CICOGNANI, Luigi
Nacque a, Lugo (Ravenna) il 13 nov. 1857 da Ermenegildo e, da Francesca Pisotti. Compì i suoi studi prima a Imola e a Bologna, e poi all'università di Pisa e di Roma, dove conseguì la laurea in ingegneria.
Nel 1884, assieme con Luigi Capucci, organizzò una spedizione di natura commerciale diretta allo Scioa, con lo scopo precipuo di rendere praticabile la strada dell'Aussa che era stata aperta poco tempo prima dal conte P. Antonelli: la spedizione venne preparata ed allestita a spese dei due e il C. vi contribuì per i tre quarti.
Un primo nucleo dei componenti la spedizione (ne facevano parte, fra gli altri, anche il commerciante Costanzo Bonetti e l'avvocato novarese Emilio Dulio, destinato a diventare in seguito un alto funzionario italiano in Somalia, che si separerà, però, dal resto della comitiva a causa di alcuni dissensi scoppiati fra i suoi membri) partiva da Genova il 24 nov. 1884, a bordo del "Giava", arrivando prima ad Assab e poi a Massaua, dove fu raggiunto, assieme a nuove merci e, a nuovi mezzi, proprio dal C., che, sia per motivi familiari e soprattutto per completare il reperimento dei fondi necessari al finanziamento dell'impresa, era dovuto restare in Italia e poté salpare da Napoli il 7 apr. 1885.
Dopo essere ritornati tutti ad Assab, riuscivano a partire per l'interno solo il 28 luglio, dirigendosi verso l'Aussa, qttraverso un altopiano arido, interrotto solo dai letti incavati dei torrenti ed un sentieto sassoso e molto difficile da percorrere. Il 3 agosto, dopo aver toccato Margable, Adula, Uahan, Dalu, Rasa, Ascoma e Bufa, la spedizione si fermò nella località di Uli, quasi ai piedi del monte Mussali, e nelle prime ore dei giorno seguente riprese il cammino per accamparsi nella valle di Magdul. Il 10 agosto, dopo una sosta di tre giorni, i viaggiatori risalirono la sponda destra del torrente Lehebit e si fermarono poi nella valle di Daimoli, abbandonata la quale, il 15 agosto, ed attraversata la pianura di Didalu, passarono l'altopiano di Ambuni per discendere poco dopo nella vallata di Berelienta. Ripreso il cammino il 19, il 21 entrarono nella grande pianura di Ela ed il giorno successivo nella valle di Jadù. Il 25 agosto la carovana si fermò nella pianura di Gumso: disceso l'altopiano, i suoi componenti si trovarono di fronte alla grande vallata del Doli e giunsero, la mattina del 30 agosto, nella fertilissima pianura di Buldugùm.
Le difficoltà alle quali andò incontro la spedizione, provocando in un primo momento lunghi ritardi e determinando poi, addirittura il fallimento della stessa (queste difficoltà vennero richiamate dallo stesso C. in una lettera-relazione diretta, nel marzo 1888, al Crispi, presidente del Consiglio e ministro degli Esteri) iniziarono a questo punto e vennero in un primo momento dal rifiuto del sultano dell'Aussa, Moḥmmed ibn Anfar, a concedere il passaggio attraverso il suo territorio nel caso non fosse stato preliminarmente versato un pedaggio di 2.000 talleri, ridotti poi a 2.000 dopo lunghe trattative.
Alla fine di ottobre poterono cosi ripartire alla volta di Gherfa, per giungere l'8 novembre a Tarsi, presso il sultano di Gherfa. In questa località il Capucci e il C., per screzi e divergenze sorte, sì separarono dal Dulio e, mentre il Capucci partiva con quest'ultimo alla volta dello Scioa, dove i due si sarebbero divisi definitivamente, il C. restava invece a Gherfa, col proposito di stabilirsi presso il sultano del Danè, a due giornate di distanza, allo scopo di preparare il terreno ad un'eventuale colonizzazione italiana in quella fertile provincia. Egli si sarebbe però trovato coinvolto nella rivoluzione scoppiata nei paesi vicini, dell'Uollo e nella conseguente repressione scatenata dai soldati del negus, per cui, rimasto con pochi talleri e coi soli abiti che aveva indosso. raggiunse a Borumieda, il 3 marzo 1886, l'accampamento del re dello Scioa, Menelik, dal quale venne ricevuto il 9 marzo. Il 15 lasciava Borumieda ed alla fine del mese giungeva ad Entotto, dove ritrovava il Capucci.
Alla fine di luglio partiva per la costa, insieme con il mercante milanese Cesare Viscardi, per rientrare in Italia allo scopo di ragguagliare il governo e la Società africana sulla sua missione e per rifornirsi del materiale occorrente agli scopi commerciali e industriali della spedizione. Ma gli avvenimenti verificatisi all'inizio del 1887, avendo reso incerta ed assai rischiosa qualsiasi operazione commerciale e industriale in quei territori, lo indussero a rimandare momentaneamente il ritorno in Africa. In seguito, però, le sue condizioni di salute e gli interessi della famiglia lo costrinsero ad abbandonare il progetto.
Il C. morì a Lugo il 19 apr. 1892.
