PALAZZO, Luigi
PALAZZO, Luigi. – Nacque a Torino il 18 gennaio 1861, da Carlo e Luigia Capriola.
Già durante gli studi giovanili, compiuti al liceo Cavour di Torino, mostrò predisposizione per le discipline scientifiche e le osservazioni sperimentali. Iscrittosi all’Università del capoluogo sabaudo, conseguì la laurea in fisica il 13 luglio 1884.
Ottenuta una borsa di studio, si trasferì a Roma per un biennio di perfezionamento presso l’Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica e l’Istituto universitario di fisica, specializzandosi su aspetti teorici e sperimentali della strumentazione per misure magnetiche terrestri. Nei due anni successivi, grazie a un’altra borsa di studio, proseguì il tirocinio all’estero, presso le Università di Würzburg e Berlino e l’Istituto meteorologico prussiano.
Nell’agosto 1888 venne assunto all’Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica di Roma, diretto da Pietro Tacchini, con la qualifica di assistente fisico, in sostituzione di Ciro Chistoni, nel frattempo divenuto titolare della cattedra di fisica all’Università di Modena. Incaricato di proseguire il rilevamento geomagnetico d’Italia iniziato nel 1881 da Chistoni, Palazzo mostrò grande impegno e precisione, sia nella scelta dei siti di misura che nell’esecuzione delle misure sperimentali, completate nel 1892.
Sul tema produsse molti lavori, tra cui Misure assolute degli elementi del magnetismo terrestre eseguite in Italia negli anni 1888 e 1889, in Annali dell’Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica, XVI (1894), parte I, pp. 1-151; Determinazioni magnetiche fatte nell’Italia meridionale durante l’anno 1891, ibid., XVIII (1896), parte I, pp. 1-100; Misure di magnetismo terrestre fatte in Sicilia nel 1890, ibid., XVIII (1897), parte I, pp. 1-102. Nel 1904 furono finalmente presentate al Congresso geografico nazionale di Napoli le tre carte magnetiche fondamentali (inclinazione, declinazione e intensità orizzontale), illustrate nella nota Carta magnetica delle isodinamiche d’Italia, in Atti del V Congresso geografico italiano...1904, II, Napoli 1905, pp. 51-72.
Palazzo si dedicò agli studi geomagnetici in tutta la sua lunga carriera, analizzando le variazioni del campo nell’arco di un quarantennio. Curò anche i rilievi magnetici delle colonie africane, pubblicando diversi lavori, tra cui: Magnetic elements determined at Tripoly, Barbary, in Terrestrial magnetism and atmospheric electricity, XI (1906), 2, pp. 93-96; La carta magnetica del Benadir, in Monografie e rapporti coloniali, XVII (1912), pp. 1-12; Alcune misure magnetiche nell’Est-Africa inglese e nella Somalia italiana, in Annali dell’Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica, XXXII (1910), 1, pp. 1-37; Misure magnetiche in Eritrea, ibid., XXXV (1913), 1, pp. 1-91. In seguito, effettuò la revisione della Carta magnetica d’Italia, iniziata nel 1921 e portata a compimento nel 1929. La mole di dati prodotta in quegli anni contribuì a creare i fondamenti empirici per lo sviluppo delle teorie sul magnetismo terrestre dell’epoca.
Nel frattempo egli era succeduto a Pietro Tacchini alla guida dell’Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica, dapprima come reggente nel 1899 e poi come direttore nel 1901. Durante il trentennio di direzione (1901-1931), promosse in più fasi la modernizzazione dell’ente, curando i rapporti internazionali e favorendo la crescita dei giovani ricercatori e la formazione di un gruppo dirigente competente. Tra le figure selezionate da Palazzo nell’ambito dell’Ufficio, spiccano il fisico e meteorologo Filippo Eredia, responsabile prima della sezione climatologia e poi di quella presagi, e il fisico e sismologo Giovanni Agamennone, cui fu affidato il servizio sismico.
Linea di attività trainante era, nella visione di Palazzo, quella delle previsioni meteorologiche, esigenza primaria delle varie istituzioni statali cui l’Ufficio forniva supporto specialistico: a lui si deve l’impostazione, in quegli anni, della rete meteorologica nazionale. In campo meteorologico, Palazzo ideò un nuovo strumento, che porta il suo nome, illustrato nella nota Su di un nuovo modello di pluviometro registratore adottato dal R. Ufficio di meteorologia e geodinamica, in Rivista meteorico-agraria, XXVI (1905), pp. 3-8.
