DE' SERVI, Luigi
Nacque a Lucca il 4 giugno 1863 da Pietro e da Aurelia Lucarelli.
Il padre, pittore di opere devozionali, lo avviò agli studi ginnasiali, presto abbandonati per la locale accademia di belle arti, dove studiò sotto la guida di L. Norfini. Gravi problemi economici (i genitori avevano avuto venti figli, quattordici dei quali sopravvissuti; due di questi, Carlo e Lorenzo, furono anch'essi pittori di quadri sacri) lo spinsero nel 1883 a recarsi in Argentina, dove ottenne importanti commissioni. Eseguì infatti i ritratti dei Settanta governatori della provincia di Buenos Aires (dal 1810), quattro quadri con La vita primitiva dell'uomo argentino per la rotonda d'ingresso del Museo di La Plata -, sei affreschi per il Grand Hôtel di Mar del Plata, oltre ai ritratti del presidente della Repubblica e di altre personalità. Nel 1888 circa tornò in Italia, ma da Lucca ripartì per Londra, dove continuò l'attività di ritrattista. Ben presto (1892) il padre lo richiamò per eseguire due affreschi (La morte di S. Caterina e S. Caterina che salva il monastero dall'assalto dei facinorosi) nella chiesa di S. Caterina a Varazze, cui fecero seguito altre commissioni per le chiese di Cantalupo, Celle, Cogoleto, Albisola, Alassio, Loano, Sori, Lavagna.
Dopo una breve parentesi parigina, ritornò nella città natale per eseguire alcuni affreschi nel cimitero. Si recò a Genova intorno al 1895, quando partecipò per la prima volta alla Esposizione della Società promotrice di belle arti, cui prese parte fino al 1908 con la sola eccezione del 1905, per protesta contro la sonnolenta attività dell'istituzione. Sin dal 1895 la stampa genovese lo segnalò per l'olio di soggetto religioso Quasi mirrha electa (cfr. Il Caffaro, 6 apr. 1895). Insieme con P. Nomellini, E. De Albertis, A. Craffonara ed altri venne coinvolto nel 1898 nella decorazione della taverna del Falcone (nelle cantine di palazzo Gambaro, in via Garibaldi), ritrovo della Famiglia artistica genovese (1897-1900), di cui era membro. Vi eseguì due affreschi, una Madonna col Bambino ed un S. Giorgio che trafigge il drago, poidistrutti. Nel 1899 vinse i concorsi per l'illustrazione di una cartolina e di una tessera per i dipendenti del giornale Il Caffaro, esponendo poi ad una mostra di bozzetti. Nell'ambito della ristrutturazione (1898-1902) di villa Raggio a Genova-Albaro (poi ospedale ortopedico S. Giorgio, ora non più funzionante), diretta dall'arch. R. Haupt, svolse attività di pittore "figurista" (Genova nuova, 1902, p. 366) con A. Quinzio, L. Gainotti, A. De Lorenzi.
Era formalmente legato a una pittura di tradizione ottocentesca, come testimoniano alcuni ritratti della Civica Gall. d'arte moderna di Genova-Nervi (Ritratto di E. Mackenzie, 1902, assicuratore e mecenate dell'arch. G. Coppedè; Ritratto di signora, 1902; Ritratto di M. M. Martini, 1904; Ritratto di A. G. Barrili, 1907), preziosamente rifiniti nei particolari da una pennellata, ricca talvolta di scioltezze boldiniane, che si affianca a una rigorosa struttura disegnativa.
Attivamente impegnato a sollecitare un rinnovamento degli indirizzi culturali della Società promotrice di belle arti, nel 1907 ne diventò consigliere; nel 1909 era fra gli artisti della Giovane Italia, gruppo alternativo alla "vecchia guardia" artistica. Vinto il concorso, nel 1905, dopo più di un anno di lavoro, il D. inaugurò gli affreschi (ora perduti) dell'atrio della nuova stazione ferroviaria di Genova-Brignole con una serie di figurazioni allegoriche esaltanti con fiducioso atteggiamento borghese il boom commerciale, marittimo e industriale della Genova fin-de-siècle.
Nel riquadro centrale del salone principale dipinse una Apoteosi del lavoro (l'Italia che approva l'operato di Genova, circondata da Lavoro, Commercio, Economia ed Arte), nella parete di sinistra La grandezza di Genova in terra e in quella di destra La grandezza di Genova in mare (parzialmente documentati in G. B., Mostra..., 1939). Completavano il ciclo quattro sovrapporte lunate con le figure di C. Colombo, A. Doria, G. Mazzini e del Duca di Galliera, in mezzo a putti e motivi floreali. Evidenti suggestioni della pittura genovese seicentesca affiorano nella plastica soda e tornita dei corpi; poche le inflessioni liberty.
