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FERRANNINI, Luigi

di Elio De Pergola - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 46 (1996)
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FERRANNINI, Luigi

Elio De Pergola

Nacque il 21 febbr. 1874 a Benevento da Antonio, cassiere di una banca locale, e da Maria Salomone; superati gli studi secondari, s'iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Napoli. Durante gli anni del corso, pur costretto dalle modeste condizioni economiche della famiglia a dare ripetizioni di latino e greco e a correggere bozze di stampa, fu allievo interno negli istituti di anatomia patologica, di clinica neuropatologica e di clinica medica. Si laureò nel 1898 a Napoli, formato in quella celebre scuola e in particolare nella clinica medica di G. Rummo.

Avviatosi subito alla carriera universitaria, nel biennio 1899-1900 fu assistente presso la clinica medica dell'università di Palermo, quindi, dopo aver frequentato il laboratorio di fisiologia dell'università di Roma diretto da L. Luciani e aver conseguito la libera docenza in patologia speciale medica nel 1901, nel 1903 divenne aiuto nella clinica medica dell'università di Napoli. Libero docente in clinica medica nel 1904, nel 1907 ebbe l'incarico dell'insegnamento della clinica delle malattie professionali nell'università di Napoli. Mantenne tale incarico fino al 1926, quando, ternato alla cattedra, fu chiamato a insegnare clinica medica nell'università di Cagliari. Dal 1929 fu professore di clinica medica a Catania e infine a Bari dal 1931: in questa università, ove fu preside di facoltà dal 1940 al 1947, il F. concluse la sua carriera, lasciando l'insegnamento per limiti di età nell'anno accademico 1947-48.

Negli anni trascorsi a Bari il F. dedicò ogni sua energia all'istituto da lui diretto, così da renderlo in breve tempo uno dei più qualificati centri di studio e di assistenza: fondò e diresse la scuola di specializzazione in malattie del ricambio e dell'apparato digerente, promosse lo scambio di assistenti con istituti stranieri di notevole prestigio, istituì ambulatori gratuiti in grado di servire larghi strati di popolazione (l'ambulatorio generale, il pronto soccorso, il centro per le malattie reumatiche, quelli per la diagnosi e la cura del diabete, per le malattie respiratorie, per le malattie infettive e parassitarie tropicali e subtropicali, per la lotta contro i tumori). Sul piano didattico pose una cura meticolosa nella formazione degli allievi, impartendo lezioni basate essenzialmente sulle dimostrazioni pratiche e sull'interpretazione dei fenomeni osservati al letto del malato; tra i primi in Italia, dotò la sua aula di un complicato apparecchio, il teletrasmettitore, che tramite un sistema di amplificazione consentiva all'uditorio di apprezzare i suoni e i rumori cardiaci e respiratori.

Erede del metodo clinico dei grandi maestri napoletani, il F. fu medico di grande valore e vero caposcuola: dotato di una non comune prepara ione biologica e di sicura esperienza maturata negli ambienti universitari di ricovero e cura, procedeva all'analisi minuziosa dei segni e dei sintomi rilevati per giungere, con stringente logica clinica, alla sintesi diagnostica. Poté così recare il suo contributo in numerosi settori della clinica medica, dalla cardiologia alla patologia dell'apparato respiratorio, alle malattie del ricambio, all'endocrinologia, alla neurologia: basterà qui far cenno all'importanza dei suoi studi sulla cardioptosi, sul terzo tono cardiaco, sulla patologia non tubercolare dell'apice polmonare, sul diabete, sulle sindromi ipofisarie, sulle meningopatie. Il suo lavoro di ricercatore non era fine a sé stesso ma si rifletteva, oltre che sul piano didattico, nell'assistenza ai malati della sua clinica e nell'incessante attività che svolse in favore dell'organizzazione igienico-sanitaria di Bari.

