GHERARDI, Luigi
, Nacque il 12 luglio 1686 a Borgo San Sepolcro (oggi Sansepolcro) da Bernardino e da Alessandra di Ferdinando, anche lei appartenente alla famiglia Gherardi. Fu indirizzato agli studi di carattere giuridico, che portò a compimento in Urbino conseguendo la laurea in utroque iure. Ebbe poi modo di perfezionare gli studi a Firenze, dove nel 1711 fu inviato dalla sua città a trattare alcuni affari e dove rimase per un lungo periodo, frequentando proficuamente lo studio dell'auditore del tribunale della Rota.
La sua formazione e la sua esperienza, oltre alle relazioni con personaggi di rilievo, favorirono i rapidi progressi nella carriera ecclesiastica. Nel 1716 ottenne l'incarico di auditore presso la legazione di Bologna al tempo della vicelegazione di Giovanni Rinuccini e solo un anno dopo fu inviato nuovamente a Urbino, per occupare la cattedra di diritto canonico e civile presso quella Università; tanto che, per alcuni anni, poté alternare all'insegnamento anche l'esercizio dell'attività legale. Nel 1720 fu investito di un canonicato nella cattedrale di Sansepolcro. Trascorso un anno, prese gli ordini sacerdotali e nel 1722 venne eletto auditore della legazione pontificia di Urbino durante la presidenza di Alamanno Salviati. Pressoché contemporaneo gli giunse un mandato del granduca Gian Gastone de' Medici con il quale veniva nominato procuratore dello Stato di Toscana.
Nel frattempo, in seguito alla morte di Pietro Giovanni Battista Puccini, avvenuta nel giugno 1726, si era resa vacante la cattedra vescovile di Cortona. Benedetto XIII, su richiesta del granduca, intenzionato a ricompensare il G. per i servizi prestatigli, decise di affidargli il vescovato toscano; il beneficio gli avrebbe garantito una entrata annua di circa 800 scudi.
A quella data il G. aveva percorso una carriera contrassegnata da incarichi di doppia fedeltà, ovvero per conto del Granducato e al servizio della S. Sede e la cosa lo rendeva particolarmente idoneo all'ufficio di vescovo. La sua consacrazione episcopale, avvenuta per mano del cardinale Lorenzo Corsini (il futuro Clemente XII), ebbe luogo il 26 dic. 1726 nella chiesa romana di S. Ignazio; il G. procrastinò la partenza per Cortona ancora di qualche mese, facendovi ingresso solo nel marzo 1727. Un ultimo riconoscimento papale gli sarebbe giunto nel 1738, quando Clemente XII decise di dichiararlo vescovo assistente al soglio pontificio.
Trascorso un anno dall'arrivo presso la sua sede episcopale, tenne un solenne pontificale per la pubblicazione del tanto lungamente atteso decreto di canonizzazione della penitente francescana Margherita da Cortona, innalzata agli onori degli altari il 16 maggio 1728, dopo oltre quattro secoli dalla morte. Il G. allora si adoperò affinché anche le suore dei monasteri di clausura della diocesi ottenessero l'autorizzazione pontificia per la visita nella basilica di S. Margherita, presso la quale era conservato il corpo della santa.
Nel 1731 la congregazione dei Riti delegò il vescovo di Montepulciano Angelo Maria Vantini e il G. a procedere a una ricognizione del corpo di Veronica Laparelli, una monaca del monastero cortonese di S. Trinità morta nel 1620 in odore di santità. Nel 1746, investito del medesimo ruolo, avrebbe preso parte, a Città di Castello, all'istruzione del processo di canonizzazione di suor Veronica Giuliani.
Nel corso di quasi ventotto anni - tanto durò il suo episcopato - si dimostrò particolarmente attento alle condizioni del territorio della sua diocesi, impegnandosi nella conduzione di ripetute visite pastorali e nella consacrazione di numerose chiese. Il 16 e 17 apr. 1731 il G. celebrò il sinodo diocesano (Prima synodus dioecesana, Lucae 1731), le cui decisioni rimasero in vigore per due secoli. Inoltre, già dai primi anni del suo episcopato, il G. si era con scrupolo occupato del funzionamento del seminario vescovile, che era stato istituito negli anni Settanta del Cinquecento in ottemperanza ai decreti conciliari sull'educazione del clero e al tempo del G. contava dodici alunni; nel novembre 1730 istituì le due nuove cattedre di teologia e di filosofia, affidandone la conduzione al padre M. Bindi, rettore degli scolopi di Cortona.
Il G. morì a Cortona il 5 apr. 1754, "dopo penosa malattia di molti giorni" (Bibl. comunale e dell'Accademia Etrusca di Cortona, ms. 676, c. 148) e i membri dell'Accademia Etrusca ne onorarono la memoria con una epigrafe.
Fin dal suo primo ingresso a Cortona, infatti, l'Accademia Etrusca lo aveva annoverato fra i suoi soci, e il G. aveva partecipato a numerose tornate leggendovi alcune sue dissertazioni; di queste si conserva ancora manoscritta quella recitata il 31 marzo 1729 riguardante l'"antiche publiche rigorose penitenze, che nel principio quasi della Chiesa nascente s'imponevano a varie sorti di Delinquenti e di Penitenziati" (Ibid., ms. 455, cc. 119-127). Sempre ai primi anni del suo ministero pastorale risale la pubblicazione del Compendio dei mancamenti principali che occorrono al sacerdote e all'accolito, nel celebrare e servire la messa privata (Roma 1732), suddiviso in ventuno capitoli, l'ultimo dei quali è dedicato a un "ristretto dei riti più frequenti del Coro"; in calce fa seguito una dissertazione "sopra l'obbligo che hanno i Parochi d'applicare il Sacrificio della Messa tutti i giorni di Festa per il popolo. E qual sia parimente l'obbligo su ciò de i Vescovi, de Canonici, e de i Regolari". L'opera fu dal G. dedicata al cardinale A. Salviati.
Fonti e Bibl.: Arch. segreto Vaticano, Archivio concistoriale, Processus consistoriales, 112, pp. 242-251; Arch. di Stato di Firenze, Carte Ceramelli Papiani, 2293, fasc. Gherardi; Bibl. comunale e dell'Accademia Etrusca di Cortona, ms. 676, cc. 148 ss. (Morte del vescovo L. G.); Chracas, Diario ordinario, n. 1468, 1727, p. 2; F. Inghirami, Storia della Toscana, XIII, Biografia, Fiesole 1844, pp. 138 s.; L. Coleschi, Storia della città di Sansepolcro, Città di Castello 1886, pp. 194, 230; G. Mirri, Notizie sul seminario di Cortona, Cortona 1924, pp. 42-45; G. Mirri, I vescovi di Cortona dalla istituzione della diocesi (1325-1971), Cortona 1972, pp. 361-380; G. Greco, I vescovi del Granducato di Toscana nell'età medicea, in Istituzioni e società in Toscana nell'età moderna, a cura di C. Lamioni, II, Roma 1994, p. 671; M. Belardini, La santità celebrata, in Margherita da Cortona. Una storia emblematica di devozione narrata per testi e immagini, a cura di L. Corti - R. Spinelli, Milano 1998, p. 69; R. Ritzler - F. Sefrin, Hierarchia catholica…, V, Patavii 1952, p. 174.