DE CARO, Luigi
Nacque a Parigi il 19 marzo 1901 da Samuele, pittore, e da Nunziata Capillo. Si laureò in medicina e chirurgia all'università di Napoli nel 1924. Nominato aiuto alla cattedra di fisiologia della stessa università, tenuta da F. Bottazzi, nel 1926, ottenne una borsa di studio di perfezionamento all'estero della Rockefeller Foundation che gli permise di frequentare prima il laboratorio di chimica fisica dell'università di Zurigo diretto da V. Henri e poi quello di fisiologia generale dell'università di Strasburgo diretto da E. Terroine; qui seguì anche il corso teorico-pratico di microanalisi tenuto dal biochimico M. Nicloux. Nel 1930 conseguì la libera docenza in fisiologia sperimentale e nel dicembre del 1933 quella in chimica biologica. Dal 1930 al 1939 fu direttore del laboratorio di ricerche biologiche della S.A. Carlo Erba di Milano; nel 1937 ebbe l'incarico dell'insegnamento della chimica biologica presso l'università di Genova e, nel 1939, quello di direttore del laboratorio di fisiologia dell'università di Pavia. In questo ateneo fu anche incaricato dell'insegnamento di fisiologia generale.
Vincitore del concorso per la cattedra di fisiologia umana dell'università di Bari, il D. nel 1939 fu chiamato a dirigere la cattedra di tale disciplina presso l'università di Pavia, dove rimase fino alla sua morte. In questa università fu preside della facoltà medica dal 1945 al 1959 e rettore dal 1959 al 1965. Dedicandosi interamente alla ricerca scientifica, si occupò prevalentemente di problemi di vitaminologia e di endocrinologia e, in minor misura, di alcuni aspetti dell'assorbimento intestinale. I risultati delle sue osservazioni in tali campi furono di notevole importanza, ed ebbero risonanza internazionale.
Dopo una serie di lavori giovanili sulla conduttività elettrica del muscolo scheletrico e sulle proprietà chimico-fisiche delle proteine muscolari, egli condusse, con i suoi collaboratori, approfonditi studi sulla vitamina C (acido ascorbico) e soprattutto sulla vitamina B1 (tiamina). Nel 1933-34 dimostrò che nella cavia l'andamento dell'avitaminosi C e il calo dei potere riducente delle ghiandole surrenali vanno di pari passo, mentre il contenuto in gruppi sulfidrilici dei surreni e di altri tessuti non si modifica. Ciò stava a indicare che acido ascorbico e composti sulfidrilati, pur avendo tutti attività riducente, hanno significato fisiologico e funzioni diversi. Della fisiologia della tiamina il D. studiò essenzialmente tre aspetti: il metabolismo del piruvato negli animali in avitaminosi B1; i rapporti tra carenza di tiamina e asse ipofisi-surrene; il meccanismo d'azione di alcune antivitamine B1 di sintesi. Egli sostenne che, sebbene l'avitaminosi B1 alimentare ne riduca il contenuto in cocarbossilasi, i tessuti mantengono in tale condizione la loro capacità di utilizzare il piruvato, che è ridotta solo dall'avitaminosi B1, più profonda. Questa concezione, che è il risultato di un folto gruppo di ricerche svolte tra il 1940 e il 1955, fu considerata al momento un po' eterodossa, ma successivamente ha ricevuto conferma dai risultati degli studi di altri autori condotti anche con l'impiego di sostanze marcate, ed è ora ampiamente accettata. L'aumento del piruvato ematico, considerato specifico della avitaminosi B1 alimentare, è, invece, fondamentalmente aspecifico, conseguendo allo stato di stress che l'avitaminosi ingenera.
