FANTAPPIÉ, Luigi
Nacque a Viterbo il 15 sett. 1901, da Liberto ed Agrippina Gnazza. Conseguì la laurea in matematica alla Scuola normale superiore di Pisa nel 1922 e fu assistente di F. Severi all'università di Roma dal 1925 al 1927, quando vinse il concorso di analisi matematica nell'università di Cagliari. Insegnò poi a Palermo e Bologna, dove fu direttore dell'istituto matematico.
A partire dal 1925 il F. sviluppò la "teoria dei funzionali analitici", con la quale estendeva al campo dei numeri complessi i funzionali di V. Volterra nel campo dei numeri reali. Si trattava quindi di generalizzare ai funzionali la classica teoria delle funzioni analitiche nel campo complesso. Fu così condotto alla sua geniale definizione di "funzionale analitico", che doveva rivelarsi di estrema importanza: essa lo portò alla scoperta della "indicatrice" di un funzionale analitico lineare, da cui si deduceva una formula integrale, che permetteva di sviluppare nel modo più semplice la sua teoria.
Venne presentata (cfr. L. Fantappié, I massimi e i minimi dei funzionali analitici reali, in Atti d. R. Acc. naz. dei Lincei, Rend. d. classe di scienze fisiche, matem. e naturali, s. 6, VIII [1930], pp. 296-301) alla Accademia dei Lincei da Volterra e Severi, i quali la giudicarono degna della migliore produzione matematica italiana, perché inaugurava un indirizzo fondamentale, arrecandovi contributi di prim'ordine.
Una volta costruita su basi rigorose la teoria dei funzionali analitici, il F. affrontò e risolse una serie di importanti problemi dell'analisi, come in particolare l'integrazione effettiva, mediante quadrature e calcoli dei residui, di tutta una vasta classe di equazioni differenziali alle derivate parziali (cfr. Integrazione per quadrature dei sistemi a derivate parziali linearI, in Rend. d. Circ. matem. di Palermo, LVII [1933], pp. 1-57). Secondo G. Fichera, "la teoria dei funzionali analitici costituisce un capitolo dell'analisi funzionale completo in sé e che possiede quei requisiti di armonicità e di intima coerenza che da soli bastano ad assicurargli pieno diritto di cittadinanza tra le teorie matematiche".
In base a queste ricerche, il F. vinse nel 1929 la medaglia d'oro per la matematica della Società italiana delle scienze e nel 1931 il premio reale per la matematica e il premio Volta. Dal 1934 al 1940 fu a San Paolo del Brasile per organizzare l'Istituto matematico., Al suo rientro in Italia venne chiamato dal Severi alla cattedra in alta analisi dell'Istituto nazionale di alta matematica dell'università di Roma, del quale fu vicepresidente.
Il 30 ott. 1942 il F. presentò alla Accademia d'Italia la sua famosa "teoria unitaria del mondo fisico e biologico", poi sviluppata nel 1944 in Principi di una teoria unitaria del mondo fisico e biologico, Roma 1944.
L'originalità fondamentale del suo contributo consiste nel dare significato fisico ai "potenziali anticipati" che, come è noto, costituiscono uno dei due tipi di soluzione delle equazioni di D'Alembert. I fisici infatti avevano fino ad allora dato significato solo all'altro tipo di soluzione, quello dei potenziali ritardati che corrispondono ai comuni fenomeni fisici (o "entropici"); i potenziali anticipati invece corrispondono, secondo il F., a nuovi fenomeni "sintropici" (cfr. Sull'interpretazione dei "potenziali anticipati" della meccanica ondulatoria e su un "principio di finalità" che ne discende, in Rend. d. Accad. d'Italia, cl. di sc. fis., mat. e natur., s. 7, IV [1943], pp. 81-86). Secondo il F., questi sono caratteristici degli organismi viventi o più in generale, sono fenomeni di tipo costruttivo. La loro analisi mediante l'introduzione del nuovo concetto di "sintropia", come tendenza opposta al corso degradativo degli eventi fisici, porta, secondo il F., a una vera e propria rivoluzione nella scienza, paragonabile a quella galileiana, unificando la fisica e la chimica con la biologia. Qualche anno dopo il F., E. Schrödinger introduceva la "entropia negativa", L. Brillouin la "negh-entropia" (collegata alla informazione) e P. Teilhard de Chardin la "energia radiale", che si opponeva a quella fisica (o "tangenziale"). Infine, sia O. Costa de Beauregard (1957) sia F. Hoyle (1983) riconoscevano che l'unico modo per introdurre nella scienza i concetti di ordine, organizzazione e finalismo, è quello di utilizzare i "potenziali anticipati", e cioè una informazione che viene dal futuro. Nel 1952 il F. propose la "teoria degli universi fisici" (cfr. Sui fondamenti gruppali della fisica, in Coll. math., XI [1959], pp. 73-136), con la quale affrontava il problema di costruire per via matematica le possibili teorie fisiche, interpretando in particolare le leggi della relatività ristretta come invarianti del gruppo di trasformazione di Poincaré. Nel 1954 il F. dimostrava inoltre che il gruppo di Poincaré è caso-limite di un nuovo gruppo (finale o di Fantappié) e che quindi la relatività ristretta può essere estesa in modo univoco su scala cosmica, ottenendo così la "relatività finale" (cfr. Su una nuova teoria di "relatività finale", in Rend. d. Acc. dei Lincei, s. 8, XVII [1954], pp. 158-165).
Nel 1954 il F. venne nominato socio della Accademia nazionale dei Lincei e nello stesso anno eletto presidente del Comitato internazionale per l'unità e l'universalità della cultura. Nel 1955 gli fu assegnata dal ministero della Pubblica Istruzione la medaglia d'oro dei benemeriti della cultura.
Morì a Bagnaia (Viterbo) il 28 luglio del 1956.
Le sue idee sono state riprese e sviluppate da G. ed S. Arcidiacono. Le sue Opere scelte furono edite a Bologna nel 1973.
Fonti e Bibl.: G. Fichera, La vita matematica di L. F., in Rend. di matem. d. Univ. di Roma, s. I, XVI (1957), pp. 143-160; Gruppi topologici, a cura di F. Succi, Roma 1959; G. Arcidiacono, Projective relativity, cosmology and gravitation, Cambridge, Mass., 1987; Id., F. e gli universi, Roma 1986; Id., La relatività dopo Einstein, Roma 1991, ad Ind.; G. Arcidiacono-S. Arcidiacono, Entropia, Sintropia, Informazione, Roma 1991, ad Ind.