CITTADELLA, Luigi Napoleone
Nacque il 18 nov. 1806 a Ferrara da Stanislao, notaio e segretario capo del municipio, e da Eleonora Campagnoli. Rimasto orfano del padre nel dicembre 1817, fece gli studi liceali presso i gesuiti, allora rientrati a Ferrara, e poi quelli universitari di ingegneria civile, conseguendo il titolo di baccelliere. Forte anche di una certa pratica nel disegno, entrò nell'ufficio del Genio civile dove svolse compiti di assistenza ai lavori di arginatura del Po. Per dissidi familiari, ma spinto anche da una certa irrequietezza, lasciò l'impiego nel marzo 1827 arruolandosi a Bologna nella cavalleria pontificia. Servì ad Ancona, Senigallia e Roma, dove si congedò alla fine del 1828; tornato a Ferrara, ripiegò su lavori di copista e su un temporaneo incarico di assistenza ai lavori stradali della provincia. Rimase definitivamente senza occupazione nella primavera del 1830, poiché nel luglio si risolvette ad emigrare in Francia, col miraggio di un possibile arruolamento per l'Algeria. Fu in Corsica, quindi a Tolone, senza nulla concludere. Quando rientrò in Italia del tutto privo di mezzi, venne ritenuto sospetto come proveniente dalla Francia rivoluzionaria, arrestato ed espulso sia dalla polizia del Regno di Sardegna sia da quella del Granducato di Toscana. Di ritorno a Bologna, non gli rimase che prendere nuovamente servizio nel corpo dei dragoni arruolandosi per cinque anni, che si ridussero a pochi mesi poiché aderì con la quasi totalità dei commilitoni al moto rivoluzionario del febbraio 1831. Entrati gli Austriaci in Emilia per ristabilirvi il dominio pontificio, il suo reparto seguì il generale Zucchi a Rimini e ad Ancona, dove fu compreso nella capitolazione. Secondo i termini di questa, anziché optare per proseguire la ferma a Roma preferì venir congedato e rimpatriato a Ferrara per riaffrontarvi le già provate difficoltà di sistemazione, alla fine dell'aprile 1831.
Dopo un infelice esperimento, nell'inverno, di impiego come fattore presso una famiglia di possidenti terrieri, il C. fu accolto da una cugina maritata Tarducci e comincio a mettere a frutto la sua disordinata ma varia preparazione guadagnando qualche soldo come aiutante d'un pittore di decorazioni e attendendo a ricerche .di carattere storico-artistico. Le aderenze familiari gli valsero finalmente l'assunzione, nell'aprile 1834, fra il personale amministrativo del comune di Ferrara, dove fra l'altro esercitò le funzioni di segretario delle commissioni di sanità e di belle arti e fu incaricato di redigere gli inventari dell'Archivio storico. Il 4 nov. 1838 si ammogliò con Rita Tebaldi che gli diede un figlio e quattro figlie, tutti salvo una periti in tenera età, e morì il 12 sett. 1864. Nel 1848 lasciò per qualche tempo il suo ufficio in municipio perché addetto, col grado di maggiore, al comando della guardia civica, compito al quale si affrettò a rinunziare dopo la caduta del governo pontificio e la proclamazione della repubblica. Mise insieme, intanto, una raccolta assai notevole d'un migliaio d'incisioni e di oltre tremila autografi, poi venduta al comune.
Le mansioni presso l'amministrazione e particolarmente presso l'Archivio comunale gli avevano offerto occasione ed agio per attendere a una diecina di studi sui monumenti e l'arte locale, pubblicati fra il 1843 e il 1860. Andate a vuoto le sue aspirazioni a conseguire la carica di segretario comunale ad Ancona e a Gubbio (gli fu offerto solo un posto del genere a Bondeno, che rifiutò), nel marzo 1862 venne destinato in luogo di monsignor G. Antonelli alla direzione della Biblioteca comunale, senza avervi esplicitamente aspirato secondo quanto egli stesso affermò, forse per civetteria, nel 1864.
Il nuovo ufficio, nel quale rimase fino al collocamento a riposo, nel 1876, fu utile al C. soprattutto per riprendere ed ampliare la sua produzione storico-erudita, a incominciare dal grosso volume di Notizie relative a Ferrara pubblicato nel 1864, ricchissima silloge di minuzie e curiosità storiche messe insieme in ventott'anni (a suo dire) di custodia dell'Archivio municipale, nonché attraverso esplorazioni effettuate in quello notarile e nelle raccolte del canonico Antonelli.
