TANARI, Luigi (Luigi Maria Nicolò)
– Nacque a Bologna il 28 luglio 1820, primogenito del marchese Giuseppe e di Brigida Fava Ghislieri, entrambi appartenenti a due importanti famiglie nobiliari.
Educato nelle scuole dei padri barnabiti, una delle due istituzioni formative dell’aristocrazia locale, Luigi visse la giovinezza in un ambiente colto e raffinato; legato ai codici e ai valori della tradizione, ma aperto agli ideali del progresso e della modernizzazione dei rapporti sociali e politici. La madre Brigida, istruita, curiosa e aperta al nuovo, fece diventare la propria casa il crocevia di incontri culturali e politici. Queste effervescenze contribuirono alla formazione di Luigi, sul quale ebbe un ruolo determinante la figura del precettore Gabriello Rossi. Allontanato dall’Università di Urbino perché coinvolto nei moti del 1831, Rossi visse in esilio a Parigi, dove subì l’influenza del pensiero sansimoniano, entrando così in sintonia con gli ideali patriottici ed egualitari della marchesa Brigida. Luigi non ottenne grandi successi scolastici, ma la frequenza di una scuola importante gli permise di coltivare un’ampia rete di relazioni.
Mostrò precocemente il desiderio di cambiamento dello status quo, sebbene fosse contrario a qualsiasi ipotesi rivoluzionaria; un esito del processo politico a suo avviso del tutto controproducente. Neoguelfo, in una prima fase, fu attratto dalle ‘aperture’ di Pio IX; filopiemontese, in una seconda, vide nella monarchia sabauda l’unico soggetto in grado di realizzare il cambiamento politico necessario ad avviare la modernizzazione della penisola italiana.
Partecipò ai moti rivoluzionari del 1848, senza però ricoprire ruoli particolari; si trattò tuttavia di un’esperienza importante per la formazione del carattere e la messa a fuoco delle scelte di vita. Si arruolò nell’esercito piemontese dopo un rocambolesco viaggio nelle Legazioni e in Veneto; partecipò alle operazioni militari di Custoza e Milano con il grado di sottotenente e, dopo l’armistizio Salasco, che pose fine alla prima guerra d’indipendenza, rientrò a Bologna alla fine d’agosto del 1848.
Con la restaurazione pontificia del 1849, sostenuta dalle armi austriache, prevalse il clericalismo conservatore; il che fece crescere in Tanari la convinzione che fosse impossibile il dialogo politico con il governo papale. Continuando a guardare con speranza al Piemonte costituzionale, si ritirò dalla scena politica nell’attesa che si ricreassero condizioni favorevoli all’azione. Questa pausa gli permise di frequentare l’ambiente universitario per perfezionare le proprie competenze agronomiche.
Nell’aprile del 1851 sposò la nobildonna riminese Vittoria Bottini, con la quale ebbe tre figli: il primogenito Giuseppe, nato il 25 maggio 1852 e morto il 23 dicembre 1933; Carolina Brigida, fattasi monaca, e Umberto Emanuele, morto in tenera età. La sorella minore Augusta (nata nel 1831 e morta nel 1886) andò in moglie al senatore bolognese Giovanni Malvezzi.
Nel 1856 Tanari presentò alla Società agraria di Bologna la memoria Di quanto si possa e si debba migliorare la nostra società agraria e la nostra agricoltura, riflettendo sui possibili miglioramenti in agricoltura, ma anche di come incrementare la produzione industriale.
L’articolo si soffermava su alcuni cardini ricorrenti del suo pensiero: la diffusione dell’istruzione agraria; il maggior coordinamento istituzionale; gli sforzi per diffondere innovazione, ricerca e tecnologia; l’ampliamento del credito; il miglioramento del management. Scrisse questa memoria alle soglie dell’unità del Paese, quando si stavano creando le condizioni per una visione unitaria della questione agraria, e dunque per l’impostazione delle politiche da realizzarsi dopo l’unificazione.
