LUCIANI, Luigi
Fisiologo, nato ad Ascoli Piceno il 23 novembre 1840, morto a Roma il 23 giugno 1919. Studiò medicina a Napoli e Bologna, ove s'addottorò nel 1868; fu proassistente nella clinica oculistica, indi operatore nel laboratorio di fisiologia dell'università bolognese; nel 1872-73 lavorò a Lipsia presso l'istituto fisiologico di C. Ludwig. Libero docente in patologia generale nel 1873, e nel 1875 professtire straordinario di detta materia a Parma; dal 1880 al 1882 professore di fisiologia a Siena; dal 1882 al 1893 a Firenze; dal 1893 al 1917 a Roma. Fu socio delle più importanti accademie italiane e straniere, rettore dell'università di Roma. Nel 1905 il L. fu nominato senatore del Regno.
Iniziò la sua carriera scientifica con la memoria sull'attività della diastole cardiaca (1871), a cui seguirono gli studî sulla genesi dell'attività automatica del cuore (fenomeno del ritmo cardiaco periodico, detto fenomeno del Luciani), estesi in seguito all'attività automatica dei centri respiratorî. Il soggiorno parmense fu caratterizzato da ricerche classiche sulle localizzazioni cerebrali, sulla dottrina della patogenesi corticale dell'epilessia (1878), sull'estirpazione delle varie regioni della corteccia cerebrale connesse con le funzioni sensoriali, infine sulla natura mista sensitiva e motrice della zona eccitabile corticale. A Firenze fece i suoi studî sperimentali più importanti: quelli sulla fisiologia del digiuno (1889) che egli distinse in tre fasi (iniziale o della fame, periodo d'inanizione fisiologica, periodo dell'inanizione morbosa o crisi); e le ricerche sulla fisiologia del cervelletto (1891), che costituirono le basi della sua dottrina fisiologica cerebellare (funzione tonica, stenica, statica), la quale ancor oggi resiste alla critica e ha trovato feconde e ampie applicazioni nella fisiopatologia umana. A Roma, quale successore di J. Moleschott, si dedicò per lunghi anni alla compilazione del suo trattato sulla Fisiologia dell'uomo (6ª ed., a cura di S. Baglioni, Milano 1923-24), tradotto nelle lingue spagnola (Barcellona 1905-11), tedesca (Jena 1905-11) e inglese (Londra 1911-17).
Oltre che di fisiologia umana, il L. si occupò pure di argomenti di fisiologia generale, di fisiologia comparata, di fisiologia del linguaggio e di fisio-psicologia; importanti sono le ricerche sui bachi da seta e sulla fonetica sperimentale, e la teoria sull'autointossicazione come effetto dell'estirpazione dell'apparecchio tiro-paratiroideo negli animali. Ai suoi meriti eccezionali di scienziato accoppiò una straordinaria perizia nella tecnica vivisettoria, per cui poté compiere le difficili ricerche sul cervelletto; una vasta cultura filosofica, che (come egli diceva) lo avrebbe forse all'inizio della sua vita scientifica distratto dalla sperimentazione senza il contatto vivificatore dello spirito pratico di C. Ludwig; e, infine, le eccellenti qualità didattiche. Non pochi suoi allievi salirono alla cattedra (G. Fano, G. Gaglio, V. Ducceschi, G. v. Rynberk, D. Lo Monaco, S. Baglioni, D. Baldi, G. Amantea, U. Lombroso, ecc.).
Bibl.: L. Luciani, Cenni autobiografici, in Arch. di fisiol., XIX, 1921; S. Baglioni, in Rend. d. R. Accad. dei Lincei, sc. fis., XXIX, 1° sem. 1920.