MINICHINI, Luigi
Nato a Nola il 18 marzo 1783, morto a Filadelfia nel 1861. Indirizzatosi dapprima alla carriera ecclesiastica, la tralasciò presto per recarsi in Inghilterra. Tornato in patria, attese all'insegnamento ed ebbe vita movimentata. Carbonaro, ebbe grande parte nella propaganda liberale; a Nola fu con Giuseppe Silvati e Michele Morelli a capo del moto del 2 luglio 1820, e intitolatosi "comandante delle truppe nazionali", entrò solennemente in Napoli il 9 luglio. Spirito torbido e inquieto, insuperbito per la momentanea fama, fu presto in dissenso con i nuovi govemanti, che ne temevano le tendenze demagogiche. Ma nel primo momento si oppose, in verità, a violenze di piazza.
Recatosi in Sicilia nell'ottobre, fece anche qui prove non felici che obbligarono il governo a richiamarlo. Nel febbraio 1821 cercò di stringere accordi con i liberali della Lombardia e del Piemonte. Fallito ogni tentativo di resistenza contro gli Austriaci, esulò in Spagna, poi in Inghilterra. Poco amato e meno stimato dai compagni d'emigrazione, sorvegliato dal ministro napoletano a Londra, si fece protestante, scrisse una Storia della rivoluzione del 1820, che vendé manoscritta al governo napoletano. Stabilitosi poi in America, campò la vita insegnando l'italiano.
Bibl.: M. Manfredi, L. Minichini e la Carboneria a Nola, Firenze 1932.