GALASSI, Luigi
Nato a Roma il 22 nov. 1817, studiò medicina sotto la guida di O. Concioli, conseguendo la laurea nel 1839. Assistente presso gli ospedali romani dal 1841 al 1847, intraprendeva nel frattempo anche la carriera didattica: insegnante di fisica all'istituto della Pace e al collegio Apollinare, supplente di fisiologia e medicina teorico-pratica alla Sapienza dal 1843, nel 1851 divenne titolare dell'insegnamento succedendo a D. Poggioli. Nel 1853 si recò a perfezionarsi a Parigi, presso le scuole di A. Trousseau, A.A.L.M. Velpeau, A.N. Nélaton, M.N.D. Devergie, quindi a Montpellier. Tornato a Roma dopo sei mesi, fu ammesso nel Collegio medico nel 1861.
Dopo l'annessione di Roma al Regno d'Italia il G. prestò giuramento di fedeltà al re. Nominato professore ordinario di patologia speciale medica con decreto reale del 27 ag. 1872, fu preside di facoltà dal 1875 al 1886 e rettore dell'Università dal 1886 al 1888. Fu inoltre presidente dell'Accademia medica di Roma e vicepresidente del Consiglio superiore di sanità.
Autore di numerosi scritti di medicina teorica, pubblicò anche interessanti osservazioni di casi clinici; tra queste meritano di essere ricordate: la descrizione di una sindrome febbrile, unanimemente identificata nella leptospirosi ittero-emorragica, poi attentamente studiata da A. Weil nel 1886 (Osservazioni e riflessioni sopra un nuovo genere di febbre, in Giornale medico di Roma, I [1865], pp. 129-166), l'accurata disamina dei caratteri di una febbre ricorrente (Della febbre ricorrente periodica, ibid., III [1867], pp. 545-564), le comunicazioni sulle caratteristiche e sulla terapia delle febbri (Comunicazione sulla terapia della febbre ricorrente miasmatica, in Atti della Accad. medica di Roma, V [1879], pp. 83-90; Sul modo di somministrare i preparati chinacei nelle febbri intermittenti ostinate, in Bull. della R. Accad. medica di Roma, VII [1881], pp. 352-364; Della febbre napolitana o febbricola del prof. De Renzi, in Lo Sperimentale, XXXIX [1885], pp. 237-251). Il G., inoltre, in due comunicazioni lette alla Società Lancisiana degli ospedali di Roma l'11 giugno 1887 e il 15 genn. 1888, descriveva il particolare fenomeno del restringimento pupillare che si manifesta in ogni sforzo di occlusione palpebrale in soggetti affetti da determinate patologie, specialmente la tabe dorsale, oggi noto come riflesso orbicolo-pupillare (Sopra un singolare fenomeno pupillare, in Bull. della Soc. Lancisiana degli ospedali di Roma, VII [1887], pp. 173-177; Della reazione palpebrale della pupilla, ibid., VIII [1888], pp. 81-88).
Tra gli scritti del G. si ricordano: Discorso intorno alla dottrina d'Ippocrate ed allo spirito della medicina moderna, in Annali universali di medicina, 1861, t. 177, pp. 337-400; t. 178, pp. 37-81; La teoria e la pratica, la scienza e l'arte nella medicina. Introduzione alle lezioni di medicina teorico-pratica, in Giorn. medico di Roma, II (1866), pp. 641-652, 709-729; III (1867), pp. 3-14; Prolusione al corso di patologia medica speciale, in R. Università degli studi di Roma, Prolusioni lette d'alcuni professori nell'assumere il magistero del loro insegnamento, Roma 1871, pp. 399-420.
Il G. mantenne la cattedra fino alla morte, avvenuta a Roma il 30 ag. 1895.
Fonti e Bibl.: Necr. in R. Università degli studi di Roma, Annuario per l'anno scolastico 1895-96, Roma 1896, pp. 127-130; Bull. della R. Accad. medica di Roma, XXII (1896), pp. 301-305; G. Alberti, Il riflesso orbicolo-pupillare che va comunemente sotto il nome di Piltz-Westphal deve chiamarsi "riflesso del Galassi", in Riv. di terapia moderna e di medicina pratica, XXIV (1931), 6, p. 20; A. Ferrannini, Medicina italica (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, p. 144; N. Spano, L'Università di Roma, Roma 1935, pp. 124, 126, 134, 184 s., 342 s.; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 377, 380; II, p. 493.