Nel 1857 riprese l’attività politica, assumendo un ruolo importante nella creazione di relazioni con i fautori di un’insurrezione nelle Romagne. Da questa posizione, fu l’estensore di un documento importante (il Progetto Tanari, in Bertondini - Cavazza, 1976, pp. 264-269), in cui si auspicava la ricerca di una via autonoma che evitasse di gettare le sorti dell’Italia tra braccia straniere e si ribadiva che l’indipendenza politica era la premessa indispensabile per la soluzione dei problemi socioeconomici. Partecipò ai moti del 1859, che si risolsero pacificamente. Deputato all’Assemblea nazionale dei popoli delle Romagne, entrò poi a far parte della Giunta del governo provvisorio delle Romagne, nel maggio del 1860 divenne deputato nella VII legislatura sabauda e nel gennaio del 1861 fu nominato senatore del Regno di Sardegna in procinto di trasformarsi in Regno d’Italia. Nel 1864, quando le voci sull’imminente morte del papa si diffusero, gli fu affidato l’incarico speciale di promuovere l’insurrezione nelle province laziali.
Con il tempo, divenne sempre più isolato, incapace di adattarsi all’evolversi della politica postrisorgimentale. Sedette comunque nell’assemblea municipale di Bologna per più consiliature, fu intendente generale di Ferrara (1859-60), prefetto di Pisa (1861-62) e dell’Umbria (1862-65), presidente della Società agraria di Bologna, membro della Commissione consultiva per la fillossera presso il ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, e infine commissario dell’Inchiesta agraria per l’Emilia e le Romagne, in sostituzione di Carlo Berti Pichat.
Il suo contributo all’Inchiesta agraria Jacini fu di primaria importanza, sostenendo la volontà del senatore lombardo di farsi espressione dei sentimenti più diffusi tra i ceti agrari italiani. Tanari rese esplicito il paternalismo di cui era portatore; un modello animato dalla volontà di superare le disuguaglianze sociali e materiali con una sorta di ‘collaborazione riformista’ tra proprietari e lavoratori. Ciascuno, per il suo ruolo, avrebbe contribuito alla costruzione del bene collettivo. Un modello non troppo distante da quelle che diventarono le posizioni del cattolicesimo sociale: una sorta di riformismo sociale graduale ed evolutivo. Il pensiero di Tanari era sospeso tra il moderatismo politico e la spinta innovatrice in ambito economico e sociale; convinto dell’inamovibile primato dell’agricoltura anche quando ebbe inizio il processo d’industrializzazione. Egli era legato al pensiero dell’agronomia bolognese, che non vide nello sviluppo industriale una possibile soluzione al problema dell’arretratezza economica e sociale.
Fu amareggiato dal disinteresse politico che cadde sull’inchiesta agraria, i cui risultati non furono sostenuti dal governo per non incrinare il sottile equilibrio del proprio consenso parlamentare. Del resto, Tanari mostrò una rilevante carica innovativa nelle vesti di imprenditore agricolo. Nel 1867 la Società agraria di Bologna realizzò un’indagine ‘sul campo’ nell’azienda agricola più importante di famiglia, la tenuta San Benedetto di San Pietro in Casale, 582 ettari che prendevano il nome dalla località nella campagna a nord di Bologna. Le innovazioni introdotte riguardarono sia la meccanizzazione sia le forme organizzative della produzione; innovazioni importanti che – in pochi anni – permisero d’incrementare in modo significativo la produttività totale dei fattori.
Figura poliedrica, Tanari ebbe ruoli importanti in numerosi ambiti di attività. In qualità di agronomo, fu autore di numerose pubblicazioni mostrando anche sul piano teorico una spiccata propensione all’innovazione: caso emblematico del ruolo avuto da una parte della nobiltà italiana nel processo di modernizzazione delle campagne e delle strutture sociali e produttive.
Gli interessi per l’agronomia erano una vocazione di famiglia, che risalivano a Vincenzo Tanara, autore, nel 1644, del libro L’economia del cittadino in villa, testo fondamentale sulle vicende agricole e alimentari dell’Emilia nel XVII secolo. Non fu da meno il figlio Giuseppe, a sua volta agronomo, consigliere comunale e sindaco della città di Bologna; deputato una prima volta nel 1906, divenne senatore nel 1914.
Eletto sindaco di Bologna il 21 novembre 1889, Luigi declinò immediatamente la nomina.
Morì a Bologna il 3 marzo 1904, ormai superato dalle vicende politiche ed economiche del nuovo secolo.
