Pareyson, Luigi
Filosofo italiano (Piasco, Cuneo, 1918 - Milano 1991). Insegnò storia della filosofia nell’univ. di Pavia (1951), poi (1952) estetica e quindi (1964-88) filosofia teoretica nell’univ. di Torino; diresse (1957-84) la Rivista di estetica. Il pensiero di P. si richiamò inizialmente ai principi dello spiritualismo cristiano e dell’esistenzialismo (La filosofia dell’esistenza e C. Jaspers, 1940; Studi sull’esistenzialismo, 1943; Esistenza e persona, 1950), quest’ultimo concepito come sbocco della dissoluzione dell’hegelismo. Portato così ad approfondire i suoi studi storico-filosofici, P. pubblicò opere quali Fichte (1950) e L’estetica dell’idealismo tedesco (1950). In seguito con Estetica: teoria della formatività (1954), Teoria dell’arte (1965) e Problemi dell’estetica (1965), in opposizione all’estetica crociana, formulò una teoria dell’esperienza artistica come formatività e interpretazione. In Verità e interpretazione (1971), opera che lo colloca tra i più originali rappresentanti dell’ermeneutica, P. chiarisce il rapporto ontologico uomo-essere come rapporto interpretazione-verità, sostenendo che quest’ultima è sì afferrabile nella sua unicità all’interno di un’interpretazione, ma «inoggettivabile», ossia non esauribile nell’ambito di ciò che un soggetto conosce. Tra i suoi ultimi lavori si segnalano: Filosofia della libertà (1989), poi confluito con altri scritti nel vol. post. Ontologia della libertà. Il male e la sofferenza (1995); e, anche post., Dostoevskij. Filosofia, romanzo ed esperienza religiosa (1993).