PORTA, Luigi
PORTA, Luigi. – Nacque a Pavia il 4 gennaio 1800, da Vincenzo, impiegato in finanza, e da Angiola Maria Songia, in una famiglia di umili origini, primo di tre figli.
L’improvvisa morte del padre, nel 1817, portò con sé drammatiche difficoltà economiche e solo grazie alla coraggiosa abnegazione della madre i figli Luigi ed Enrico poterono proseguire gli studi. Luigi si iscrisse alla facoltà di medicina, che prometteva uno sbocco professionale abbastanza rapido, per essere al più presto di sostegno alla famiglia.
Dopo la laurea in chirurgia, nel 1822, fu scelto per l’Istituto di perfezionamento chirurgico di Vienna. Ancora studente aveva cominciato a lavorare come secondario all’ospedale S. Matteo, guadagnando una piccola somma che lo aiutò a mantenersi, tra grandi sacrifici, nei tre anni trascorsi nella capitale asburgica, mentre approfondiva gli studi anatomici e chirurgici tra le corsie dell’ospedale, delle cliniche e nella casa degli esposti per le malattie dei bambini. Intanto, usando gli scarsi mezzi per acquistare pezzi di cadavere, si dedicava da solo alle osservazioni autoptiche.
Tornato a Pavia nel 1826, cominciò a collaborare con Carlo Cairoli, Bartolomeo Panizza e Antonio Scarpa, lavorando instancabilmente e tentando vari concorsi per ottenere una carriera stabile. Intanto, nel 1829, conseguì anche la laurea in medicina, con una dissertazione di argomento oncologico (De fungi medullaris et haematodes natura, Pavia 1829) e cominciò a esercitare privatamente. Trovò poi impiego a Milano come chirurgo degli esposti e delle partorienti, nell’ospedale S. Caterina, e fu autore di un Dizionario ostetrico ad uso delle levatrici (Milano 1833) pensato per aiutare le giovani, spesso poco istruite, che studiavano nella scuola di Milano, a comprendere i termini contenuti nei manuali di ostetricia.
Nel 1832 tornò nella città natale per ricoprire la cattedra di clinica chirurgica e terapia speciale che era stata di Scarpa, tenendola poi per un quarantennio. Seguendo la tradizione segnata da Scarpa, si dedicò con impegno allo studio dell’anatomia normale e patologica.
Di quest’attività è testimonianza la ricca raccolta di preparazioni del suo gabinetto di anatomia chirurgica, donato, nel 1860, al Regno d’Italia per l’istruzione degli studenti e denominato da quel momento Museo Porta. Inizialmente custodita in alcune sale della clinica operativa, la collezione passò, negli anni Trenta del Novecento, al Museo per la storia dell’Università di Pavia, dove è ancora conservata insieme a numerosi volumi manoscritti nei quali Porta annotava accuratamente, fin dagli anni universitari, i resoconti dei casi clinici e chirurgici di cui si occupava giornalmente.
Porta fu un clinico acuto, un abile chirurgo e un docente attento, conciso e scrupoloso. Nella maturità cominciò a pubblicare lavori scientifici su un’ampia varietà di argomenti che riflettono una profonda preparazione acquisita attraverso lo studio dell’anatomia normale e patologica, l’osservazione clinica e la ricerca sperimentale. Si interessò precocemente alle tecniche di anestesia con diversi metodi e sostanze (Sui metodi di inspirazione dell’etere solforico, Pavia 1847; Dell’inalazione del cloroforme, in Giornale dell’I. R. Istituto lombardo di scienze lettere ed arti, 1853, vol. 4, n. 21, pp. 449-467). Si occupò di urologia e ideò un nuovo modello di strumento per la frantumazione dei calcoli all’interno della vescica dopo cistotomia (Della litotrizia, Milano 1859), di patologie osteoarticolari (Delle fratture del femore, in Memorie del R. Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti, s. 2, 1863, vol. 9, pp. 269-327), di oncologia, di malformazioni e di chirurgia plastica (Dell’autoplastica, in Memorie del R. Istituto lombardo di scienze e lettere. Classe di scienze matematiche e naturali, s. 3, 1867, vol. 10, pp. 1-112; Dei metodi operativi del labbro leporino congenito complicato, ibid., 1873, vol. 12, pp. 241-257; Dell’innesto epidermico delle piaghe, ibid., 1874, vol. 13, n. 1, pp. 1-29; Nuovo metodo di rinoplastica malare, ibid., 1875, vol. 13, n. 3, pp. 301-313).
