MACCHIATI, Luigi
Nacque a Camerino il 22 giugno 1852 da Raffaele e da Margherita Mazzolini.
Laureatosi in scienze naturali nel 1874, il M. iniziò la carriera di insegnante negli istituti tecnici, cambiando frequentemente sede nel tentativo di collocarsi in città universitarie comprendenti facoltà di scienze naturali. Professore titolare di storia naturale all'istituto tecnico di Girgenti, nel 1875 fu trasferito in quello di Sassari, dove rimase per cinque anni. Svolse per incarico anche l'insegnamento di zoologia e anatomia comparata per la locale facoltà di medicina, cui aggiunse quello di fisica sperimentale.
In quel periodo iniziò lo studio della flora sarda, in particolare delle Orchidee, verificando sempre le proprie classificazioni all'Istituto botanico di Roma, ma soprattutto intraprese ricerche sulle relazioni fra Afidi e piante, pubblicandone i risultati in una rivista da lui gestita e diretta, il Giornale del Laboratorio crittogamico ed entomologico per lo studio dei parassiti vegetali e animali delle piante Fanerogame della Sardegna. La pubblicazione fu interrotta dopo i primi due fascicoli, allorché il M. ottenne, nel 1881, il trasferimento all'istituto tecnico di Reggio Calabria, nonché l'iscrizione alla Società botanica italiana e alla Società entomologica italiana, presentato dai migliori botanici ed entomologi, quali P.A. Saccardo, G. Arcangeli, F. Parlatore, T. Caruel, A. Targioni Tozzetti, P. Stefanelli. In quegli anni si concentrò sugli studi di fisiologia vegetale, pubblicandone i risultati nei periodici delle società cui era iscritto. Nel 1883 passò all'istituto tecnico di Cuneo, quindi ad Arezzo, dove, grazie alla vicinanza con Firenze, poté specializzarsi in fisiologia vegetale; passò infine, nel 1888, a Modena, sede di un buon laboratorio per la ricerca sperimentale nello stesso istituto tecnico dove il M. insegnava, e di un Istituto botanico di livello universitario, ricco di libri e strumenti. A Modena si trattenne a lungo.
Cominciò allora lo studio delle alghe, Diatomee e Cianoficee, e di altri microrganismi, e divenne un esperto microscopista. A Modena l'Università lo sostenne: nel 1888 conseguì l'idoneità in un concorso a cattedra presso l'Università di Sassari e nel 1890 l'ateneo modenese gli conferì la libera docenza, affidandogli un corso libero di microbiologia. Per diversi anni frequentò anche la stazione sperimentale agraria di Modena, nella quale lavorò come assistente, compiendo ricerche batteriologiche sulle piante e sui bachi da seta. Nel 1899 chiese il trasferimento all'istituto tecnico di Caserta e, due anni dopo, in quello di Napoli, per lavorare presso l'istituto di botanica di quella Università, dove trasferì anche la docenza (relatore fu il botanico F. Delpino) e dove tenne un corso parificato di botanica.
Senza mezzi e soprattutto senza maestri, la lunga carriera del M. appare senz'altro disagiata; appena laureato dovette accettare sedi poco convenienti e, dovendo costruire il suo percorso da ricercatore appassionato ma autodidatta, fece le sue scelte senza particolari sollecitazioni. Coltivò il campo dell'afidologia sistematica nelle sue relazioni con la floristica e descrisse una serie di nuove specie e varietà di Afidi che, anni dopo, furono tutte messe in sinonimia. Tale vicenda lo convinse a una maggiore cautela. Legatosi alle società fiorentine, botanica ed entomologica, si giovò della vicinanza di afidologi (Targioni Tozzetti, C. Passerini) e floristi (Parlatore, Caruel).
Lavorò a lungo sulla flora e la afidofauna sarde, poi sulla fauna e afidoflora calabresi (Fauna e flora degli Afidi di Calabria, in Bull. della Soc. entomologica italiana, XV [1883], pp. 254-287), sugli Afidi e altri insetti pronubi delle piante, quindi sulla briologia e sugli Afidi dei dintorni di Cuneo.
