MONTIERI (Montier), Luigi
Nacque a Bologna nel 1694 da Luigi Montier, nativo di Parigi e di professione orologiaio, e Lucia Codici di Bologna. Fu battezzato con i nomi di Luigi Antonio Ottavio Benedetto.
Dopo aver studiato presso il seminario cittadino ed essere stato ordinato sacerdote nel 1717, divenne canonico della chiesa di S. Michele dei Leprosetti a Bologna. Nell’agosto 1725 fece dare alle stampe un libretto dal titolo L’utile col diletto, o sia Geografia intrecciata nel giuoco de tarocchi con le insegne degli illustrissimi ed eccelsi Signori Gonfalonieri ed Anziani di Bologna dal 1670, sino al 1725 (Bologna, G.B. Bianchi), accompagnato da un mazzo carte, detti «tarocchini», da lui stesso illustrato. Nelle intenzioni di Montieri, l’opera, dedicata al marchese Giovan Paolo Pepoli, si proponeva, secondo una moda in uso in Francia, non solamente di divertire col gioco, «ma istruire ancora nel tempo stesso in qualche o arte, o scienza i Giuocatori» (c. 1v), in questo caso la geografia.
Delle 62 carte che costituivano il mazzo, i 22 Trionfi recavano notizie geografiche sull’Europa e sul resto del mondo. Nelle restanti 40, invece, erano rappresentate le insegne delle nobili famiglie bolognesi «affinché le arme gentilizie di cui vengono ornate le carte, sieno a quei che giuocano, motivo di contenersi nel giuoco e d’imitare i loro antenati, dalle azioni gloriose de’ quali derivarono quelle arme» (c. 2r). Nonostante l’opera avesse ricevuto l’imprimatur del vicario generale del S. Uffizio di Bologna, Antonio Bagioni, il 10 settembre 1725 gli stampatori (Giovan Battista Bianchi per il libretto e Lelio Della Volpe per le carte), gli incisori (Giovanni Canossa e Giuseppe Moretti) e i librai (Giovanni Gabriele Nobili e Pietro Cavazza) furono arrestati e processati davanti al tribunale del Torrone (il foro criminale). Le ragioni di tale provvedimento giudiziario erano da ricondurre a quanto veniva raffigurato nel ventunesimo Trionfo, corrispondente alla carta del Matto. In essa erano elencate le forme di governo corrispondenti ai diversi Stati d’Europa, secondo la nota suddivisione in monarchico (Francia e Spagna), dispotico (Turchia e Moscovia), aristocratico (Repubblica di Venezia), democratico (Svizzera e Province Unite), misto di monarchico, aristocratico e democratico (rispettivamente «Alemagna in parte », Inghilterra e Polonia) e, in ultimo, misto, di cui si trovava esempio in Europa nel governo di Bologna. Proprio quest’ultima corrispondenza tra governo misto e Bologna fu vista dall’autorità legatizia come un pregiudizio portato alla sovranità del papa sulla città felsinea. Il 12 settembre il cardinale legato di Bologna Tommaso Ruffo emanò un bando contro le carte e il libretto di Montieri, «ripiene non meno l’une, che l’altro di mille irregolarità vane, ed improprie idee, degne del più esemplare castigo, come altresì di darle alle fiamme, e di proibirne affatto l’uso, e il commercio» (Arch. di Stato di Bologna, Archivio del legato, Bandi speciali, 54 [s.o. T.XLV], c. 105r). Lo stesso legato diede ordine di requisire tutte le copie del libretto e del mazzo di carte e dispose che fossero consegnate, pena la reclusione ai trasgressori, alla pubblica autorità affinché fossero bruciate. Per questa ragione tanto il libretto quanto le carte divennero da subito molto rari. Protetto dall’arcivescovo di Bologna, il cardinale Giacomo Boncompagni, Montieri non fu chiamato a comparire in tribunale, né il suo nome venne citato a fianco del titolo del libretto nell’editto legatizio. Pare tuttavia che in seguito a questo episodio egli fosse costretto ad allontanarsi dalla città per un breve periodo (annota Galeati nel suo Diario o siano notizie varie di Bologna, p. 205: «Il Montier ebbe lo sfratto»). Si deve al suo ingegno la fortunata sostituzione nei «tarocchini» bolognesi delle tradizionali figure dei quattro papi presenti nei trionfi (Papessa, Imperatrice, Imperatore, Papa), con altrettanti mori.