Mise a punto particolari interventi chirurgici, quali l’operazione di enucleazione dello struma cistico-tiroideo (Delle malattie e delle operazioni della ghiandola tiroidea, Milano 1849) in seguito riscoperta da Emil Kocher (premio Nobel nel 1909 proprio per gli studi su fisiologia, patologia e chirurgia della tiroide). Tra i suoi lavori angiologici si devono ricordare scritti sulla cura di aneurismi e varici, sull’emostasi, e soprattutto il volume di chirurgia sperimentale Delle alterazioni patologiche delle arterie per la legatura e la torsione (Milano 1845), in cui affrontò il tema della formazione di circoli collaterali arteriosi. Porta condusse sperimentazioni su centinaia di animali con legatura selettiva dei vasi arteriosi, confrontando i reperti ottenuti con le osservazioni autoptiche su pazienti deceduti affetti da patologie vascolari e la sua opera fornì un fondamentale contributo alla fisiopatologia angiologica.
Negli anni dei moti risorgimentali Porta non restò insensibile alle istanze patriottiche. Nel 1848 fu medico chirurgo capo della legione lombarda del generale Ettore Perone. Dopo Custoza e la ritirata dei piemontesi, tuttavia, tornò a Pavia lavorando presso l’ospedale militare. La sua partecipazione fu sempre sfumata ed effettivamente il suo contegno venne segnalato come regolare nei rapporti della polizia austriaca. Nel 1859 fu direttore degli ospedali militari istituiti a Pavia.
Nell’agosto del 1862, quando Giuseppe Garibaldi venne ferito in Aspromonte, Porta visitò il generale per determinare se il proiettile si trovasse o meno ancora all’interno della gamba e stabilire la terapia più adatta. La questione non era facile, anche per la povertà dei mezzi diagnostici e gli oltre venti medici, italiani e stranieri, che prestarono consulto si trovavano in disaccordo. Porta concordò erroneamente con quanti pensavano che la palla fosse rimbalzata fuori. La vicenda, che suscitò aspre polemiche, si avviò a soluzione solo quando il francese August Nélaton determinò con uno strumento di sua invenzione presenza ed esatta posizione del proiettile, che venne finalmente estratto.
Interamente dedito allo studio e all’insegnamento, Porta fu membro di accademie scientifiche italiane e straniere, tra cui l’Istituto lombardo di Milano, decano e preside della facoltà di medicina e rettore nel 1860. Fu nominato cavaliere di S. Maurizio, ufficiale della corona ferrea e senatore del Regno d’Italia. Riservato, austero e solitario non lasciò la famiglia d’origine; visse infatti con la madre e la sorella Teresa, affetta da problemi psichici, della quale si occupò con grande dedizione. La sua morte addolorò profondamente l’anziano professore.
Afflitto già da tempo da problemi cardiaci, Porta morì nella sua città natale il 9 settembre 1875. Lasciò per testamento il suo ingente patrimonio all’Università di Pavia, in pegno di affetto e gratitudine.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Pavia, Università, Medicina, 50-51, 476, 571; Pavia, Archivio storico dell’Università, Fascicoli personali docenti, L. P.; Borse di studio, fondazioni, fondi, lasciti, legati, premi, P.; Museo per la storia dell’Università, Fondo Porta.