Nel 1906 il D. affrescò, a Genova, gli esterni del palazzo di via Montesuello 5 (prog. arch. C. Fuselli, sculture di E. De Albertis), ma le due figure, maschile e femminile, improntate a un neomichelangiolismo di marca decarolisiana, che affiancavano il portone, a causa dell'impiego di materiali scadenti e di una tecnica impropria sono ormai documentabili solo grazie ad una foto d'epoca (Marcenaro-Casareto, 1973, cat. 50; Sborgi, 1984, p. 307, ill. 219, 220). Nel 1906 partecipò all'Esposizione internazionale di Milano e tre anni dopo, con altri genovesi, venne invitato al Salon d'automne di Parigi. Nel 1909 ritornò a Buenos Aires per affrescare l'Apoteosi del primo secolo dell'indipendenza argentina nel soffitto del salone dei ricevimenti (salón blanco) del palazzo del governo; eseguì poi due quadri con Le imprese del generale M. Belgrano per il governo di Jujuy e ritratti di Bartolomé Mitre (firmato e datato 1911) e di Justo Joé de Urquiza (firmato e datato 1912, entrambi presso il Museo della Casa a Buenos Aires).
Ritornò a Lucca nel 1912 e decorò il salone della Cassa di risparmio con la Processione del Volto Santo nel 1300 e La Cassa di risparmio offre alla città di Lucca l'albo d'oro della sua attività amministratrice del risparmio e della beneficenza. Legato al regime, nel 1923 eseguì due ritratti di Mussolini (cfr. cat. mostra, 1939) e nel 1926 allestì una mostra personale con trentuno opere a Roma, nel foyer del teatro Nazionale.
Morì a Lucca il 25 giugno 1945.
Fonti e Bibl.: Alla Promotrice. Il professore L. D., in Il Caffaro (Genova), 6 apr. 1895; L. A. Vassallo, Alla taverna del Falcone, in Il Successo, il dic. 1898, p. 509; Gilliat, L. D., in IlCaffaro, 23-24 maggio 1901; Genova nuova, Genova 1902, p. 366; M. Cappelletti, Cronache d'arte. Gli affreschi di L. D. a Genova, in La Rass. lucchese, II (1905), 10, pp. 1935 s.; "Noi", La mostra del pittore D., in Gazz. di Genova, XII (1918), p. 9; G. Patrone, S. Caterina da Siena patrona di Varazze, Varazze 1926, p. 42; F. Paoli Puccetti, La mostra di un pittore lucchese, in La Garfagnana, 21 marzo 1926; Bruno di Roccabruna, Un maestro della pittura: L. D., in Rass. d'Europa, VI (1927), p. 65; A. M. Bessone Aurelj, Diz. dei pittori ital., Milano-Genova-Roma-Napoli 1928, p. 269; A. Corna, Diz. della storia dell'arte in Italia, Piacenza 1930, pp. 62 s.; O. Grosso, Mostra dei pittori liguri dell'Ottocento, Genova 1938, III, tav. 45; G. Riva, Mostra dei pittori liguri dell'Ottocento, in Genova, XVIII (1938), 10, p. 15; G. B., Mostra personale del pittore toscano L. D., (gall. Geri, catal.), Lucca 1939; C., Mostra commem. del pittore L. D. (catal.), Lucca 1946; L. Frassati, Genova come era. 1870-1915, Roma 1960, p. 69; O. Grosso, La Famiglia artistica genovese, in Liguria, XXVIII (1961), 5, p. 7; V. Rocchiero, Ottocento pittorico genovese: L. D., ibid., 10, pp. 17-20; G. Pacifici, Presentazione mostra postuma del pittore L. D., Lucca 1969; S. Paglieri, E. Olivari e il suo tempo, Genova 1969, pp. 17, 31, 36, 45, 52 s., 73, 79; Id., Il caso Bardinero, Genova 1972, passim; G. Marcenaro-A. Casareto, 1911-1925 Genova, cultura di una città (catal.), Genova 1973, p. 32; V. Rocchiero, Scuole gruppi pittori dell'Ottocento ligure, Roma-Genova-Savona 1981, pp. 195 s.; M. F. Giubilei, in R. Bossaglia-M. Cozzi, ICoppedè, Genova 1982, p. 163 n. 5; G. Giubbini, L'Eroica. Una rivista ital. del Novecento (catal.), Genova 1983, pp. 24 n. 9, 96; F. Sborgi, Problemi della decorazione pittorica delle facciate fra Ottocento e Novecento, in Facciate dipinte, conservazione e restauro, Atti del convegno, Genova 1984, pp. 265, 307 ill. 219 s.; O. Banchieri Vitone-F. Sborgi-L. Tondi, Testimonianze liberty a Genova, Genova 1986, ill. 31, 34 e passim; Genova, il Novecento, a cura di G. Marcenaro (catal.), Genova 1986, pp. 55, ill. VIII, 59 e passim.