ROSSI, Luigi
– Nacque a Cassarate (Lugano) il 10 marzo 1853 da Francesco e da Antonietta Giannini.
Alla metà degli anni Sessanta il padre lo iscrisse all’Accademia di Brera, dove seguì i corsi di Giuseppe Bertini e conobbe Leonardo Bazzaro e Cesare Tallone (Bianchi, in Luigi Rossi, 1979, pp. 9 s.). A partire dagli anni Settanta iniziò un’intensa attività espositiva nelle mostre annuali delle principali società promotrici di belle arti italiane, come risulta dai relativi cataloghi.
Nel 1870 partecipò all’Esposizione della Società promotrice di Torino (poi anche negli anni 1871, 1874, 1876, 1877, 1880, 1882, 1886, 1888, 1891, 1892, 1894, 1895, 1898, 1900). Nel 1872 fu presente all’Esposizione nazionale di belle arti di Milano (successivamente anche nel 1881 e nel 1906), nel 1876 all’Esposizione della Società promotrice di Firenze e all’omologa manifestazione di Genova (dove espose anche nel 1884, nel 1892, nel 1893 e nel 1897).
Nel 1878 si recò a Parigi (poi anche in altre occasioni e in particolare nel 1884, dopo il matrimonio con la cugina Adele Calanchini; Bianchi, 1996, p. 404). Negli anni Ottanta era residente a Milano. Nel 1883 soggiornò lungamente in Valle Verzasca, nel Canton Ticino (Bianchi, in Luigi Rossi, 1979, pp. 10, 12 e nota 16). La collaborazione con la tipografia dei fratelli Guillaume lo spinse a trasferirsi nella capitale francese alla metà degli anni Ottanta. In Francia entrò in contatto con gli scrittori Alphonse Daudet e Pierre Loti e si dedicò all’illustrazione d’importanti edizioni letterarie, apprezzato dalla critica parigina dell’epoca. Nel 1887 partecipò all’Esposizione nazionale artistica di Venezia, come risulta dal relativo catalogo.
Nel 1888 lasciò Parigi e si ristabilì a Milano. Agli anni Ottanta-Novanta è databile Ritratto di fanciullo, opera conservata a Masnago (Varese), Civico Museo d’arte moderna e contemporanea del castello, uno fra i suoi lavori migliori nel genere della ritrattistica, che rivela consonanze con la scapigliatura lombarda. Nel 1889 fu presente all’Esposizione universale di Parigi. Nel 1890 subì la perdita del figlio Francesco, nato l’anno prima. Sempre nel 1890 si recò con la moglie nel Napoletano e l’anno seguente in Sicilia (pp. 12, 14 s.). Nel 1893 partecipò all’Esposizione nazionale di belle arti di Roma e nel 1895 all’Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia, detta la Biennale (poi anche nel 1903, nel 1912, nel 1914, nel 1920 e nel 1922, come risulta dai relativi cataloghi). A partire dagli anni Novanta collaborò con l’amico letterato Gian Pietro Lucini e fu molto attivo come illustratore. Fra il 1893 e il 1899 si dedicò al riordinamento delle scuole cantonali di disegno nel Canton Ticino e nel 1894-95 trascorse due soggiorni estivi nella Valle del Vedeggio, sempre nel Canton Ticino. Nel 1894 nacque il figlio Franco e nel 1895 la figlia Gina Maria.
Nel 1898 dipinse Il mosto (Milano, Galleria d’arte moderna), premiato con il bronzo all’Esposizione universale di Parigi del 1900 (pp. 18, 20).
La critica dell’epoca e quella odierna riconoscono nell’opera una sintesi fra il verismo lombardo e il simbolismo europeo. Rossi, influenzato dalle esperienze macchiaiole, divisioniste e scapigliate, attraverso una pennellata mossa è riuscito a rendere una scena realistica. La luce teatrale di matrice caravaggesca è funzionale all’evocazione simbolica, espressa mediante virtuosistici contrasti cromatici. Il successo del quadro spinse il pittore a replicarlo in vari esemplari (uno si conserva alla Civica Galleria d’arte Villa dei Cedri di Bellinzona e un altro in collezione privata; Zatti, in Luigi Rossi, 1999, pp. 186 s., 195). Recentemente ne sono comparse altre versioni sul mercato delle aste: una a Zurigo da Christie’s il 22 settembre 2014, e probabilmente lo stesso esemplare è stato venduto a Berna l’8 maggio 2015 da Dobiaschofsky Auktionen AG. Un’altra tela dal medesimo titolo, datata 1910, è comparsa a Firenze, presso Pandolfini, il 17 novembre 2015.
Nel 1900 fu presente all’Esposizione artistica di Verona, come risulta dal relativo catalogo. Fra i vari incarichi che assunse a cavallo dei due secoli si segnala l’impegno profuso nelle scuole-laboratorio dell’Umanitaria a Milano, presso le quali insegnò nel Dipartimento di decorazione murale fino al 1912 (Bianchi, in Luigi Rossi, 1979, pp. 16, 18 e note 41, 43).