Nel 1727 Montieri portò a termine una monumentale Raccolta di tutte le memorie, lapidi, ed inscrizioni, che si ritrovano nelle chiese, palazzi, e strade della città di Bologna, rimasta manoscritta. In essa raccolse, suddividendole per quartieri, le epigrafi esistenti negli edifici civili e religiosi e nelle strade bolognesi. L’opera, composta di cinque volumi in folio vergati a mano in elegante carattere corsivo (Bologna, Biblioteca universitaria, 1301), era stata intrapresa per volontà e a spese del senatore bolognese Antonio Bovio. A Montieri sono attribuiti altresì tre volumi manoscritti di Iscrizioni poste nelle chiese della città di Bologna e In alcuni edifici pubblici di Bologna e religiosi e nel contado bolognese, conservati presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna (segn. 1334, 1335). Nel 1730, grazie ai servizi resi al cardinale Boncompagni, gli fu conferito da papa Clemente XII il beneficio semplice di S. Antonio di Meloncello, di cui godette fino alla morte. Ricoprì in seguito la carica di esattore generale «del Sussidio delle galere pontificie», imposta annuale istituita per il mantenimento della flotta dello Stato della Chiesa. Nel 1752 diede alle stampe per la tipografia arcivescovile di Pietro Ignazio e Giuseppe Longhi il Catalogo di tutte le chiese abbaziali, priorali, parrocchiali, monasteri, conventi, collegi, compagnie, conservatori, università, ed arti, esistenti nella città e nella diocesi di Bologna, ristampato poi l’anno successivo con l’aggiunta dell’elenco degli «Assonti al Sussidio delle galee pontifizie» e una lettera dedicatoria dell’autore ai medesimi.
Fu cappellano consorziale della chiesa metropolitana di S. Pietro e membro della confraternita di S. Girolamo di Miramonte, che designò erede dei propri beni per testamento redatto di suo pugno nel 1765.
Morì a Bologna il 27 febbraio 1768, sotto la parrocchia di S. Giacomo dei Carbonesi. In quanto membro della congregazione dei Quaranta devoti di S. Caterina de’ Vigri, il suo corpo fu seppellito nella chiesa del Corpus Domini, sede del culto della santa bolognese.
Nel testamento dispose un legato annuo in favore del contadino che lavorava il suo beneficio di S. Antonio del Meloncello, affinché pulisse il portico della Madonna di S. luca sei giorni prima che l’immagine della Vergine fosse portata a Bologna per le rogazioni. Lasciò al nobile Giovanni Paolo Todeschi, presso la cui famiglia aveva prestato servizio, cinque tomi di notizie riguardanti i benefici della città e diocesi di Bologna, così come «tutti li miei manoscritti di memoria di cose appartenenti questa città da me raccolte per dodici anni copia de quali sta nel pubblico istituto» (l. Montieri, Testamento, c. 3r). Tra i suoi scritti sulla Chiesa bolognese lasciò anche un elenco di Benefizi della [Chiesa] metropolitana (Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Mss., 2520).
Fonti e Bibl.: Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Gozzadini, 256, cc. 310r-344r: L. Montieri, Testamento; Mss., B.84: D.M. D’Andrea galeati, Diario o siano notizie varie di Bologna dall’anno MDCCIV all’anno MDCCXXVII, V, p. 205; ibid., Biblioteca universitaria, Mss., 770: A.F. Ghiselli, Memorie antiche manuscritte di Bologna, XCI, ad a. 1725, Documenti; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VI, Bologna 1788, pp. 81 s..; G.B. Comelli, Il governo «misto» in Bologna dal 1507 al 1797 e le carte da giuoco del canonico M., Bologna 1909; G. Roversi, Iscrizioni medievali bolognesi, Bologna 1982, pp. 26-28; A. De Benedictis, Repubblica per contratto. Bologna una città europea nello Stato della Chiesa, Bologna 1995, pp. 370 s.; A. Vitali - T. Zanetti, Il tarocchini di Bologna. Storia, iconografia, divinazione dal XV al XX secolo, Bologna 2005, pp. 25 s., 38-48.