Gli studi del D. sulle due principali antivitamine B1 (piritiamina e ossitiamina) consentirono di chiarirne il meccanismo d'azione: la prima'compete con la fosforilazione della tiamina e ne riduce il contenuto nei tessuti, specialmente in quello nervoso, dove la antivitamina si accumula, causando la sintomatologia nervosa tipica del beri-beri; l'altra non inibisce la fosforilazione, non si accumula nel tessuto nervoso e, perciò, non dà sintomatologia nervosa. Dei suoi numerosi lavori sull'argomento si ricordano qui, tra i più significativi: Alterazioni metaboliche da avitaminosi B1, in Pubbl. chini. e biol. med., "Istituto C. Erba" per ricerche terap., I (1953), pp. 231-45; On the metabolic significance of blood pyruvate in B, avitaminosis, in Experientia, XI (1955), pp. 196 s. (in coll. con G. Rindi); Tiamina e carbossilasi, in Symposia genetica et biologica ital., VII (1959), pp. 330-50 (in coll. con G. Rindi).
Le ricerche di endocrinologia del D. riguardano soprattutto la corteccia surrenale, di cui egli studiò l'influenza sull'assorbimento intestinale dell'acqua, dei glucidi e dei lipidi, sui sistemi enzimatici gluconeogenetici e sull'attività della fibra nervosa (Funzioni della corteccia surrenale, in Boll. d. Soc. ital. di biol. sper., XXIX [1953], pp. 863-945): Degna di menzione è anche la serie di lavori del periodo milanese sull'azione della tiroxina inibente l'ossidazione degli acidi grassi insaturi, che lo portò a identificare nell'ossidrile il gruppo funzionale responsabile dell'effetto antiossidativo. Del D. si ricorda ancora che fu relatore principale ai congressi nazionali delle Società italiane di fisiologia (Palermo 1953) e di patologia (Rapallo 1959) e alle celebrazioni spallanzaniane (Reggio Emilia 1959). Tra i suoi scritti si ricordano, inoltre: Fisiologia e pensiero, in Ann. d. Univ. di Pavia, 1957-58, pp. 1-21; Termoregolazione negli orgartismi omeotermi e nell'uomo, in Atti d. Soc. ital. di patologia, VI congresso, Rapallo 1959, pp. 155-229; Principi di fisiologia umana, 2 voll., Milano 1967 (con R. Margaria).
Come rettore dell'università di Pavia, il D. operò in favore della ricerca scientifica, della cui importanza era convinto assertore, aumentando i fondi per il funzionamento degli istituti e istituendo numerose borse di perfezionamento per neolaureati.
Egli, inoltre, potenziò l'università: istituì le nuove facoltà di economia e commercio e di ingegneria elettronica, costituì il centro di calcolo dotandolo di calcolatore elettronico, installò uno dei primi reattori nucleari e costruì gli edifici di vari nuovi istituti. In favore degli studenti, si adoperò per l'istituzione del nuovo collegio universitario P. Fraccaro, portò a compimento il restauro del quattrocentesco collegio femminile Castiglioni-Brugnatelli e ampliò le strutture ricettive già esistenti.
Il D. fu membro effettivo dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, dell'Accademia medica lombarda, della New York Academy of Sciences e socio corrispondente della Accademia Gioenia di scienze e lettere. Insignito della medaglia d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte, fu anche presidente della Società italiana di fisiologia e socio fondatore della Società italiana di biologia sperimentale.
Egli inoltre svolse attività politica nel Partito liberale italiano, e fu per più tornate assessore e consigliere comunale a Pavia, dove resse anche la presidenza provinciale del partito. Aveva sposato Katia Pardjunova.
Morì a Pavia il 1° genn. 1965.
Bibl.: Necrol. in li Farmaco, XX (1965), pp. 463-69; in Rend. d. Ist. lonib. di scienze e lett., IC (1965), parte gen., atti uffi, pp. 107-13; in Arch. fisiol., LXV (1965-66), pp. 1-6; G. Rindi, La vitaminologia in Italia: L. D. in Acta vitaminol. et enzymol., n. s., I (1979), pp. 68-71.