Rimane l'opera più significativa del C., divisa in due parti. La prima, amministrativa e storica, fornisce informazioni prima genericamente orientative, quindi via via più minute intorno all'amministrazione comunale, la beneficenza, le cacce, il carroccio, le bandiere, gli stemmi, il vestiario, le tasse, le feste, le fiere, i mercati, le giostre, le fontane, i pozzi, le fortificazioni, i giochi, la giustizia, l'annona, le strade, i podestà e gli altri magistrati. Non mancano annotazioni e documenti relativi ai vari capitoli di spesa ed ai vari oggetti dell'attività legislativa, alle famiglie, alle chiese, agli edifici più cospicui. All'arte e alle manifatture è specificamente dedicata tutta la seconda parte del volume, assai più organica ed ordinata, di ancora utile consultazione.
Non tanto l'impegno in questo ed altri successivi contributi allo studio delle arti in Ferrara, quanto la stessa casualità della destinazione e la scarsa fiducia nell'utilità di ogni opera di promozione culturale trattennero il C. dall'impegnarsi a fondo nel lavoro di biblioteca. Chiuse, anzi, al pubblico l'ampia e luminosa sala di lettura per confinarla in ambienti più angusti e facilmente controllabili; trascurò di ordinare e catalogare le nuove accessioni, lasciandole ammucchiate alla rinfusa in quella stessa sala. Unica sua cura fu, nella penuria di personale, quella di procacciarsi l'opera di un amanuense che ricopiasse senza correggerle le schede imprecise ed eterogenee del vecchio catalogo, per consentirne una disposizione sistematica secondo i principi a quel tempo entrati in voga. Lasciò inevitabilmente incompiuta anche quest'unica iniziativa allorché si ritirò un anno prima della morte, avvenuta a Ferrara il 18 dic. 1877.
Questo modo di reggere una biblioteca non grande, ma efficiente e ben funzionante da decenni, contrastava singolarmente con l'impegno posto, negli anni immediatamente posteriori all'Unità, per imperniare sul nostro ricchissimo patrimonio bibliotecario un efficiente servizio di lettura pubblica e di sussidio all'insegnamento superiore: di qui le riserve espresse sulla sua opera di direzione fra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento.
Opere: Notizie sul palazzo dei Diamanti, Ferrara 1843; Memorie per servire alla biografia di G.B. Aleotti, ibid. 1843; Indicemanuale delle cose più rimarcabili di pitturain Ferrara, ibid. 1844; Il sedici luglio,ode, ibid. 1846; A Pio IX,ode saffica, ibid. 1849; Sul teatro pubblico in Ferrara, ibid. 1850; L'altar maggiore della chiesa comunale detta Chiesa nuova, ibid. 1852; Storia patria,documenti ed illustrazioni, ibid. 1852; Memorie del pittore Sebastiano Filippi detto Bastianino, ibid. 1853; Bondeno e la sua chiesa arcipretale, ibid. 1859; Opere di scultura di G. Ferrari, ibid. 1859; Memorie storiche,monumentali,artistiche del tempio di S. Francesco, ibid. 1860; Annotazioni ai capitali pel concilio di Ferrara, Bologna 1862; Cenno biografico intorno al prof. B. Ferriani, Perrara 1864; Notizie relative a Ferrara per la maggior parte inedite ricavate dai documenti ed illustrate, ibid. 1864; La famiglia degli Alighieri in Ferrara, ibid. 1865; Ricordi e documenti intorno alla vita di Cosimo Tura detto Cosmè, ibid. 1866; La nobile famiglia Savonarola in Padova e Ferrara, ibid. 1867; Documenti ed illustrazioni sulla storia artistica ferrarese, ibid. 1868; Relazione sulla Biblioteca municipale di Ferrara, ibid. 1868; Notizie amministrative,storiche,artistiche relative a Ferrara, ibid. 1868; I Guarini,famiglia nobile ferrarese oriunda di Verona, Bologna 1870; I due Dossi, Ferrara 1870; Riduzione in ferrarese del primo canto dell'Inferno, ibid. 1870; Benvenuto Tisi da Garofalo,pittore ferrarese del sec. XVI, ibid. 1872; Un palazzo estense in Ferrara, ibid. 1872; Saggio di albero genealogico della famiglia Borgia, Torino 1872; Sullo stemma di Ferrara, Firenze 1873; La stampa in Ferrara, Torino 1873; Guida pel forestiero in Ferrara, Ferrara 1873; La casa di fra Girolamo Savonarola in Ferrara, ibid. 1873; Il castello di Ferrara, ibid. 1875; Il Petrarca di Ferrara,1348-1370, Venezia 1876; Saggio di storia politica di Ferrara,anni 1549-1559, Firenze 1877; Autobiografia (a cura della figlia Ida), Ferrara 1913.
Bibl.: A. Gennari, Monografia della Biblioteca comunale di Ferrara, Ferrara 1892, pp. 41-69; G. Agnelli, La Bibl. comunale di Ferrara,il passato il presente l'avvenire, Ferrara 1904, pp. 9-13; Id., Storia delle bibl. della prov. di Ferrara, in Tesori delle bibl. d'Italia,Emilia-Romagna, Milano 1932, pp. 39-80.