Il caso di Tanari mostra che, nel corso dell’Ottocento, le distinzioni convenzionali tra aristocrazia e borghesia persero progressivamente di sostanza, lasciando che fosse l’innovazione a segnare la differenza tra chi rimaneva legato alla visione irenica di un passato bucolico, ma immobile, e chi credeva possibile invece un’alternativa agraria allo sviluppo industriale senza regole delle origini. L’aristocrazia emiliana conservò la propria consistenza anche negli anni dell’industrializzazione e dell’ascesa degli interessi manifatturieri e commerciali. Aristocrazia resiliente, capace di convivere, di ibridarsi con gli arrembanti ceti borghesi, sia con la costruzione di networks relazionali inclusivi, sia con oculate strategie matrimoniali. Il nuovo ‘blocco sociale ed economico’ avrebbe avuto alcuni elementi coesivi comuni: un moderno spirito imprenditoriale; una grande curiosità intellettuale e apertura all’innovazione; una piena e convinta adesione al progresso.
Scritti e discorsi. All’interno di una vasta produzione di testi si segnalano: Proposta d’una mutua associazione contro i danni della grandine nello Stato Pontificio, in Memorie della Società agraria di Bologna, 1845-1846, vol. 3, pp. 137-164; Intorno alla materia del credito negli interessi agrari, ibid., 1854-1855, vol. 8, pp. 105-121; Di quanto si possa e si debba migliorare la nostra società agraria e la nostra agricoltura, ibid., 1856-1857, vol. 9, pp. 79-95; Relazione del commissario, marchese Luigi Tanari, senatore del Regno, sulla sesta circoscrizione (provincie di Forlì, Ravenna, Ferrara, Modena, Reggio-Emilia e Parma), in Atti della giunta per la inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola, II, 1, Roma 1881; La questione dei boschi, Bologna 1883 (ristampato in I boschi dell’Emilia-Romagna. Documenti storici e prime ricerche, a cura di R. Finzi, Bologna 2007); Ricorso al Ministero della pubblica istruzione pel miglioramento delle scuole rurali. Bologna 15 marzo 1891, Bologna 1891; Osservazioni critiche sul progetto di legge intitolato Provvedimenti agrari d’iniziativa del deputato Rinaldi svolto e preso in considerazione nella tornata del 16 marzo 1893, in Atti della R. Accademia dei Georgofili, s. 4, 1895, vol. 18, pp. 1-21; Dell’indole del moderno socialismo e dei rapporti economico-sociali tra capitale e lavoro. Lettera aperta al prof. A. De Johannis, ibid., pp. 237-245; In favore della mezzadria, Bologna 1901.
Fonti e Bibl.: Lettere e documenti dei Tanari, danneggiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, sono conservati nella Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna (Fondo speciale Luigi e Giuseppe Tanari). Il fondo è costituito dalle carte personali di Luigi e di suo figlio Giuseppe. Un secondo blocco, di minore entità, è conservato nella Biblioteca del Museo civico del Risorgimento di Bologna (AE 01-03) e comprende carte personali di Luigi. Inoltre: M. Minghetti, Miei ricordi, Torino 1888, passim; G. Grabinski, Commemorazione del socio marchese L. T. senatore del Regno letta alla Società agraria della provincia di Bologna nell’adunanza ordinaria delli 6 aprile 1904, Bologna 1904; G. Borghesani, Le origini della questione forestale in Italia e l’opera del marchese L. T., senatore del Regno, in L’Alpe. Rivista forestale italiana, VII (1909), 4, pp. 97-111; A. Giovannini, L. T. e la Società nazionale italiana, in L’Archiginnasio, 1913, vol. 8, pp. 263-271; L. Marinelli, L. T. (1820-1904), Bologna 1927; G. Maioli, L. T. e il suo Memoriale ad Ernesto Masi sulla Società nazionale in Bologna e nelle Romagne, Bologna 1933; L. Del Pane, Economia e società a Bologna nell’età del Risorgimento, Bologna 1959, ad ind.; E. Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di A. Berselli, I-IV, Bologna 1960-1962, ad ind.; G. Cavazza, Il liberalismo moderato bolognese e la Conferenza economico-morale nei rapporti epistolari fra L. T. e i liberali marchigiani e umbri (1846-47), in Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna, XII-XIII (1967-1968), pp. 3-69; A. Bertondini - G. Cavazza, L. T. nella storia risorgimentale dell’Emilia-Romagna, Bologna 1976; S.C. Hughes, Crime, disorder and the Risorgimento. The politics of policing in Bologna, Cambridge 1994, ad ind.; Camera dei Deputati, Portale storico, https://storia.camera.it/deputato/luigi-tanari-18200728#nav; ibid., https://storia.camera.it/deputato/giuseppe-tanari-18520525#nav; Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, I, Senatori del Regno di Sardegna, http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/T_l? OpenPage, s.v.; II, Senatori del Regno d’Italia, http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/T_l2? Open Page, s.v.