Fra le poche e nel complesso esigue testimonianze lasciateci dal C. sulla spedizione alla quale prese parte, un particolare rilievo spetta al breve diario., edito nel 1935 dallo Zaghi, relativo al suo soggiorna nello Scioa in uno dei momenti più critici e più delicati della politica espansionistica dell'Italia nei confronti di quel territorio: la difficoltà della posizione italiana all'indomani del decreto di espulsione del negus Giovanni e il clima di malumore, 'di intrigo e di maldicenza dell'ambiente scioano nel periodo compreso fra il marzo e il luglio del 1886, sono stati, infatti, tratteggiatì con notevole efficacia nelle pagine del C., che ebbe la possibilità di conoscere l'Antonelli, il principale artefice e responsabile delle iniziative italiane, di studiare l'ambiente in cui egli agì ed operò, di sperimentare praticamente gli effetti e le conseguenze dell'indirizzo politico da lui dato alla presenza ed alle ambizioni italiane in terra africana.
Un qualche interesse, soprattutto per gli studiosi della Dancalia, rivestono anche le sue brevi note su quel territorio, sui suoi abitanti, sulla loro organizzazione politica, sulle loro attività commerciali, apparse sul Bollettino della Società africana d'Italia, V(1886), pp. 32-34, 61-66 e 270-81; VI (1887), pp. 28-39, 89-01, 127-32 e 173-79, Parte di queste note vennero anche edite col titolo Attraverso il paese dei Danachili (Napoli 1887; Lugo 1935). In esse sono illustrate con ricchezza di dati, frutto di un'attenta osservazione, le caratteristiche fisiche, geografiche e geologiche delle zone comprese dal Margable al Murali, dal Murali a Dolo e da Dolo alle Prealpi abissine, parte quest'ultima della quale furono messe in evidenza le zone pianeggianti caratterizzate da una discreta vegetazione, per cui l'intera vallata avrebbe potuto diventare, a suo parere, se convenientemente utilizzata, un'ottima stazione agricola, particolarmente adatta per la coltivazione del cotone. Indubbiamente utili, in un periodo nel quale era quanto mai acceso in Italia il dibattito sulle possibilità di sfruttamento di quelle zone, dovettero risultare pure le indicazioni, piuttosto dettagliate, relative alle principali vie di collegamento fra lo Scioa e la zona costiera, a proposito delle quali eglì indicò e descrisse quelle di Tagiura. di Assab e di Beilul, come le più comode, sicure e funzionali.
Fonti e Bibl.: Oltre al materiale rimasto in un primo momento inedito e pubbl. mezzo secolo più tardi dallo Zaghi e le brevi note del C. ricordate nel testo, si v.: E. Dulio, Dalla baia di Assab allo Scioa per l'Aussa, in Cosmos, IX (1886-1888), pp. 110-119, 163-172; Id., Note di viaggio dallo Scioa ad Assab, ibid., IX (1887), pp. 289-356; M. Rossi, L. C., in Corriere lughese, 18 ottobre 1931; C. Zaghi, L. C., in L'Oltremare, VII(1933), pp. 334-335; Id., Le origini della colonia Eritrea, Bologna 1934, pp. 84-93; Id., La spediz. Capucci e C. in Abissinia (con lettere e docum. inediti), in Riv. delle colonie italiane, VIII(1934), pp. 668-687, 840-856 (contributo apparso anche in ediz. separata: Rocca San Casciano 1934); Id., Il diario inedito della spediz. Capucci e C. all'Aussa nel 1885, in Boll. della Soc. geografica ital., s. 6, XII (1935), pp. 571- 596 (diario che si conserva presso gli eredi del C., scritto, almeno in parte, personalmente dall'esploratore: esso inizia con la data del 19 ag. 1885 e prosegue fino al 18 ottobre); Id., P. Antonelli el'ambiente scioano nel diario inedito di L. C., in Nuovi Problemi, VI (1935), pp. 214-298 (contributo apparso anche in edizione separata: Ferrara 1935): breve giornale della spedizione, messo a disposizione dello Zaghi da Vincenzo Cicognani, fratello dell'esploratore, che abbraccia, con qualche interruzione, gli avvenimenti compresi fra il 9 e il 21 marzo e fra il 10 ed il 31 luglio 1886, vale a dire dal giorno in cui nel campo imperiale di Borumieda il C. venne ricevuto da Menelik fino alla sua partenza per la costa (lo Zaghi lopubblicò pressoché integralmente, con l'omissione solo di alcune notizie riguardanti i servi e poche altre righe "dove lo sdegno aveva - a suo parere - un po' troppo preso la mano al nostro ardente romagnolo": in appendice vennero pubblicate anche due lettere fino ad allora inedite del C., inviate da Aussa, il 28 sett. 1885, al conte Luigi-Pennazzi, e da Borumieda, il 9 marzo 1896, al conte Antonelli); Ministero degli Affari Esteri. Comitato per la documentaz. dell'opera ital. in Africa, L'Italia in Africa, II, Le Prime ricerche di una colonia e l'esploraz. geografica. politica ed economica, a cura di E. De Leone, Roma 1955, pp. 175 s.; G. Manzoni, I Lughesi nelle imprese africane, 1882-1896, Imola 1975, ad Indicem.