Nel 1902 avviò, nell’ambito di un progetto internazionale sotto l’egida dell’Organizzazione meteorologica internazionale, un programma di esplorazioni aerologiche per lo studio degli strati superiori dell’atmosfera, con lanci di palloni sonda spinti fino a 20-30 km di quota. Le esplorazioni a bordo di aerostati, a cui sovente partecipava personalmente, furono compiute col supporto della brigata specialisti del 3° reggimento genio, presso cui fu appositamente costituito un Servizio aerologico, embrione del futuro Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare. Fu inoltre fautore del coordinamento tra i vari soggetti all’epoca impegnati nelle ricerche meteorologiche, allo stesso tempo favorite e rese sempre più necessarie dal progredire della tecnologia aeronautica; nel 1914 promosse pertanto una riforma radicale dell’organizzazione del servizio meteorologico, sull’onda dei recenti progressi delle ricerca scientifica internazionale.
Particolare attenzione rivolse anche alla fisica dell’atmosfera, potenziando la rete di osservatori di alta montagna. I suoi studi spettroscopici sulle relazioni tra radiazione solare e elementi magnetici durante le eclissi, nonché tra la radiazione solare e quella penetrante, fornirono un importante contributo allo sviluppo della fisica cosmica. Effettuò osservazioni aerologiche nelle colonie d’Africa, dedicandosi anche allo studio della stratosfera nelle regioni equatoriali. Tra i suoi lavori nel campo si citano: Straordinaria protuberanza solare osservata a Roma il 24 dicembre 1894, in Memorie della Società degli spettroscopisti italiani, XXIV (1895), pp. 1-2; La spedizione aerologica italiana a Zanzibar, in Annali dell’Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica, XXX (1908), parte I, pp. 1-34; L’eclisse totale di sole del 21 agosto 1914 osservata dalla missione italiana in Teodosia (Crimea). Osservazioni geofisiche diverse in connessione con l’eclisse, in Memorie della Società degli spettroscopisti italiani, s. 2, VII (1918).
Come direttore dell’Ufficio centrale, Palazzo diede impulso anche alle ricerche sismologiche, con particolare riguardo agli aspetti strumentali. Tra i suoi studi a carattere sismologico si citano: Sul terremoto del 24 aprile 1901 nei pressi di Palombara Sabina, in Atti della Reale Accademia dei Lincei, s. 5, Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, X (1901), pp. 351-354; la nota sul fenomeno acustico-sismico dei rombi dal titolo: I brontìdi del bacino Bolsenese, in Bollettino della Società geografica italiana, XLI (1907), vol. 44, pp.1-10; Cronistoria dei terremoti etiopici anteriori all’ anno 1913, inBollettino della Società sismologica italiana, XIX (1915), 5-6, pp. 293-350; I recenti terremoti di Montefiascone, ibid., XXXIII (1935), pp. 190-194.
Nonostante l’impegno di Palazzo, l’Ufficio centrale non riuscì a garantire servizi meteorologici e sismici specializzati e adeguati alle sempre crescenti esigenze dei diversi settori dell’amministrazione civile e militare, come emerse in particolare durante il primo conflitto mondiale, e si avviò ad un progressivo declino. Nel 1925 il commissariato per l’Aeronautica, avocando a sé la competenza sulle previsioni meteorologiche e il relativo personale, costituì l’Ufficio presagi, affidandolo ad Eredia, e contestualmente istituì una propria rete di rilevamento: veniva sancita così la nascita del Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare. Parallelamente, tra gli anni Venti e Trenta si acuirono le difficoltà dell’Ufficio (nel 1923 riordinato e ridenominato Regio Ufficio di meteorologia e geofisica) nel gestire la rete di sorveglianza geofisica: emblematica fu la sospensione, dopo anni di progressivo declino, delle registrazioni sismografiche dell’Osservatorio di Rocca di Papa, già centro di riferimento a livello internazionale per gli studi sismologici sia per la caratura dei ricercatori che vi avevano operato – Michele Stefano De Rossi, Adolfo Cancani, Giovanni Agamennone – sia per l’alto livello tecnologico delle strumentazioni in dotazione.
Nel 1931 Palazzo fu collocato a riposo e Emilio Oddone gli successe nella direzione del Regio Ufficio di meteorologia e geofisica.
In quasi cinquant’anni d’attività egli realizzò una corposa produzione scientifica, costituita da oltre 130 pubblicazioni che spaziano in vari campi della fisica terrestre e della fisica dell’atmosfera (prevalentemente magnetismo terrestre, meteorologia, aerologia e sismologia, e subordinatamente fisica sperimentale, osservazioni solari, elettricità atmosferica, meteorologia applicata all’igiene, limnologia). Produsse anche diversi scritti biografici, tra cui Adolfo Cancani, in Bollettino della Società sismologica italiana, X (1905), pp. 3-11; Pietro Tacchini, ibid., pp. 5-14; Onore alla memoria di Michele Stefano De Rossi, ibid., XV (1911), 1-3, pp. 3-16; L’opera svolta da C. Chistoni per lo studio del magnetismo terrestre, in Annali del Regio Osservatorio vesuviano, III (1926), pp. 171-176; Cancani Adolfo, in Enciclopedia Italiana, VIII, Roma 1930, s.v.
