CINISELLI, Luigi
Nipote del chirurgo G. A. Brambilla, nacque nel 1803, da Gaspare ed Eleonora Brambilla, a Pavia. Qui compì i primi studi e si iscrissepòi all'università tra gli studenti di matematica. I suoi interessi lo condussero tuttavia alla medicina, in cui ebbe a maestri B. Panizza e L. Porta. Ancora studente redasse i rendiconti clinici dell'istituto di ostetricia dell'università. Nel 1833 si laureò in medicina e chirurgia con una tesi sull'origine e decussazione dei nervi ottici. Sempre a Pavia fu prima assistente alla scuola di clinica ostetrica diretta da T. Lovati, poi a quella di chirurgia pratica diretta dal Porta. Dopo questo periodo di perfezionamento si stabilì a Codogno quale medico chirurgo, condotto, guadagnandosi fama di distinto operatore tanto da essere chiamato nel 1843, alla morte di I. Ferrari, al posto di chirurgo primario nell'ospedale maggiore civile di Cremona. Accanto all'attività chirurgica e amministrativa il C. iniziò, nel periodo cremonese, una serie di studi sull'applicazione terapeutica dell'elettricità che avrebbe proseguito fino alla morte.
Negli anni Trenta numerosi medici erano consapevoli che la corrente elettrica determina una rapida coagulazione del sangue. Nel 1845 T. J. E. Pétrequin poté guarire con la elettropuntura alcuni piccoli aneorismi. Nel gennaio del 1846 il C. tentò il nuovo metodo di cura su un aneurisma localizzato nel cavo popliteo rendendolo solido in 24 ore; nel 1847 applicò per primo e con successo l'elettricità a un aneurisma dell'aorta toracica. Egli concentrò quindi i propri studi sui pericoli dell'elettropuntura e in particolare "su quelli causati dalle escare formantesi intorno ai punti attraversati dagli aghi, allo staccarsi delle quali succedevano talvolta gravi "emorragie, che in alcuni casi riescivano mortali".
Espose i risultati di questi studi nell'opuscolo Sulla elettropuntura nella cura degli aneurismi (Cremona 1856), in cui sostenne che le escare che si formano nei punti attraversati dagli aghi non erano causate esclusivamente dall'azione calorifica, ma anche dall'azionc chimica della corrente elettrica e, in particolare, non solo per l'elettricità negativa, ma anche per quella positiva, e tale proprietà egli denominò "cauterizzazione per l'azione chimica dell'elettrico": ritenne infatti acida l'escara che si forma al polo positivo, alcalina quella che si forma al polo negativo. Distinse pertanto la galvanocaustica in termica e chimica, e quest'ultima in acida e alcalina. Nel 1858, apprestò una pila, poi perfezionata nel 1862, a corrent costante dotata di molta tensione . 9 e tenuissima intensità, particolarmente idonea per la galvanocaustica chimica, il cui vantaggio, come dichiarò nell'opuscolo Dell'azione chimica dell'elettrico sopra i tessuti organici viventi e delle sue applicazioni alla terapeutica (Cremona 1862), consisteva soprattutto nella possibilità d'intervento in zone molto limitate e in tessuti profondi e delicati. Un sunto dei suoi studi sulla galvanocaustica chimica venne pubblicato dal C. col suo Résumé des études sur la galvano-caustique chimique pubblicato nella Gazette médicale de Paris (s. 3, XXXVII, t. XXI [1866], pp. 206 ss., 220-224, 240 ss.), mentre diversi membri della Società di chirurgia di Parigi riconoscevano in lui il vero creatore del metodo.
Intanto il C. si era distinto nel 1848 nell'opera di soccorso ai feriti di guerra. Dal 1852 si interessò attivamente al "miglioramento della condizione fisica del povero" (Prospetto dello stato economico delle scuole infantili di Cremona negli anni 1852-53. Cremona 1854). propugnando l'istituzione a Cremona di un ricovero per bambini lattanti e divezzati, che egli, tuttavia, riuscì a realizzare compiutamente solo un ventennio più tardi con la creazione dell'Istituto bambini lattanti e slattati. Nel 1859 fu direttore dell'ospedale militare centrale di S. Chiara, dispiegando notevoli capacità organizzative allorché, dopo la battaglia di Solferino, affluirono a Cremona poco meno di 10.000 feriti. Nel 1866 fu presidente effettivo del comitato cremonese per il soccorso dei militari feriti e malati in tempo di guerra, che si proponeva di applicare le raccomandazioni formulate dalla conferenza di Ginevra. Nello stesso anno fu eletto medico capo della Congregazione di carità. Insignito della croce dei ss. Maurizio e Lazzaro e della Légion d'honneur, fu membro corrispondente di numerose accademie e società medico-chirurgiche, quali quelle di Torino, Parigi, Bologna, Losanna, Barcellona e dell'Istituto lombardo di scienze e lettere.
