MONGINI, Luigi
– Figlio di Alessandro e di Rosa Vicari, nacque ad Alessandria il 7 genn. 1852.
Il M., terzo di cinque fratelli (Giovanni, Stefano, Ugo e Cesare), discendeva da una famiglia di agiate condizioni economiche originaria di Soriso, un piccolo borgo in provincia di Novara, dal quale i suoi avi si erano allontanati nel corso dei secoli precedenti per spostarsi nell’area tortonese e alessandrina. Fin dalla più giovane età il M. mostrò un significativo interesse per la militanza politica, che ne avrebbe caratterizzato l’intera esistenza. In questo senso esempi in famiglia non mancavano: uno dei fratelli del padre, Luigi, noto avvocato civilista, ricoprì la carica di deputato (di area liberale) per circa un ventennio, e anche tre dei quattro fratelli del M. (Stefano, Cesare e Ugo) svolsero ruoli di primo piano nel panorama politico locale di ispirazione internazionalista, incappando numerose volte nelle maglie degli organi di polizia.
Grazie alla solidità economica della famiglia, il M. (così come i fratelli) poté proseguire gli studi, ottenendo il diploma di ragioniere a Torino, dove rimase ospite per un certo periodo presso l’abitazione dello zio deputato. Fu proprio a Torino che il M. cominciò la sua militanza politica, frequentando alcuni fra i principali esponenti del movimento internazionalista e diventando oggetto di un progressivo controllo da parte governativa che ne provocò più volte l’arresto. Nel 1878, all’età di ventisei anni, il M. si trovava a Milano, città nella quale risiedette per due anni e dove sposò Antonietta Narducci. Da questa unione nacque, nello stesso 1878, la figlia Maria Leonilda, morta l’anno dopo.
Negli anni successivi il M. viaggiò, spostandosi dapprima a Genova, dove nel 1882 vide la luce il suo secondo figlio, Alessandro, e successivamente (ma le fonti disponibili sono poco chiare e sostanzialmente discordanti) in America Latina, dalla quale fece ritorno in data non precisata. Quel che è certo, tuttavia, è che nel 1886 il nome del M. compare – con il grado di maestro – nel piedilista della loggia massonica torinese Dante Alighieri, mentre nel 1893 la sua presenza è segnalata a Milano: sono gli anni della fondazione del Partito dei lavoratori italiani, del quale il M. divenne fin da subito un attivo militante, prendendo parte al congresso del 1893 che si tenne a Reggio nell'Emilia.
A partire dal 1895 le fonti indicano la sua presenza a Roma, città in cui avrebbe trascorso il resto dell’esistenza.
Nella capitale del Regno il M. intensificò progressivamente il proprio impegno politico, al quale affiancò quello editoriale. Divenuto amministratore – benché in un’epoca precedente il suo trasferimento a Roma – del settimanale L’Asino, rivista di satira politica qui fondata il 27 nov. 1892 da G. Podrecca e G. Galantara, poco tempo dopo fu nominato cassiere e amministratore, insieme con O. Morgari, dell’Avanti!, organo ufficiale del Partito socialista italiano (PSI) che cominciò le proprie pubblicazioni il 25 dic. 1896 sotto la direzione di L. Bissolati.
A questo stesso anno sono da far risalire le prime sicure testimonianze della sua attività di editore e di divulgatore in Italia dei più significativi contributi di autori marxisti pubblicati in Europa, tra cui si ricorda Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte di K. Marx, edito in Italia per conto de L’Asino.
Nella seconda metà degli anni Novanta, in un clima di forte repressione del movimento socialista, il M. giocò un ruolo di primo piano: benché ancora residente a Milano, contribuì attivamente alla causa figurando tra gli organizzatori del primo congresso socialista regionale del Lazio, che si tenne nel giugno 1896 a Marino, e ottenendo, nell’agosto successivo, la nomina a membro dell’organismo direttivo della federazione socialista di Roma.
