione di Giove, prendendo il nome proprio dal tema degli affreschi che l'artista dipinse sul soffitto, intorno all'anno 1819.
Altro lavoro il C. portò a termine a Firenze, decorando la cappella del Crocefisso della chiesa di S. Maria Maddalena de' Pazzi. La intensa attività nel capoluogo e nelle altre città della Toscana gli diedero senz'altro una buona considerazione nell'opinione dei suoi contemporanei; e ne furono riconosciuti i meriti con la nomina alla cattedra di ornato dell'Accademia di Firenze, cattedra che era stata prima di lui ricoperta dal Castagnoli.
Il C. morì a Firenze il 17 dicembre del 1840.
Fonti e Bibl.: F. Fontani, Viaggio pittorico della Toscana, III, Firenze 1803, p. 54; Guida d. città di Firenze e suoi contorni..., Firenze 1933, pp. 168, 263; O. Brizi, Nuova guida per la città di Arezzo, Arezzo 1838, pp. 65; La cattedrale di Prato, Prato 1856, p. 231; A. Badiani, L'arte pratese del Settecento e dell'Ottocento, in Arch. storico pratese, XIII (1935), pp. 108, 117; G. Marchini, Il duomo di Prato, Milano 1957, p. 18; Id., Il tesoro del duomo di Prato, Milano 1963, pp. 42 s., ad Indicem, fig. 12 (un S. Giuseppe);I. Belli Barsali, La villa a Lucca dal XV al XIX sec., Roma 1964, p. 199; A. M. Francini Ciaranfi, La Galleria Palatina, Firenze 1968, p. 159; M. Salmi, Civiltà artistica della terra aretina, Novara 1971, p. 143; L. Ginori Lisci, Palazzi di Firenze, I-II, Firenze 1972, ad Indicem; U.Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 178.