Diresse la Rivista meteorico-agraria e fu curatore degli Annali e delle Memorie dell’Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica, nonché del Bollettino della Società sismologica Italiana (nel 1917 rinominato Bollettino sismico). Scrisse anche la nota Meteorologia e geodinamica, in Cinquanta anni di storia italiana, a cura della Reale Accademia dei Lincei, II, Milano 1911, pp.1-54 e La costituzione dell’interno della terra ed il campo magnetico terrestre, in Atti della Società italiana per il progresso delle scienze, XII (1923), pp. 201-210.
Tra le cariche nazionali e internazionali da lui ricoperte si rammentano: membro del Regio Comitato talassografico; primo presidente dell’Associazione internazionale di sismologia; membro del comitato esecutivo e vice presidente (1922-1927) della sezione di magnetismo e elettricità terrestri della International Union of Geodesy and Geophysics; membro del Comitato meteorologico internazionale; membro della Commissione internazionale di geomagnetismo e di quella di aerologia della Federazione aeronautica internazionale; presidente della Commissione per l’elettricità atmosferica nella Aero-Arctic Society.
Fu affiliato a diverse associazioni scientifiche italiane e straniere: socio corrispondente dell’Accademia delle scienze di Torino dal 1918; socio ordinario dell’Accademia pontificia dei nuovi Lincei; socio corrispondente dal 1921 e poi nazionale dal 1927 della Reale Accademia dei Lincei per la classe di scienze fisiche, matematiche e naturali; socio onorario dell’Accademia Gioenia di Catania; membro dell’Ateneo di Brescia; membro del’Accademia di scienze lettere ed arti degli Zelanti di Acireale; socio corrispondente della Deutsche Meteorologische Gesellschaft; membro d’onore della Società romena di geografia; membro onorario della Società meteorologica ungherese. Nella sua carriera ricevette inoltre diverse onorificenze (ufficiale, commendatore, grand’ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia) e fu insignito del Premio Reina della Società italiana per il progresso delle scienze per la fisica sperimentale (1897) e per la geofisica (1930).
Si sposò nel 1889 con Maria Giuseppa Palazzo a Bologna e dal matrimonio nacque nel 1897 il figlio Silvio.
Morì a Firenze, dove si era stabilito dopo il pensionamento, il 13 giugno 1933.
Nel 1932, grazie alla donazione da lui fatta della sottoscrizione di amici ed estimatori, fu istituito in suo onore presso la Reale Accademia dei Lincei il Premio Luigi Palazzo, destinato ad incoraggiare gli studi di meteorologia e geofisica in Italia.
Fonti e Bibl.: A Roma, presso la biblioteca dell’ex Ufficio centrale di ecologia agraria, oggi denominato Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia applicate all’agricoltura del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione applicata all’agricoltura (CRA-CMA), nella storica sede del Collegio Romano, è raccolta una miscellanea dei lavori di P., tra cui un elenco delle pubblicazioni al 13 luglio 1914 (Roma 1914). F. Eredia, L. P., cenno necrologico, in Memorie della Società astronomica italiana, vol. 7, 1934, pp. 427-428; L. P., in Dizionarioenciclopedico italiano, VIII, Roma 1970, p. 785; L. P. (1861–1933), in Terrestrial Magnetism and Atmospheric Electricity, 1934, vol. 39, n. 1, pp. 71 s.; A. Brunetti, La storia dell’Ufficio centrale di ecologia agraria attraverso gli atti normativi che lo hanno regolato, in 120° anniversario dell’UCEA, speciale di agricoltura, XLIV (1996), 277, pp. 5-14; F. Mangianti, L’Ufficio centrale di ecologia agraria e la sua sede nel palazzo del Collegio Romano, ibid., pp. 15-26; M. C. Beltrano - S. Esposito La rete meteorologicadell’Ufficio centrale di ecologia agraria dalle origini ai giorni nostri, ibid., pp. 27-40; M. C. Beltrano La rete di rilevamento sismico del Regio Ufficio centrale di ecologia agraria, ibid., pp. 41-45; Id., Gli antichi strumenti sismici e meteorologici dell’Ufficio centrale di ecologia agraria, ibid., pp. 46-52; F. Foresta Martin - G. Calcara, Per una storia della geofisica italiana. La nascita dell’Istituto nazionale di geofisica (1936) e la figura di Antonino Lo Surdo, Milano 2010, pp. 16-19, 70.
Si ringraziano Luigi Perini, Maria Carmen Beltrano, Luigi Iafrate. La voce è stata redatta con la collaborazione di Marco Pantaloni.