Nel primo decennio del Novecento soggiornò per brevi periodi nella riviera ligure e l’estate nel Ticinese, precisamente nella Capriasca, fra il 1899 e il 1906 a Sarone, e a Roveredo fra il 1907 e il 1913. Nel 1911 fu tra i fondatori della Società degli acquarellisti lombardi e fu presente a Roma alla mostra celebrativa per il cinquantenario dell’Unità d’Italia, dove presentò Arcobaleno (Berna, palazzo Federale; Zatti, in Luigi Rossi, 1999, pp. 216 s.), una fra le opere più suggestive per i contrasti cromatici fra le grandi masse del paesaggio, influenzata dal simbolismo internazionale. Fra le mostre del primo quarto del Novecento si ricordano le partecipazioni nel 1918 e nel 1920 alla II e alla IV Esposizione della Federazione artistica lombarda, presso la galleria Pesaro, e nel 1921 un’esposizione antologica, nella stessa sede, insieme all’amico Clemente Pugliese Levi, come risulta dai relativi cataloghi (Bianchi, in Luigi Rossi, 1979, pp. 18, 20, 22; Franco, 2016).
Morì a Biolda di Tesserete, nella Capriasca, il 6 agosto 1923.
Dopo la sua morte si tennero varie mostre, per volontà degli eredi, fino agli anni recenti. La prima, del 1924, fu organizzata dalla Società per le belle arti ed esposizione permanente di Milano, dall’Accademia di Brera e dal figlio di Rossi, Franco, che su consiglio di Giovanni Beltrami scrisse a Ugo Ojetti per ottenerne il plauso alla manifestazione e sperando in una recensione sul Corriere della sera (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna, Archivio bioiconografico, Fondo Ugo Ojetti, F. Rossi, 28 gennaio 1924). Allo stato attuale almeno centosettanta opere sono passate sul mercato delle aste, dalla fine degli anni Ottanta a oggi, soprattutto in Italia e in Svizzera, più raramente in altri Paesi europei, fra cui l’Inghilterra, e in America. La consuetudine di Rossi di replicare in varie versioni i quadri di maggior successo ha portato nel mercato molte repliche di una stessa opera, con piccole varianti che non sempre consentono facilmente di capire se si tratti di uno stesso esemplare comparso nel tempo in vari luoghi, oppure, come è accaduto con maggiore frequenza, di lavori differenti. Con il titolo La polenta esistono diverse versioni. Si segnala un olio su tavola venduto da Dobiaschofsky Auktionen AG a Berna l’8 maggio 2015 e un olio su tela venduto a Parigi dalla casa d’aste Fine Art Auction Paris - FAAP il 31 ottobre 2016, che sembrerebbe molto simile al quadro dal medesimo titolo dipinto nel 1885 (d’ubicazione ignota) e replicato in due versioni verso il 1900 circa (entrambe in collezione privata a Mendrisio e a Lugano; cfr. Zatti, in Luigi Rossi, 1999, pp. 146 s., 190 s.).
Fonti e Bibl.: Capriasca, Casa museo Luigi Rossi, http://www.casamuseoluigirossi.ch/; Roma, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Archivio bioiconografico, R. L., alcune decine di articoli di stampa relativi a mostre postume, alcune schede bibliografiche; Fondo Ugo Ojetti, f. R. L., F. Rossi, Lettera a U. Ojetti, Milano 28 gennaio 1924.
G.P. Lucini, Quarta esposizione triennale di Milano II, in Emporium, 1900, vol. 12, n. 71, p. 349; L. R. 1853-1923, a cura di M. Bianchi - R. Bossaglia, Busto Arsizio 1979; (in partic. M. Bianchi, pp. 9-22); G. M., Il pittore L. R. in Verzasca, in Eco di Locarno, 14 giugno 1980; Il giornale della mostra. L. R. pittore e illustratore 1853-1923, Lugano 1980; L. Cavadini, L. R. Autoritratto di una storia personale tra la scapigliatura e il simbolismo, in Avvenire, 17 ottobre 1985; M. Corradini, L. R. L’armata del lavoro, in Brescia oggi, 17 novembre 1985; R. De Grada, Vendemmia, festa romantica, in Corriere della sera, 30 ottobre 1985; U. Lo Russo, R., un pittore di grazia sottile, in La provincia, Como 18 ottobre 1985; M.R. Moretti, L. R.: un’arte due culture, in Corriere della provincia, Como 30 dicembre 1985; J. Soldini, Tra prudenza e inquietudine. L’opera di L. R., Bellinzona 1985; L. Somaini, Anche un cuore svizzero palpitò per i Navigli, in la Repubblica, 22 ottobre 1985; L. R. poeta della natura, in Il giornale di Brescia, 7 novembre 1985; M. Bianchi, La presenza del pittore L. R. a Parigi: quadricromia per un illustratore, in Kunst + Architektur in der Schweiz, XLVII (1996), 4, pp. 404-410; L. R. Catalogo ragionato, a cura di M. Bianchi - P. Zatti, Milano 1999 (in partic. P. Zatti, pp. 122-303, 313-318; M. Bianchi, pp. 311 s.); L. R. 1853-1923. Atlante, a cura di M. Bianchi, Tesserete 2009; L. Pedrioli, Visto da vicino. L. R. Il canto dell’aurora, in Kunst + Architektur in der Schweiz, LX (2009), 3, pp. 50-53; L. R. 1853-1923. Corrispondenze tra immagini e testo: Daudet, Loti e Lucini (catal., Rancate), a cura di M. Bianchi, Lugano 2011; M. Bianchi, Riflessione in margine al quadro sociale di L. R., «Alveare nella città che sale», in L’Ottocento tra poesia rurale e realtà urbana (catal., Rancate), a cura di G. Anzani - E. Chiodini, Cinisello Balsamo 2013, pp. 46 s.; F. Franco, Pugliese Levi, Clemente, in Dizionario biografico degli Italiani, LXXXV, Roma 2016, pp. 644-646.