Nel marzo del 1897, in occasione delle elezioni politiche, il M. decise di candidarsi per il collegio di Roma IV: ottenne però soltanto 152 voti e non fu ammesso al ballottaggio. Intanto la situazione politica generale italiana subì un ulteriore peggioramento e gli incidenti scoppiati a Milano nel maggio 1898 – brutalmente soffocati nel sangue dal generale F. Bava Beccaris – offrirono il pretesto per l'adozione di ulteriori severe misure repressive nei confronti del Partito socialista e del suo organo di informazione: lo stesso M., insieme con molti altri membri di punta del movimento, subì in quell’occasione la perquisizione della sua abitazione.
I mesi centrali del 1898 segnarono significativamente, oltre che sul piano politico, la stessa vita affettiva del M.: all’arresto del figlio Alessandro, in marzo, seguirono la fuga in Svizzera di quest’ultimo e la morte della moglie. Sull’altro fronte dell’attività intrapresa dal M., quella editoriale, le cose avrebbero invece conosciuto, proprio in quegli anni, una svolta significativa. Pur non trascurando assolutamente il proprio impegno in ambito politico, nel 1899 il M. divenne editore in proprio, stabilendo inizialmente la sede della sua attività presso l'abitazione in cui risiedeva, in via delle Colonnette a Roma. Dopo aver dato vita ad alcune pubblicazioni periodiche, come Sempre Avanti, Avanguardia o Il Seme, nel 1899 apparve il primo libro per i tipi dell’Editore Mongini: si trattava dell’opera di Fr. Engels, Forza ed economia nella formazione del nuovo impero germanico.
Negli anni successivi l’elenco delle opere edite dal M. conobbe un notevole ampliamento anche grazie alla preziosa collaborazione fornita, in qualità di curatore e traduttore, da E. Ciccotti. Contribuì così a far conoscere al pubblico italiano gli scritti, oltre che di Marx (tra cui Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850) e di Engels (per es., Ludovico Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca), stampati entrambi nel 1902, anche di F. Mehring (Storia della democrazia sociale tedesca, I-II, 1900-07), di F. Lassalle (Programma operaio. Dello speciale rapporto dell’attuale momento storico con l’idea della classe operaia, 1903), di M. Gorki (L’uomo, 1905), di J. Jaurès (Storia socialista. 1789-1900, 1902; tuttavia una prima edizione, presso la tipografia dell'Asino, era già apparsa nel 1900), di P. Lafargue (Il diritto all’ozio, 1904), di P. Kropotkine (L’agricoltura, 1905), di T. Carlyle (La rivoluzione francese, I-III, 1906-08) o di A. Millerand (Il socialismo riformista francese, 1903).
Ma l’attività editoriale non si esaurì certamente con la pubblicazione di opere di autori stranieri. Furono infatti molti i lavori di pensatori italiani, tra i quali ricordiamo, per esempio, G.L. Cerchiari (L’opera dei Deputati socialisti durante l’ultima legislatura, 1900), F. Arcà (La legge del lavoro, 1903), P. Colajanni (I libretti obbligatori per gli operai e l’articolo 22 del disegno di legge sul contratto di lavoro, 1903), Antonio Labriola (Del socialismo, 1904) o L. Bissolati - N. Badaloni - G.F. Paoloni (Il perché della miseria dei lavoratori - Dio lo vuole! - Socialismo o risparmio?, 1909).
Dal 1903, anche in ragione dell’aumentata attività, il M. cambiò sede della casa editrice, dotandola di nuovi e più adeguati macchinari e trasferendola in alcuni locali acquistati a Frascati.
Nei primi anni del Novecento l’azione politica del M. all’interno del Partito socialista proseguì, benché in maniera meno continuativa a causa dell’impegnativa attività editoriale che, come si è visto, conobbe un volume di lavoro via via crescente. In occasione del nono congresso nazionale del partito (Roma 1906), fu comunque confermato nella carica di segretario amministrativo e la stessa cosa si ripeté nel settembre 1908 a Firenze durante il decimo congresso.
La salute del M., tuttavia, già da qualche tempo risultava minata in modo preoccupante: la fatica e i numerosi impegni di quegli ultimi anni furono probabilmente alla base di un aggravamento delle sue condizioni fisiche.
Il M. morì a Roma il 26 apr. 1909.
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