REZZI, Luigi Maria
Letterato, nato a Piacenza il 17 luglio 1785, morto a Roma il 23 gennaio 1857. Entrò giovinetto (1803) nella Compagnia di Gesù, che dopo la soppressione clementina si veniva riorganizzando in attesa di essere solennemente ristabilita, e insegnò in scuole dell'ordine a Napoli e a Palermo. Ordinato sacerdote, acquistò via via importanza presso i superiori e, venuto a Roma, anche presso prelati e cardinali, tanto che fu nominato consultore delle Congregazioni dei Riti e dell'Indice. Ma nella ristabilita Compagnia di Gesù, il R. rappresentava una tendenza innovatrice o riformatrice; così che nel 1820 fu dimesso dall'ordine. Nominato bibliotecario della Barberiniana, passò poi alla Corsiniana, e ivi attese al ritrovamento e alla pubblicazione di testi e documenti. Ma la sua migliore attività fu alla Sapienza, dove da Pio VII era stato nominato professore di eloquenza latina e di storia romana, e poi da Leone XII anche di eloquenza italiana. Dall'insegnamento fu rimosso nel 1850 dopo la restaurazione del governo pontificio, per la parte da lui presa agli avvenimenti del periodo anteriore, come deputato di Roma dopo la concessione dello statuto e soprattutto come negoziatore tra la rivoluzione e il papato dopo l'assassinio di P. Rossi e la fuga di Pio IX a Gaeta; ma il R., giobertiano, era in realtà cosi poco rivoluzionario che alla proclamazione della repubblica aveva creduto bene di riparare a Firenze. Ritornato a Roma, riprese a esercitare privatamente il suo ufficio di banditore del classicismo e del purismo e di fiero avversario del romanticismo.
Come di altri letterati della sua generazione, si può dire anche di lui che era questa la forma della sua italianità. Fu una ristretta, ma intensa dittatura, e ne nacque la cosiddetta "scuola romana" modesta, ma che pure ebbe i suoi poeti, tipici rappresentanti di un leopardismo minore. Pio IX conservò al R. la carica di consultore dei Riti e dell'Indice, e lo volle fra i teologi delegati a esaminare le opere di A. Rosmini: il R. votò per l'assolutoria (1854). Di lui resta, oltre le pubblicazioni erudite e puristiche a cui s'è accennato, una traduzione, non completa, delle odi di Orazio. Il R. fu accademico della Crusca (1852) che lasciò aggiudicatrice del premio da assegnarsi ai lavori manoscritti ad essa presentati ogni quattr'anni nel concorso che porta il nome di lui.
Bibl.: G. Spezi, L. M. R. ovvero dell'antica e moderna eloquenza, Roma 1857; G. Cugnoni, Vita di L. M. R., Imola 1879; La Civiltà Cattolica, serie 11ª, I, pagine 74-83; D. Gnoli, I poeti della scuola romana, Bari 1913, (P. Albers), Liber saecularis historiae Societatis Iesu ab anno 1814 ad annum 1914, Roma 1914, pagine 57-61; P. Rosa, I gesuiti, ivi 1914, pagine 459-461; F. Picco, L. M. R. maestro della "Scuola romana", Piacenza 1917 (vol. VI della Biblioteca storica piacentina, con bibliografia); E. Re, L. M. R. e la fine dello Stato romano, in Cultura, I (1921-22), pagine 203-11.