MORSELLI, Luigi Ercole
Poeta drammatico, nato a Pesaro il 19 febbraio 1882, morto a Roma il 16 marzo 1921. Intorno al 1900 è a Firenze iscritto nella facoltà di medicina, ma collabora, intanto, al Giornale dantesco e frequenta il gruppo del Leonardo. Nell'agosto del 1903, s'imbarca a Genova sopra un veliero diretto alla Città del Capo, da cui in seguito, insieme con F. V. Ratti, si reca nell'America Meridionale. Nell'Uruguay è persino nominato capo di Stato maggiore nella spedizione armata dal governo di quel paese contro il ribelle generale Aparicio Saravia. Chiuso questo ciclo d'avventure, il M. si stabilisce a Roma e vi fonda una rivista commerciale, Il Mercurio. La sua vita, iniziatasi nell'agiatezza, si fa, nel volgere degli anni, dolorosa e dura, e tale rimane fin quasi alla morte, che lo colse, per un male irreparabile, quando aveva conquistato, con la fama, il benessere e la pace.
Nel 1909 la personalità poetica del M. si rivela con una piccola raccolta di belle prose liriche e satiriche insieme: Favole per i re d'oggi. Seguirono due volumi di novelle: Storie da ridere.... e da piangere (1918) e Trio Stefania (1920).
Ma le opere che gli diedero più durevole nome sono tra quelle da lui scritte per il teatro: Orione, Glauco, Belfagor. La prima, che il M. chiamò tragicommedia mitologica, fu rappresentata a Roma nel 1910 con grande successo. Vi appare la figura del figlio di Giove, di Nettuno, di Mercurio e della Terra, esaltazione della materia che la materia stessa, in forma di un minuscolo scorpione, sconfigge e abbatte; la seconda, tragedia nel senso più alto, venne rappresentata ugualmente a Roma nel 1919, e segnò uno dei maggiori successi del teatro italiano contemporaneo. Qui l'amore della gloria che in Orione ha fini tutti materiali si nobilita e s'innalza fino alla conquista della divinità che Glauco strappa con l'inganno alla maga Circe. Ma insieme con la gloria Glauco ama l'umile pastora Scilla di cui Circe spezza il filo della vita per vendicarsi di lui. E quando, re e dio, Glauco ritorna alla sua terra d'Artemidia, non gli resta che farsi legare alla spoglia dell'amata e farsi calare, maledicendo la gloria e l'immortalità tanto bramate, nel mare, da cui il suo pianto suonerà eterno ammonimento agli uomini. Il Belfagor, "arcidiavoleria" in 4 atti, prende lo spunto della famosa novella del Machiavelli. Il lavoro, riordinato da T. Sillani sulle carte lasciate dal M., apparve in volume nel 1930 e fu rappresentato per la prima volta a Roma nel 1933 con pieno successo. Col Belfagor lo spirito del poeta già vicino alla morte si rifugia, ormai credente in Dio e nella vita, in quella verità alla quale egli era giunto attraverso l'esperienza dei suoi eroi maggiori: Orione che smentisce, con la sua fine, un credo eroico tutto esteriore e vano; Glauco che pur avendo un credo eroico più alto e duraturo lo vede infrangersi in una delusione suprema: la perdita dell'unica felicità che vale, quella dell'amore. Nel Belfagor, difatti, sconfitto dalla fedeltà di una fanciulla innamorata uno spirito infernale, è donata a un Glauco minore, il marinaio Baldo, la certezza del bene raggiunto.
Accanto alle opere teatrali di più vasto respiro sono da ricordare, del M., alcune opere minori: La prigione, dramma rappresentato per la prima volta da Tina di Lorenzo, Il domatore Gastone e Acqua sul fuoco. È in corso la ristampa a cura di T. Sillani di tutte le opere del M., comprese le postume. Sono già usciti: Favole e fantasie (Milano 1928) con 22 componimenti inediti che integrano le Favole per i re d'oggi; Belfagor (ivi 1930).
Bibl.: P. Pancrazi, Ragguagli di Parnaso, Firenze 1920, p. 19 segg.; A. Mori, Uno sguardo all'opera letteraria di E. L. M., in Rass. it., 1921; A. Tilgher, Voci del tempo, 2ª ed., Roma 1923, pp. 103-114; id., Studi sul teatro contemporaneo, 2ª edizione, ivi 1923, pp. 101-105; A. Della Massea, E. L. M., Foligno 1928; S. D'Amico, Il teatro italiano, Milano-Roma 1932, pp. 88-97; G. Papini, Ritratti italiani, Firenze 1933, pp. 327-47. V. anche articoli e saggi su quotidiani e periodici, in occasione della commemorazione ufficiale, avvenuta in Roma per iniziativa del Ministero dell'educazione nazionale e della Rassegna italiana (1927).