Pioniere degli studi di medicina del lavoro, il F. si adoperò per l'obbligo dell'insegnamento ufficiale della disciplina nelle facoltà mediche: di tendenze socialiste (sin dal 1915 aveva collaborato a Napoli a Giustizia sociale - Periodico di coltura socialista, diretto da T. Senise e ispirato alle idee di A. Labriola), mise in evidenza l'aspetto sociale delle malattie professionali, e in genere della patologia osservata nelle classi lavoratrici, e preconizzò il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie delle popolazioni. Parimenti si interessò della patologia della vecchiaia e dell'assistenza agli anziani e creò a Bari un Centro di medicina e sociologia della vecchiaia che, per alcuni anni, fu intitolato al suo nome: egli giunse a concepire uno studio sistematico dei fenomeni fisiopatologici dell'età senile, cui dedicò gli ultimi anni della sua vita.

Autore di oltre 400 pubblicazioni scientifiche, di lui si ricordano qui anzitutto i volumi Lezioni di clinica medica, Napoli 1928, Torino 1936, ibid. 1949; inoltre: Manuale di organoterapia, batterioterapia, vaccino e sieroterapia, e citoterapia, Palermo 1902; Le nuove conquiste nella diagnosi e terapia del sistema nervoso, Napoli 1908; Prontuario di posologia, ibid. 1908; Manuale di traumatologia medica. Le malattie traumatiche del sistema nervoso, Torino 1908; Lezioni di clinica delle malattie professionali e da infortuni, Napoli 1919; La patologia professionale dell'apparato circolatorio, ibid. 1914; La rieducazione professionale degli invalidi di guerra, Milano 1916; Lezioni di clinica per le malattie da lavoro e da infortunio, Napoli 1920; Imedicamenti usuali, Bologna 1922; Manuale di semeiologia fisica e funzionale, Napoli 1928; Medicina del lavoro, Milano - Bologna - Cagliari 1928; La terapia clinica nella medicina pratica, Roma 1932; Illavoratore in vecchiaia, ibid: 1950. Fu inoltre relatore a numerosi congressi italiani e internazionali.

Del F. si ricorda anche l'attiva partecipazione a iniziative di interesse socio-sanitario: nel 1920 fu direttore di un sanatorio per malarici di guerra a . Massalubrense e a Napoli fu tra i promotori dell'istituzione di un centro per la rieducazione degli invalidi di guerra; fu membro dei consigli sanitari provinciali di Benevento e di Bari, e in questa città realizzò un centro per la donazione e la raccolta del sangue. Fece parte del comitato della Croce rossa italiana, del consorzio antitubercolare, del comitato antimalarico pugliese, del Consiglio direttivo centrale della Lega italiana per la lotta contro i tumori, della Commissione per l'ordinamento dell'assistenza sanitaria ai rurali, della Scuola di applicazione di sanità militare. Presidente della Società italiana di medicina del lavoro, fu anche fondatore e presidente della Società medico-chirurgica di Bari. Fu redattore capo e vicedirettore della rivista Riforma medica e membro dei comitati di direzione dei periodici Folia medica e Minerva medica;a Bari fondò la Rivista di medicina, che prese poi il nome di Rivista di medicina e chirurgia. Insignito di varie onorificenze, tra cui la medaglia d'oro della Croce rossa italiana e la medaglia d'oro Baccelli, appartenne a numerose società scientifiche italiane e straniere.

Morì a Bari il 16 marzo 1951.

Fonti e Bibl.: Necrol. in Riforma medica, LXV (1951), pp. 415 ss.; in Atti d. Acc. pugliese d. scienze, n. s., IX (1951), pp. 55 ss.; N. Mongelli, Acento anni dalla nascita di un maestro: L.F...., in Folia dica, LVII (1074), pp. 84-123; I. Fischer, Biographisches Lex. der hervorragenden Aerzte [1880-1930], I, pp. 397 s.

Vedi anche
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