LOTTI, Luigi
Nacque a Barberino di Mugello nel 1444 circa da Andrea di Lotto di Salvi, piccolo proprietario-coltivatore, che saltuariamente faceva anche il mulattiere sui valichi appenninici con la Romagna, e da Maddalena, detta Lena, di ser Giovanni Guardi, fiorentina.
La famiglia del L. era del tutto marginale sia dal punto di vista economico-sociale, sia da quello geografico. Nonostante ciò è documentata l'esistenza di rapporti antichi e piuttosto stretti del padre del L. con Piero de' Medici: Andrea di Lotto, infatti, in una lettera del 1442 chiedeva al Medici di fare da arbitro in una controversia con alcuni vicini (Arch. di Stato di Firenze, Mediceo avanti il principato, XVI, 22); inoltre al fratello minore del L., Pierantonio, precocemente entrato nell'ordine ecclesiastico, fu conferito dai Medici uno dei canonicati di patronato della famiglia nella chiesa cittadina di S. Lorenzo. Circa nel 1467 il L., che aveva finalizzato la sua formazione culturale al conseguimento dello status ecclesiastico, conseguì gli ordini minori; dovette però anche avere una frequentazione piuttosto stretta dei circoli umanistici, come denotano il vezzo di latinizzare il suo nome e di farlo seguire dal toponimo di provenienza (Loisius Barbarinus); la conoscenza approfondita e non meramente strumentale della lingua latina che traspare dal suo carteggio; la discreta familiarità con i classici, specialmente Cicerone; ma soprattutto l'uso della scrittura cancelleresca all'antica, frutto della riforma grafica voluta dagli umanisti. In grazia di questi requisiti, nell'aprile-maggio 1469 divenne cancelliere privato di Piero de' Medici, in sostituzione di Filippo da Valsavignone, costretto ad allontanarsi da Firenze perché coinvolto in un omicidio.
Dopo la morte di Piero de' Medici nel dicembre 1469, il L. svolse lo stesso incarico per il figlio Lorenzo, esercitando in pieno le funzioni del cancelliere - redazione delle lettere e delle altre scritture -, ma anche il ruolo di mediatore tra Lorenzo de' Medici e i vari clienti, postulanti e collaboratori. Una ulteriore prova della centralità del L. tra i collaboratori di Lorenzo è data dal fatto che egli fu chiamato ad accompagnarlo durante il viaggio a Roma, intrapreso da Lorenzo nel settembre-ottobre 1471, come membro di un'ambasciata di obbedienza al nuovo pontefice Sisto IV di cui facevano parte anche Donato Acciaiuoli, Domenico Martelli e Piero Minerbetti. Questo viaggio, che dette modo al L. di entrare in contatto con gli ambienti della Curia pontificia e che rappresentò il culmine della sua carriera professionale, mise anche le premesse per il suo allontanamento dalla Cancelleria medicea. In vista del viaggio a Roma, il Magnifico aveva infatti delegato a sostituirlo il fratello Giuliano e per il ruolo di cancelliere fece distaccare dalla pubblica Cancelleria fiorentina Niccolò Michelozzi; probabilmente si pensava a una collaborazione temporanea, ma poco dopo il ritorno da Roma L. fu allontanato da casa Medici e sostituito definitivamente col Michelozzi. Sembra inoltre che il L., durante la permanenza in casa Medici, facesse anche da precettore a Giuliano e per il viaggio a Roma fu sostituito in questo incarico da Bartolomeo Fonzio.
Anche dopo l'allontanamento da casa Medici, sembra certo che il L. rimase nell'orbita della famiglia, anche se presumibilmente senza un ruolo ufficiale. Per due anni visse a Firenze, cambiando spesso incarico e dimora; nel dicembre 1473 si trasferì a Roma, dove visse per diversi mesi in casa di Rinaldo Orsini, cognato di Lorenzo de' Medici e arcivescovo di Firenze. Anche questa sistemazione, favorita dalla mediazione del Medici, fu di breve durata: da Roma il L. scriveva insistentemente al Magnifico per essere aiutato a comprare una "scrittoria", uno dei tanti incarichi venali di cui disponeva l'amministrazione pontificia, o per avere lettere di raccomandazione presso cardinali o signori laici, dai quali si riprometteva di ricevere incarichi e favori. Molte di queste richieste ebbero successo ma lui, per vari motivi, non resisteva per molto tempo nello stesso incarico: dal maggio 1474 fino alla fine dell'anno successivo rimase al servizio dell'arcivescovo di Cuenca, il cardinale Antonio Jacopo Venier, incarico ottenuto per intercessione di Giovanni Tornabuoni, zio di Lorenzo il Magnifico e direttore della filiale romana del banco Medici. Nel marzo 1476 era di nuovo a chiedere l'intercessione di Lorenzo per essere assunto nella Cancelleria del re di Napoli, aspirazione che non sembra essersi realizzata; fu poi la volta del cardinale Giuliano Della Rovere, nipote di Sisto IV, al servizio del quale si trovava nel mese di ottobre 1477; infine, nel novembre 1480, divenne cancelliere dell'arcivescovo di Milano, Stefano Naldini.