In questi lavori si coglie il nuovo metodo operativo, a lui più congeniale, che evidenziava la relazione tra la sistematica degli Afidi e quella delle piante da essi frequentate. Da ciò il termine "afidoflora", spesso utilizzato.
L'altro interesse del M., la fisiologia vegetale, si applicò ad argomenti quali gli anestetici ricavati dalle piante, l'accrescimento intercalare dei fusti, i nettarii extraflorali, alcuni pigmenti vitali come la xantofillidrina e la clorofilla, la fisiologia degli organi di nutrizione delle piante applicata all'agricoltura e ancora, lungo una medesima linea, la vite e il vino nel Viterbese; su questo tema, nell'anno trascorso ad Arezzo, trattò la coltivazione delle viti nell'Aretino e nel Modenese. Alla fine del secolo XIX, quando l'enologia era agli albori, appare singolare e degno di nota per un botanico trattare le viti e il loro prodotto come entità sistematiche. Con questi ultimi studi il M. ampliò le sue competenze alla botanica applicata (Caratteri delle principali varietà di viti che si coltivano nei dintorni di Arezzo, in Nuovo Giorn. botanico italiano, XX [1888], pp. 347-358).
Nell'istituto botanico universitario modenese il M. continuò la sua attività floristica, lo studio delle Diatomee della zona e dei relativi mezzi di coltura e quello delle sostanze coloranti. Lo studio si estese poi ai funghi (con i loro involucri cellulari) e alla riproduzione delle piante, soprattutto in rapporto all'anatomia del seme. Fu tra i primi in Italia a descrivere l'anatomia del frutto, in Sessualità, anatomia del frutto e germinazione del seme della canapa (Cannabis sativa), ibid., XXII (1890), pp. 58-63. In quegli anni continuò lo studio delle Bacteriacee e dei nectarii, nonché del fiore del castagno indiano nel contesto dei diversi argomenti di biologia floreale. Si occupò anche di una possibile fotosintesi fuori dell'organismo in polemica con G. Pollacci.
Un settore promettente coltivato dal M. fu la biologia dei Batteri, causa della flaccidezza nei bachi da seta: scoprì un nuovo Bacillus (B. bombycis), poi uno Streptococcus e un altro Bacillus, concludendo per una multipla origine della flaccidezza e consigliando la selezione del seme al microscopio per prevenire la malattia. Tali indagini si inserivano nella complessa discussione seguita alle scoperte di L. Pasteur sulla eziologia microbica di alcune patologie. A questo indirizzo di ricerca appartengono ulteriori studi sulla vite e la descrizione della bacteriosi sui grappoli. Si dedicò quindi allo studio del polline, dell'impollinazione e dei pronubi e alla fotosintesi. Continuò fino al 1908 a pubblicare nel Bullettino della Società botanica italiana, frequentando anche la Società dei naturalisti di Napoli, alla quale si era iscritto. Dopo questo periodo non si hanno più dati sulla sua attività.
Il M. morì a Venezia il 16 febbr. 1921.
Fra le sue opere: Primo contributo alla fauna degli Afidi di Sardegna con indicazione delle piante che prediligono, in Giorn. del Laboratorio crittogamico ed entomologico per lo studio dei parassiti vegetali e animali delle piante Fanerogame della Sardegna, I (1879), pp. 9-19; Gli Afidi del Pesco colla descrizione di una specie nuova, Sassari 1880; Altro contributo agli Afidi di Sardegna colla descrizione di tre specie nuove, in Riv. scientifico-industriale, XII (1880), 16, pp. 354-360; Contributo alla flora sarda, in Nuovo Giorn. botanico italiano, XIV (1882), pp. 143-146; Gli Afidi pronubi, ibid., XV (1883), pp. 201 s.; La clorofilla negli Afidi, in Bull. della Soc. entomologica italiana, XV (1883), pp. 163 s.; Catalogo delle piante raccolte nei dintorni di Reggio Calabria dal settembre 1881 al febbraio 1883, ibid., XVI (1884), pp. 59-100; Catalogo