DENZA, Luigi
Nacque a Castellammare di Stabia (Napoli) il 23 febbr. 1846 da Giuseppe e da Giuseppa Savora.
Appena sedicenne, entrò quale allievo interno nel conservatorio "S. Pietro a Maiella" di Napoli, ove studiò armonia e contrappunto con P. Serrao e composizione con S. Mercadante, che, intuite le sue non comuni qualità musicali, lo incoraggiò nei primi passi della carriera; contemporaneamente studiò canto con C. Costa, M. Russo e A. Guercia, acquistando un'esperienza utilissima per la sua futura carriera di insegnante.
Dotato di grande talento musicale e di una naturale facilità melodica, esordì ben presto come autore di musica vocale da camera: dopo una breve parentesi rivolta ad opere di più ampio respiro, questa diverrà la sua attività preferita e gli procurerà fama mondiale. Il 13 maggio 1876 fece rappresentare al Mercadante di Napoli l'opera seria in quattro atti Wallenstein sulibretto di A. Bruner da Schiller, lavoro che riscosse esito mediocre e lo indusse a dedicarsi interamente all'attività di compositore di romanze, canzoni in dialetto napoletano, melodie su testi italiani, francesi e inglesi, cui legò il suo nome e il suo talento di musicista colto e raffinato. Contemporaneamente, affrontò la carriera di cantante e diede numerosi concerti a Napoli, Nizza, Parigi e Londra, contribuendo alla diffusione della sua sterminata produzione cameristica.
Questa attività iniziò nel 1869 con le canzoni T'allicuorde e Giulia;l'immediato successo ottenuto lo mise in grado di gareggiare con il più famoso F.P. Tosti, di cui divenne fraterno amico. La sua produzione raggiunse, poi, livelli di grande popolarità con le romanze Occhi di fata e Se, ambedue composte prima del 1880, anno in cui il D. legò il suo nome ad una delle più celebri canzoni napoletane di tutti i tempi, Funiculì funiculà. Nata quasi per scherzo dalla collaborazione con G. Turco, la canzone sarà tradotta in moltissime lingue e diverrà in Italia e all'estero il simbolo stesso della napoletanità più travolgente ed esuberante.
La canzone fu composta a Castellammare di Stabia, ove il D. si recava periodicamente, e nacque dall'incontro con il giornalista napoletano, che invitò il compositore a scrivere una canzone in occasione della festa di Piedigrotta per celebrare l'inaugurazione della funicolare del Vesuvio. Il successo fu immediato: l'editore Ricordi in un solo anno ne vendette un milione di copie, offrendo al mondo musicale il modello di una canzone moderna, che "con la sua forza dinamica, tarantellistica, riproponeva la maniera rossiniana e trasfigurava i due termini veri 'jammo jà' e 'funniculì funniculà' in due 'mottozzi'" (Viviani, p. 683). In realtà in questa canzone il D., peraltro legato alla romanza da camera e al genere lirico malinconico, apriva alla tradizione partenopea una nuova possibilità di espressione che denunciava la prima intrusione borghese nella storia del canto popolareggiante.
Il successo raggiunto con questa e altre canzoni e la fama di ottimo maestro di canto favorirono il trasferimento del D. a Londra ove, probabilmente incoraggiato dal favore incontrato dai connazionali P.M. Costa e F.P. Tosti, si stabilì definitivamente nel 1887 divenendo nel 1898 professore di canto e poi direttore della Royal Academy of Music.
Morì a Londra il 27 genn. 1922.
Autore di oltre cinquecento tra romanze e canzoni, di duetti, terzetti, cantate, inni, pubblicò anche opere didattiche, tra cui Venti solfeggi melodici nello stile antico e moderno del canto italiano (London 1917).
Tra le romanze più celebri, tutte pubblicate dall'editore Ricordi di Milano, per lo più senza indicazione di data, salvo diversa indicazione, si ricordano: Aciel sereno (versi di R. E. Pagliara); Addio! (D. Pandolfi); Ah! non dormir (E. Bonadia); Amate! Amate! (R.E. Pagliara, 1889); Brindisi (E. Mancini); Canto de la fanciulla rubiana (Pagliara); Canzone della polenta (L. Coppola); Con te! (Pagliara); Deh, non partir (C. Errico, 1919); Desiderio (Pagliara); Dolce peccato (F. De Rensis); Il dono (Bonadia); Dormì! serenata (Pagliara); Dormiveglia (Errico); Ei tornò (E. Cattermole); Era un dì di primavera (p.Malerbi); Festa del villaggio, stornello (E. Golisciani); Ilfiglio del coscritto, cantilena popolare (p. Thomar); Fiori di campo (Errico); Il fiume del riposo (Pagliara da F. E. Weatherby, 1899); Fuggimi! (G. Genina Mancini); Giulia! (E. Randegger); Godiam!, duettino (C. Pepoli): Incontro (Errico, 1919); Innodel Fieramosca; Il lago di Como (Pepoli); Lo sapea (L. De Giorgi); Luce ed amor (N. F. Faraglia); Luna ideal (A. Boito); Mai! (Errico); Margherita (Pagliara); Mattinata di maggio (C. Clausetti); Mattino (Errico); Sei melodie a due voci (G. H. Newcombe-A. Franci); Mesta son io!; Mughetti (Pagliara); Non mi lasciar (Clausetti); Non t'amo più (De Giorgi); Occhi lucenti (E. Panzacchi, 1921); Occhi turchini (Pagliara); Perché?, pagina d'album (G. Zanella); Per