SERRISTORI, Luigi
Nato a Firenze il 25 novembre 1793, morto ivi il 30 gennaio 1857. Compiuti gli studî di matematica e di scienze a Pisa, fu uno dei primi a far conoscere in Italia col Saggio sulle macchine a vapore (1816) l'importanza della nuova scoperta anche sotto l'aspetto dei vantaggi economici, prevedendo nell'altro saggio Sulla navigazione a vapore nella Gran Brettagna quanto questa nazione fosse destinata a beneficiarne. Nel 1819, si recò in Russia, dove entrò al servizio dello zar, raggiungendo il grado di colonnello.
Osservatore sagace dei luoghi visti e delle imprese alle quali aveva partecipato, ne lasciò ricordo nelle Notes sur les provinces au delà du Caucase (Odessa 1829) e nel Coup d'øil sur la campagne des Russes contre les Turcs en 1828 (anonimo nello Spettatore militare del 1833). Ricercò anche in quelle terre le vestigia della civiltà italiana lasciatevi dalla Repubblica Genovese e scrisse il commentario Sulle colonie degli italiani nel Mar Nero nei secoli di mezzo (Pisa 1832).
Congedatosi dall'esercito russo dopo la pace di Adrianopoli, fu per qualche tempo a Vienna, dove pubblicò un Saggio statistico (1833), cui seguì dopo il ritorno in patria il Saggio di un atlante statistico dell'Italia (1ª ed., 1839; 2ª ed., 1842).
Nella quiete domestica, il S. rivolse di nuovo la sua attività ai problemi di pubblica economia. Nel 1840 cominciò a prender parte alla vita pubblica, prima come governatore di Siena, poi (1845), come governatore di Pisa; nel 1847 fu chiamato a far parte della Consulta di stato. In quello stesso anno, costituitosi il ministero Ridolfi, ebbe i dicasteri degli Affari esteri e della Guerra; e come ministro, favorì il tentativo di lega degli stati italiani, promosse la riorganizzazione e il rafforzamento dell'esercito. Ma in questo ultimo provvedimento, che egli sentiva necessario in previsione della guerra, non ebbe consenzienti i colleghi e fu costretto a dimettersi. Pochi mesi dopo, caduto il governo guerrazziano, Leopoldo II, profugo a Gaeta, lo nominò suo commissario per preparare la restaurazione granducale. Fu questo per il S. un vero infortunio politico, perché egli si trovò a condividere la responsabilità dell'intervento austriaco in Toscana. Ridottosi a vita privata, il S. trascorse gli ultimi anni a fondare e dirigere il Collegio militare e ad occuparsi di studî.
Scrisse un Saggio sulle condizioni commerciali di Livorno, una memoria su L'ordinamento della milizia in Toscana, l'Illustrazione di una carta del Mar Nero del 1351; provvide alla pubblicazione delle Relazioni di Averardo Serristori, ambasciatore a Carlo V e presso la corte di Roma.
Bibl.: M. Tabarrini, Vite e ricordi di italiani illustri del sec. XIX, Firenze 1884, pp. 45-52; A. Sapori, L. S., Firenze 1925.