DE PAOLI, Luigi (Gigi)
Nacque a Cordenons (Pordenone) il 26 maggio 1857 da Giacomo e Lucia Cardin. A quattordici anni, compiuto l'apprendistato nel laboratorio di uno scalpellino a Vittorio Veneto, si iscrisse alla scuola d'arti e mestieri di Trieste e quindi all'accademia di belle arti di Venezia, dove si diplomò nel 1877. Frequentò lo studio di V. Panceiera (Besarel) e fu allievo di P. Molmenti. Consegui presso l'accademia di Venezia l'abilitazione all'insegnamento del disegno nelle scuole tecniche normali e magistrali. Negli anni a cavallo tra i due secoli insegnò a Pordenone e a Udine, dove ebbe allievi di notorietà non solo locale quali A. Mistruzzi, V. Franco, A. Calligaris, i Sello.
Le prime esposizioni di scultura, che rivelarono la sua predilezione per il nudo, riscossero un discreto successo: a Torino nel 1884 (Busto di donna); a Milano, nel 1886 (Luna di miele, ovvero Venere e amore, di cui sono state fatte molte riproduzioni in gesso, in marmo e in bronzo; un tondo in marino si trova presso i Civici Musei di Udine); a Venezia, nello stesso anno (Ninfa e La bisca). Nel 1890 ottenne la medaglia d'oro alla rassegna di Palermo con il modello in gesso Lacaduta di Icaro: l'opera fu inviata dalla Commissione superiore di belle arti a rappresentare l'Italia all'Esposizione mondiale di Chicago dello stesso anno (il bronzo è conservato presso il Museo civico di Pordenone). Le è complementare l'Icaro caduto (o Icaro portato dalle onde), bronzo dei Civici Musei di Udine, che ripropone nel disegno generale la Morte di Abele di G. Duprè. Il successo all'estero si ripeté con la sua presenza al Salon di Parigi (1893), dove il D. ottenne il primo premio. Nel 1899 espose a Londra e subito dopo a Monaco di Baviera (Rosa con la spina), dove si trattenne due anni, avendo vinto un concorso per un gruppo di statue decorative (Damiani, 1978).
Già nel 1894 si era cimentato nella scultura cimiteriale con il monumento sepolcrale (medaglione marmoreo con ritratto) alla memoria della Marchesa Alda Gherardini, nella cappella della villa gentilizia a Reggio Emilia. Si specializzò in questo filone, diventando un tipico scultore cimiteriale.
Quattro sue opere sono nel cimitero genovese di Staglieno, tra cui il monumento sepolcrale della famiglia White. Numerose le testimonianze in Friuli: a Casarsa il monumento al Conte Roberto de Concina, con scena di alpini all'assalto, altorilievo in marmo (1922); a Castello d'Aviano un Crocifisso marmoreo sulla tomba Policreti; nel cimitero di Zoppola un'Addolorata; a Pordenone cinque monumenti, tra cui una Pietà sulla tomba Salice e nel cimitero di Porcia una Madonna. Nel cimitero di Udine si trovano otto suoi monumenti e altrettanti a Portogruaro (Venezia), mentre quattro sono a Mandello Lario (lago di Lecco) e altrettanti a Lugano. A Cordenons rimane il Monumento ai cadutidella guerra 1915-18. A Bolzano (frazione di San Giovanni al Natisone in provincia di Udine) si trova una lapide a Pietro Zorutti, con medaglione in bronzo, effigie del poeta friulano.
Quasi altrettanto numerose sono le sue opere nelle chiese.