Finalmente trovò una sistemazione più duratura presso la filiale romana del banco Medici, dove svolgeva il ruolo di "sollecitatore", cioè di intermediario tra gli aspiranti ai benefici ecclesiastici e la Camera apostolica, cui anticipava per conto dei primi l'ammontare delle varie tasse, balzelli e annate dovute per la concessione dei benefici stessi. Ma al di là del suo ruolo ufficiale e per mezzo di esso, il L. fungeva da informatore di Lorenzo de' Medici. La sua attività in questo senso si svolgeva in vari ambiti. Un primo campo di azione fu quello del commercio antiquario e librario, in cui agiva per lo più in collegamento con il mercante e collezionista Giovanni Ciampolini, scoprendo e promuovendo l'acquisto da parte di Lorenzo di oggetti d'arte, pietre preziose, reperti archeologici; un ruolo analogo svolse nel campo del commercio librario, dove agiva in collaborazione con altri, come Francesco Martelli, Agostino Maffei e l'umanista Antonio Volsco.
Un altro ambito in cui il L. dispiegò la sua attività per i Medici fu la vera e propria "caccia" ai benefici ecclesiastici intrapresa dal Magnifico in favore del figlio Giovanni e di altri suoi fedelissimi. Ma il L. fu particolarmente attivo soprattutto come informatore politico: le sue fonti d'informazione erano per lo più i camerieri e altri dipendenti di basso rango della corte pontificia e le sue informazioni erano a loro volta fatte controllare da Antonio Tornabuoni, dirigente del banco Medici. Nell'attività informativa il L. riuscì a conseguire qualche risultato, come esempio la scoperta, nell'estate del 1484, di un tentativo dei fuoriusciti senesi noveschi contro il governo di Siena. Lorenzo ne informò ser Tommaso Birigucci, un notaio rimasto emarginato dalla vita politica senese dai recenti mutamenti istituzionali, il quale in tal modo poté riabilitarsi agli occhi del governo senese.
Quando la filiale romana del banco Medici cessò l'attività, nel 1494, il L. ne risultava creditore per 162 ducati. A quella data era già entrato a far parte della "famiglia" del cardinale Giovanni de' Medici, presso la quale rimase presumibilmente anche dopo l'assunzione di questo al soglio pontificio. La dispersione dei documenti dei Medici dopo la loro cacciata da Firenze, nel 1494, non consente di seguire puntualmente le mosse del L. dopo tale data. Una sua lettera del 16 apr. 1520, conservata presso la Biblioteca nazionale di Firenze, è l'ultimo documento che lo attesta in vita.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Catasto, 143, cc. 760-762; 877, c. 289; 924, c. 40; 1015, c. 100; Mediceo avanti il principato, XVI, 22; XXI, 310, 497; XXIV, 115; XXIX, 45, 1138, 1155; XXX, 109; XXXIII, 27; XXXV, 783; XXXIX, 77, 80, 306, 311, 331, 338, 377, 393, 440, 555; XL, 9, 232; LII, 8, 9, 10, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20; LXVIII, 102, 105, 106, 107, 108, 114; LXXXV, 113,117; XCVI, 147, 289; CXXIV, 50, 61, 74; Carte Strozziane, I serie, 3, 3; 7, 21; Signori, Dieci di balia, Otto di pratica, Missive e responsive, 66, c. 96; Diplomatico, S. Frediano in Cestello, 1507 giugno 26; Firenze, Biblioteca nazionale, Ginori Conti, 29, 83; G. Gaye, Carteggio inedito d'artisti, I, Firenze 1839-40, p. 285; Protocolli del carteggio di Lorenzo il Magnifico per gli anni 1473-74, 1477-92, a cura di M. Del Piazzo, Firenze 1956, ad ind.; Nuovi documenti per la storia del Rinascimento, a cura di T. De Marinis - A. Perosa, Firenze 1970, pp. 26-28, 59-62, 83-85; A. Sapori, Il bilancio del banco Medici, in Arch. stor. italiano, CXXXI (1973), p. 200; L. Fusco - G. Corti, Giovanni Ciampolini (d. 1505), a Renaissance dealer in Rome and his collection of antiquities, in Xenia, XXI (1991), pp. 7-47; Consorterie politiche e mutamenti istituzionali in età laurenziana (catal., Firenze), a cura di M.A. Morelli Timpanaro - R. Manno Tolu - P. Viti, Cinisello Balsamo 1992, pp. 98-100; V. Arrighi, Per una biografia di L. L., cancelliere ed agente di Lorenzo il Magnifico, in Interpres, XV (1995-96), pp. 407-422.