Il C. intanto non mancò di proseguire i suoi studi sugli aneurismi. Il suo metodo, divenuto universalmente noto in Italia e all'estero, consisteva nel fare agire contemporaneamente i due poli sul tumore aneurismatico e nell'utilizzare un ago ossidato come conduttore della corrente negativa. Dal 1866 la sua attenzione fu attratta dalla constatazione che il volume di alcuni tumori che aveva sottoposto a trattamento con elettropuntura era diminuito dopo il distacco delle escare: pubblicò le sue considerazioni in due studi, Sulla elettrolisi considerata negli esseri organizzati e nelle applicazioni terapeutiche delle correnti galvaniche; Sulla elettrolisi applicata alla cura dei tumori di varia indole, apparsi rispettivamente in due numeri de IlGalvani del 1874 e del 1875.
Ben consapevole che il suo metodo di cura degli aneurismi presentava non pochi svantaggi e che solo eccezionalmente era in grado di determinare guarigioni definitive, pure il C. poco prima di morire scriveva ancora: "Nello stato attuale della medicina non evvi alcuna cura efficace per l'aneurisma dell'aorta toracica, fuori della elettrolisi procurata per mezzo della galvano-ago-puntura". Eappunto a un'opera riassuntiva e che contenesse la raccolta dei suoi principali contributi alla cura degli aneurismi si dedicava, allorché lo colse la morte a Cremona il 17 ott. 1878.
L'opera, sostanzialmente un'antologia ragionata dei suoi lavori precedenti, venne pubblicata dai suoi allievi G. Ottoni e V. Omboni col titolo L'elettrolisi e le sue applicazioni terapeutiche. Opera postuma, Cremona 1880.
Oltre a quelli già ricordati, meritano ancora di venire menzionati i, seguenti lavori: Prospetto clinico dell'istituto di ostetricia presso l'I.R. Università di Pavia per l'anno 1830-31, in Annali universali di medicina, LXIV (1832), pp. 28-81; ... per l'anno 1831-1832, ibid., LXIX (1834)., pp. 417-486; Alcune osservazioni tratto dal catalogo delle Preparazioni anatomo-patologiche raccolte nello Spedale di Codogno, ibid., CX (1844), pp. 316-381; Apparato elettro-motore a forza costante adatto ad usi medici e ad operazioni chimiche, in Il Politecnico, XIII (1862), pp. 324-335; Nuovo apparecchio per le fratture del femore nei bambini, in Annali universali di medicina, t. CLXXXIX (1864), pp. 151-158; Sul drenaggio chirurgico e sui mezzi che lo coadiuvano, ibid., tomo CLXXXVIII (1864), pp. 312-329; Della compressione diretta nella, cura degli aneurismi, ibid., CLXXXXIX (1867), pp. 351-364; Delle amputazioni nei casi di necrosi invaginata, in Gazzetta medica ital., s. 6, XXIX(1869), 2, pp. 49s.; Sopra un aneurismapopliteosingolare..., ibid.., pp. 257 s.; Relazione intorno al Gabinetto anatomo-patologico esistente presso l'Ospitale Maggiore di Cremona, in Annali universali di medicina, t. CCIX (1869), pp. 520-571; t. CCX (1870), pp. 48-72, 487-513; Sugli aneurismi dell'aorta toracica finora trattati colla elettro-puntura. Studii, ibid., t. CCXIV (1870), pp. 292-398; Sulla trapanazione del cranio, ibid., t. CCXXIV (1873), pp. 561-566.
Bibl.: Necrol. in Corriere cremonese, 19 e 23 ott. 1878; in Bull. delle scienze mediche, s. 6, I (1878), p. 454; In commemor. del cav. dottor. L. C., Cremona 1878 (con elenco degli scritti); A. Corradi, Della chirurgia in Italia dagli ultimi anni dei secolo scorso fino alpresente, Bologna 1871, pp. 56 s., 171-176; B. Grassi, I progressi della biologia e delle sue applicaz. pratiche conseguiti in Italia nell'ultimo cinquantennio, in Cinquanta anni di storia ital., Milano 1911, III, pp. 239 s. L. Ratti, Cremona nel '59, Cremona 1909, p. 34, A. Castiglioni, Storia della medicina, Milano 1927, p. 717; A. Pazzini, Storia della medicina, Milano 1947, II, p. 503; F. Soldi, Risorgimento cremonese 1796-1870, Cremona 1963, pp. 550, 683; A. Hirsch. Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte. II, p. 32. Le opere dei C., conservate presso la Bibl. statale di Cremona, sono catalogate, in Catal. delle opere di interesse medico-naturalistico della Bibl. statale e Libreria civica di Cremona, a cura di L. Usuelli - S. Castellani Usuelli, Milano 1975. pp. 64 ss.