In provincia di Pordenone: nella parrocchiale di Casarsa Il battesimo di Gesù, altorilievo nella lunetta del portale; nell'arcipretale di Porcia una Madonna; nellaparrocchiale di Zoppola un S. Martinovescovo; in S. Maria Maggiore a Cordenons Dodici apostoli, nelle nicchie della navata, calchi, alcuni mal eseguiti, di lavori scolpiti in precedenza per altre chiese; nella parrocchiale di Torre di Pordenone Angeli all'altar maggiore (1900-1910 ca.); a Pordenone, nel santuario delle Grazie, da lui progettato in collaborazione con D. Rupolo due Angeliadoranti; nellachiesa del Cristo lo stesso soggetto e in quella di S. Giorgio Angeli, Redentore sopra il tabernacolo e altorilievo ligneo del Sacro Cuore; a Fiume Veneto un'Assunta e S. Nicolò (1927 c.) e a Montereale Valcellina un Gruppo di s. Anna (1927c.). In provincia di Udine: a Montenars (Artegna), nella chiesa di S. Elena un bassorilievo del Vescovo Francesco Isola; a San Marco, frazione di Mereto di Tomba, le sculture di cinque altari (Cristo orante, Angeli, Estasi di s. Luigi, Miracolo di s. Antonio, S. Giuseppe col Bambino e s. Giovanni e Vergine del Rosario).
Tutte le opere chiesastiche e cimiteriali, eseguite su commissione, risentono del conformismo dei committenti, che ha spesso ragione sull'estro dell'artista, il quale non uscì dalla sfera provinciale. Ciononostante subì anche l'influsso neoclassico del toscano L. Bartolini, giungendo ad un intenso naturalismo psicologico solo nell'Icaro.
Altri lavori da ricordare sono un busto di Fra' Paolo Sarpi (Udine, via omonima), un ritratto a mezzo busto dello scultore locale Andrea Flaibani, un busto di Umberto I e uno di Vittorio Emanuele III (Udine, Civici Musei). Un busto a Don Bosco è presso il collegio Don Bosco di Pordenone, nel cui oratorio vi èanche un Gruppo statuario di don Bosco.
Dal 1900 il D. fu chiamato a far parte della Commissione provinciale d'arte e antichità; fu ispettore onorario ai Monumenti e alle antichità per il Friuli occidentale e socio di varie accademie, tra cui quella di Udine.
Meno nota è la sua attività di medaglista, testimoniata da tre medaglie in bronzo presso i Civici Musei di Udine. Negli ultimi anni, essendogli troppo gravoso scolpire, si dedicò alla pittura ad acquerello, oggetto delle mostre personali che tenne al palazzo comunale di Udine (1938) e a Pordenone (1943), con predilezione per nature morte e paesaggi.
Morì a Pordenone il 17 luglio 1947.
Fonti e Bibl.: Giornale di Udine, 14 apr. 1894, n. 89;F. Simonutti, La chiesa di San Marco in Friuli, Udine 1902, pp. 22 s.; La Patriadel Friuli, 28 ag. 1903, 1° apr. 1922, 27 ott. 1928;A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1906, pp. 177 s.; Due artisti friulani, in L'opera didon Bosco a Pordenone, Pordenone 1927, pp. 41-44;F. Cigolotti, Un eletto artista: G. D., in Il Popolo del Friuli, 18 maggio 1937; Una visita a G. D. e ai suoi quadri più recenti, ibid., 2 sett. 1943; C. Someda-De Marco, Il Museo civico e le Gallerie d'arte anticae moderna di Udine, Udine 1956, pp. 82, 120, 219; T. Pasqualis, Cordenonesi illustri, in Cordenons. Atti del 40ºCongresso della Societàfilologica friulana, Pordenone 1963, p. 218; A. Benedetti, Le vicende storiche... in Pordenone, Torino 1969, p. 63; G. Forniz, Il travagliodell'arte nella temperie ottocentesca, ibid., p. 256; R. Toniolo, La sculturadell'Ottocento in Friuli, tesi di laurea, Univ. di Padova, fac. di magistero, 1972-73, pp. 91 s., 142; L. Damiani, Arte del Novecento in Friuli, I, Il Liberty e gli anni Venti, Udine 1978, pp. 54 s.; G. Chiaradia, Pordenone. Schede per la lettura della città, Pordenone 1980, p. 49.