di pronubi delle piante, ibid., pp. 355-362; Flora degli Afidi dei dintorni di Cuneo, colla descrizione di alcune specie nuove, ibid., XVII (1885), pp. 51-70; Contribuzione alla flora briologica dei dintorni di Cuneo, in Nuovo Giorn. botanico italiano, XVII (1885), pp. 320-329; I nettarii estrafloreali delle Amigdalacee, ibid., pp. 305-307; Preparazione della clorofilla e delle altre sostanze coloranti che l'accompagnano, in Malpighia. Rass. mensile di botanica, I (1886), pp. 1-6; Notizie intorno alla coltivazione della vite e alla fabbricazione del vino nel circondario di Viterbo, in L'Agricoltura italiana, XIII (1887), pp. 1-29; Diatomacee del Lago Santo modenese, in Nuovo Giorn. botanico italiano, XX (1888), 3, pp. 408-411; Sulla xantofillidrina, ibid., pp. 474-476; Le sostanze coloranti degli strobili dell'Abies excelsa, ibid., XXI (1889), pp. 423-427; Ricerche preliminari sugli involucri cellulari e sulle comunicazioni intercellulari di qualche Nostochinea, ibid., XXII (1890), pp. 43-46; Contribuzione alla biologia dei batteri dei bachi da seta affetti da flaccidezza, in Stazioni sperimentali agrarie italiane, XX (1891), pp. 113-129; Nota preventiva sulla morfologia e anatomia del seme della Vicia Narbonensis, in Nuovo Giorn. botanico italiano, XXIII (1891), 1, pp. 150-157; Seconda comunicazione sulla coltura delle Diatomee, in Bull. della Soc. botanica italiana, 1892, n. 7, pp. 329-334; Lo Streptococcus bombycis (Pasteur), Flugge e la flaccidezza del baco da seta, in Stazioni sperimentali agrarie italiane, XXIII (1892), pp. 226-235; Sulla biologia del Bacillus Cubonianus, in Malpighia. Rass. mensile di botanica, V (1892), pp. 289-301; La selezione al microscopio per la flaccidezza del baco da seta, in Stazioni sperimentali agrarie italiane, XXIV (1893), pp. 39-46; Sopra uno streptococco parassita dei granuli d'amido del frumento, in Bull. della Soc. botanica italiana, 1899, n. 2-3, pp. 48-53; Osservazioni sui nettarii estranuziali del Prunus laurocerasus, ibid., n. 5-6, pp. 144-147; Intorno alla funzione difensiva degli Afidi, ibid., 1900, n. 7-8, pp. 284-290; Nota preventiva di biologia sul fiore del castagno indiano, ibid., pp. 245-254; Ancora sulla fotosintesi fuori dall'organismo, ibid., 1902, n. 7-8, pp. 129-134; Nuovi fatti a conferma della fotosintesi fuori dell'organismo e sul suo primo prodotto, ibid., 1903, n. 5-6, pp. 196-198; Altri fatti e nuovi argomenti sull'assimilazione fotosintetica fuori dell'organismo dopo le ricerche del sig. dr. Ch. Bernard, in Nuovo Giorn. botanico italiano, n.s., XII (1905), pp. 463-468; Sulla germinabilità dei vecchi semi e dei semi mutilati, in Bull. della Soc. botanica italiana, 1908, n. 7-8-9, pp. 141-151.
Fonti e Bibl.: Resoconti delle adunanze tenute nell'anno 1881, in Bull. della Soc. entomologica italiana, Suppl., 12 giugno 1881, p. 6; P.A. Saccardo, La botanica in Italia, in Memorie del R. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti, XXV (1895), 4, pp. 1-4, 99; R. Di Tocco, Bibliografia del filugello, Padova 1927, p. 134; M. Martelli, Studi sugli Afidi italiani, III, Precisazioni su due note afidologiche di M. e su alcune specie nuove descritte dallo stesso autore per la Sardegna, in Boll. del Laboratorio di zoologia generale e agraria della facoltà agraria di Portici, XXXIII (1956), pp. 100-112; W. Derksen - U. Scheiding, Index litteraturae entomologicae, s. 2, Die Welt-Literatur über die gesamte Entomologie von 1864 bis 1900, IV, Berlin 1972, p. 482; C. Conci, Repertorio delle biografie e bibliografie degli scrittori e cultori italiani di entomologia, Campomorone 1975, ad nomen; L. M., in Indice bibliografico dei periodici della Società botanica italiana, I, Firenze 1988, pp. 257-260.