C. Zuradelli, Elogio commemorativo del defunto professore commendatore L. P. senatore del Regno d’Italia […] letto nella seduta 12 ottobre 1875 del consiglio civico, Pavia 1875; In commemorazione del defunto senatore Prof. Comm. L. P., Pavia 1875; [A. Corradi], P. Comm. L., Senatore del regno, in Annuario della R. Università di Pavia. Anno scolastico 1875-76, Pavia 1876, pp. 54-60; A. Corradi, Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia e degli uomini più illustri che v’insegnarono, Pavia 1878, parte I, pp. 203, 282-284; B. Arnaboldi, Per la solenne inaugurazione d’una statua al prof. L. P. nell’Università di Pavia il 14 novembre 1880, Pavia 1880; E. Bottini, Elogio di L. P., Milano 1887; A. Scarenzio, Commemorazione di L. P., in Rendiconti del R. Istituto lombardo, s. 2, 1887, vol. 20, n. 1, pp. 6-20; Id., Nella solenne inaugurazione del busto marmoreo del Prof. Senatore L. P. nel famedio pavese… 24 nov. 1889, Pavia 1889; R. Soriga, Il biennio 1848-49 a Pavia, secondo una inchiesta riservata del governo austriaco, in Bollettino della Società pavese di storia patria, XV (1919), 1-4, pp. 148-156; G.S. Donati, La scuola chirurgica pavese, in Discipline e maestri dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, pp. 293-305; Id., L. P. and his contribution to vascular surgery, in The journal of cardiovascular surgery, 1961, vol. 2, pp. 243-251; B. Zanobio, P., L., in Dictionary of scientific biography, XI, New York 1975, pp. 98-99; Id., Saggio di patologia osteoarticolare nel «Gabinetto di anatomia e patologia chirurgica» di L. P., Pavia 1977; Id., I circoli collaterali arteriosi di L. P. […] in un primo studio angiografico di preparati originali, in Rendiconti dell’Istituto lombardo. Classe di scienze matematiche e naturali, 1978, vol. 122, pp. 99-110; Id., Le osservazioni clinico-anatomiche di L. P. […] sulle «cotilitidi», ibid., pp. 82-98; L’autobiografia di L. P., a cura di A.F. Franchini - A. Porro, in Bollettino della Società pavese di storia patria, XCII (1992), vol. 44, pp. 219-264; M. Aliverti, Le malattie dei nervi nell’opera di L. P. (1800-1875), tesi di dottorato in storia della metodologia medica, Università di Milano, aa. 1992-93; A.F. Franchini, Le osservazioni medico-chirurgiche di uno studente lombardo di primo Ottocento, tesi di dottorato in storia della metodologia medica, Università di Milano, aa. 1992-93; A. Porro, L. P. (1800-1875) e la litotrizia: esempi di metodi clinici, didattici e di ricerca nella Lombardia dell’Ottocento, tesi di dottorato in storia della metodologia medica, Università di Milano, aa. 1995-96; A.F. Franchini Lavarda - A. Porro, Un’opera dimenticata: il dizionario ostetrico ad uso delle levatrici del dottor L. P. Milano 1833, in Rivista di storia della medicina, VI (1996), 1-2, pp. 433-442; Il testamento di L. P. (1800-1875), in Bollettino della Società pavese di storia patria, XCVIII (1998), pp. 319-332; P. Mazzarello, Storia della Medicina pavese da Spallanzani e Scarpa a Golgi, in Storia di Pavia, V, L’età moderna e contemporanea, Pavia 2000, pp. 369-399; G. Corbellini, Decessi illustri e patriottiche ferite, in A un piede fu ferito, a cura di V. Gazzaniga, Bologna 2001, pp. 39-56; A. Porro - A.F. Franchini, Tra Pavia e Brescia: il caso di L. P. (1800-1875), in Medicina nei secoli, 2007, vol. 19, n. 2, pp. 561-576; P. Mazzarello, La medicina e le discipline affini nelle pubblicazioni dell’Istituto Lombardo, in L’Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere, II, Storia della classe di scienze matematiche e naturali, a cura di E. Gatti - A. Robbiati Bianchi, Milano 2008, pp. 565-670.