ROCCHI, Luigi
(Gino). – Nacque a Savignano sul Rubicone il 18 novembre 1843 da Francesco e da Edvige Bertozzi.
Quando aveva quattro anni la famiglia si trasferì a Bologna dove il padre, già professore di filosofia presso l’Accademia savignanese, fu chiamato a ricoprire il ruolo di docente universitario e di direttore del Museo di archeologia e numismatica della facoltà filologica. A Bologna, Rocchi frequentò il Regio liceo Galvani e l’Università, iscrivendosi alla medesima facoltà dove insegnava il padre, nella quale si laureò a pieni voti il 24 luglio 1867.
Professore a Fano per pochi mesi, fece ritorno a Bologna nel novembre 1869 come titolare dell’insegnamento nella V classe del ginnasio comunale e ottenne altresì una breve supplenza di docenza universitaria di storia antica presso la cattedra vacante di Giuseppe Regaldi. Dal 1879 fu direttore del ginnasio, incarico che mantenne fino al 1896, quando l’Istituto comunale passò alle competenze dello Stato. Contemporaneamente insegnò anche lettere italiane nel R. Istituto tecnico di Bologna dove rimase dal 1877 fino al pensionamento, avvenuto nel 1915. Nel 1898, venuto meno l’impiego presso il ginnasio, fu designato dalla giunta municipale a prestare servizio presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, del cui comitato scientifico Rocchi faceva parte da molto tempo. In quegli anni si applicò soprattutto allo studio e alla schedatura di manoscritti di varie collezioni, oltre che alla redazione di epigrafi e iscrizioni per il Comune. Da tali studi ricavò vari articoli pubblicati sull’Archiginnasio, rivista fondata nel 1906 da Albano Sorbelli, poi confluiti nella raccolta Scritti vari, edita da Zanichelli (Bologna 1928). Negli ultimi anni di vita gli fu riconosciuta fama per i suoi studi e assunse importanti cariche: nel 1933 fu nominato presidente dell’Accademia dei Filopatridi di Savignano e, a novant’anni, presidente della Commissione per i testi di lingua di Bologna, di cui era stato membro fin dal 1888.
Importante per la formazione di Rocchi fu crescere a contatto con personalità di grande levatura culturale. Primo tra tutti il padre, amico e collaboratore di Theodor Mommsen, esperto di epigrafi e di storia delle terre di Romagna. Proprio l’appartenenza di Francesco alla ‘Scuola classica romagnola’ offrì a Gino il primo contatto con Giosue Carducci, divenuto poi non solo un maestro, ma anche intimo amico. I ricordi di tale sodalizio si rinvengono in particolare nella Premessa agli Scritti vari, in cui Rocchi evoca affettuosamente diversi momenti condivisi con Carducci: le lezioni private frequentate insieme per apprendere l’inglese e il tedesco, le letture e le dotte conversazioni serali, il familiare ‘tu’ reciproco degli ultimi anni. Alcuni studiosi hanno sminuito la statura intellettuale di Rocchi, attribuendo la sua fama d’intellettuale esclusivamente all’amicizia con Carducci e con i protagonisti della cultura universitaria bolognese. In anni recenti, tuttavia, Fabio Martelli (1985) in opposizione alle varie tesi di discredito, ha evidenziato la sua grande erudizione e l’impegno con cui attese allo studio dell’antichistica, alla filologia e all’esegesi delle fonti, come testimonia il Carteggio tra Giambattista Morgagni e Francesco M. Zanotti (Bologna 1881). Non è da trascurare, infine, la dedizione che Rocchi dedicò all’insegnamento, come si evince dai tanti documenti e relazioni che portano la sua firma.
Morì il 29 novembre 1936, celibe e senza eredi, lasciando in eredità alle istituzioni a lui più care un segno tangibile della propria devozione.
All’Accademia di Savignano, infatti, donò la biblioteca del padre e la propria, compresa la preziosa raccolta di manoscritti; alla Biblioteca dell’Archiginnasio un legato di 2000 lire per l’accrescimento delle pregiate collezioni ivi conservate. Fra le tante commemorazioni che si tennero alla sua scomparsa, è perfetta sintesi l’elogio dettato da Albano Sorbelli scolpito nel famedio dell’Accademia savignanese.
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio storico dell’Università, Luigi (Gino) R., f. 574; Archivio storico del Comune di Bologna, Titolo XIV - Istruzione, 1869-1900 (in partic. 1870-73, 1876-78, 1882, 1888, 1892, 1896-97); Archivio della Commissione per i testi di lingua in Bologna, Lettere personali, ad nomen, nn. 5925-5926; Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Fondo speciale Gino Rocchi; Raccolta iconografica Augusto Suppini, V, Letterati e poeti: Gino Rocchi, b. 2, f. 13; F. Rocchi, Versi giovanili, a cura di G. Rocchi, con una lettera di G. Carducci, Bologna 1880; G. Rocchi, [Premessa], in Carteggio tra Giambattista Morgagni e Francesco M. Zanotti, Bologna 1881, pp. I-XXI.
V. Cian, recensione a Gino Rocchi, Scritti vari, cit., in Giornale storico della letteratura italiana, XCII (1928), 276, pp. 377-379; E. Lovarini, Commemorazione di Gino R., presidente della Commissione per i testi di lingua, Bologna 1937; Il R. Istituto tecnico “Pier Crescenzi” in Bologna nei suoi primi settantacinque anni 1863-1938, Bologna 1939, pp. 128 s.; Per le onoranze a Gino R., s.l. 1939; G. Carducci, Odi barbare, a cura di M. Valgimigli, Bologna 1959, p. 104; Onoranze a Gino R., Savignano sul Rubicone 1940; L. Federzoni, Bologna carducciana, Bologna 1961, pp. 89-96; I cento anni del liceo Galvani, 1860-1960, Bologna 1961, pp. 101, 178 s.; D. Mazzotti, Rubiconia Accademia dei Filopatridi, Santarcangelo di Romagna 1975, pp. 176, 182 s.; L. Braccesi, Carducci e l’Etruria Padana, in Dalla Stanza delle Antichità al Museo civico, Bologna 1984, pp. 47-53; F. Martelli, Giosue Carducci, Francesco e Gino R. e l’Ateneo bolognese, in Strenna storica bolognese, XXXV (1985), pp. 179-190; I. Fellini, Savignano e la sua Accademia, Savignano sul Rubicone 1988, pp. 50, 88, 128; L. Cantatore, «Scelta, ordinata e annotata». L’antologia scolastica nel secondo Ottocento e il laboratorio Carducci-Brilli, Modena 1999, p. 450; P. Palmieri, Carducci e le traduzioni della “Scuola di Romagna”, in Teorie e forme del tradurre in versi nell’Ottocento fino a Carducci, Atti del convegno internazionale, Lecce... 2008, a cura di A. Carrozzini, Galatina 2010, pp. 323-337.