sempre (N. F. Faraglia); Poveri fiori (Mefistofele); Povero infranto core (Pagliara da T. Moore); Rosa (S. Di Giacomo); Se ... (A. Mancini); Sempre con te (F. Mancini); Sera d'aprile (Golisciani); Sogni del passato (Pagliara da F.E. Weatherby); Sola (Pagliara); Sul tuo verone (Bonadia); Torna! (Pagliara); Vieni (Errico). Canzoni napoletane: Azzeccate! (Pagliara); Che ne cacce che faie la tosta? (Bonadia); Duorme! (Pagliara); La Fatella mia, due bozzetti popolari per Piedigrotta (Bonadia, 1882), Frisio, barcarola (E. Jammy); Guardame sulo!; Napule! (Pagliara, 1884); Palomma 'e sera, duettino (Id.); Te ne vaie (Bonadia); Lo telefono (G. Turco): Tirate in qua! ... Tirate in là (Pagliara, Piedigrotta 1837); Tirate 'a renza (Id., Piedigrotta 1887); Uocchie nire, stornello (Turco, Piedigrotta 1883), Uocchie turchine (Pagliara). Romanze francesi: A l'idole (S. Bordèse); A un portrait (J. De Joly); L'absence (M. Desbordes Adieu (A. De Musset); L'amour sen vient,l'amour sen va! (A. Silvestre); Auprès de toi (Bordèse, 1884); Le baiser (M. Monnier); Bonjour Souzon (De Musset, 1881); Bonjour Gaston (De Joly); Chant du soir (Id.); Chant printanier (Bordèse, 1921); L'echange, chansonnette (A. Dumas); Epitaphe (F. Coppée); Fête du village (p.Solanges); Les filles de Seville (S. Bordèse); J'ai déviné (M. Martynow); J'aime (Solanges); Je t'aime (H. Ae Curzon); Marguerite (A. Roque); Pensée d'amour (E. Jammy);Prends garde! (De Joly); Rêve d'amour (L. Dhuguet); Rêve passé (Jammy); Le reveil (M. Desbordes-Valmore, 1894), Sincere melodie, Le Soir (Id., 1899); Souvenir de Quisisana (Solanges); Toi! (Roque), Venez! (C. Errico-R. Vilbianne, 1928).
Romanze in lingua inglese, pubblicate dalla Ricordi londinese, salvo diversa indicazione: A river song (W. Boosey); A rose (M. Dreyfus, 1903); Come to me (Boosey, Milano); Do you regret? (Id., ibid.); Good night! (H.W. Longfellow); In shadowland (G. Hubi, Milano 1900); Like to like (G.J. White Melville, ibid.); Little wateress (F. E. Weatherby, 1899); My paradise (A. Chapman); Solong, so long (Weatherby, Milano); That hour (C. Bingham); The rose's message (E. Waller). Compose inoltre le cantate: Le jardin des fleurs, En Arcadia, Gipsy suite, Coral isle (Napoli s. d.) e vari pezzi per pianoforte, tra cui: Estasi, Una gita a Pompei, Un sospiro, Tre minuti di malinconia (Napoli 1873), Estasi d'amore (ibid. 1899), Coquette, Notturnino in la bemolle, Sospiro (Milano, Ricordi, s.d.); Notturno in la bemolle (Napoli s. d.).
La fama del D. è legata soprattutto a Funiculì funiculà, che per la sua gaia e orecchiabilissima struttura melodico-ritmica fu destinata ad una popolarità senza limiti di spazio e di tempo e, intesa tra l'altro quale genuino canto popolare, fu utilizzata da R. Strauss nella sua fantasia sinfonica AusItalien e, orchestrata da N. Rimskij-Korsakov, eseguita in occasione del cambio della guardia al palazzo reale danese.
In realtà la figura del D. si colloca nella generazione di compositori che tra il 1880 e i primi anni del nuovo secolo diedero vita ad una nuova fulgida stagione della canzone napoletana. Accanto a F. P. Tosti, E. De Leva, P. M. Costa, P. A. Tirindelli e tanti altri, il D., che si valse della collaborazione di poeti come R. E. Pagliara, G. Russo e C. Errico, è considerato uno dei rappresentanti più significativi della melodia napoletana d'intonazione popolare che seppe elevare a livelli di compiuta espressione d'arte. La sua fantasia melodica, ispirata, spontanea ed elegante lo pone infatti tra i compositori che, superando i limiti d'una invenzione piacevole e vivace ma povera di significati, lasciarono un'impronta duratura nella pur ricca e lunga storia della canzone partenopea cui seppero imprimere vitalità e originali valori d'arte destinati a perdurare nel tempo.
Bibl.: Necr., in Musica d'oggi, IV (1922), 1, p. 46; Illustraz. ital., 19 febbr. 1922, p. 236; A. Lualdi, Rinnovamento musicale ital., Milano 1932, p. 88; S. Di Massa, La canzone napoletana e i suoi rapporti col canto popolare, Napoli 1939, pp. 165 s.; F. Petriccione, Piccola storia della canzone napoletana, Milano 1959, pp. 26, 31 s., V. Paliotti, La canzone napoletana ieri e oggi, Milano 1962, pp. 29, 34; E.De Mura, Enc. della canzone napoletana, I, Napoli 1968, pp. XX, 131 s., 173, 254 s., 459, 482;V. Viviani, Storia del teatro napoletano, Napoli 1969, p. 683; S. Di Massa, Storia della canzone napoletana dal '400 al '900, Napoli 1982, pp. 269, 318 s., 369; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, p. 308;A. Caselli, Catal. delle opere liriche pubblicate in Italia, p. 140; C. Schmidl, Diz. univ, dei musicisti, I, p. 434, Suppl., p. 253; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, pp. 178 s., App., p. 79; Enc. della musica Rizzoli Ricordi, II, p. 38; The New Grove dict. of music and musicians, V, p. 379; Diz. Encicl. univ. della musica e dei musicisti, I, Le biografie, p. 461.