Tonelli, Luigi
Critico letterario (Teramo 1890 - Roma 1939), insegnò letteratura italiana all'università di Roma e alla Cattolica di Milano. La sua vasta attività di critico si è svolta lungo tutto l'arco della letteratura italiana, da D. al Petrarca, dal Tasso al Leopardi, dal Verga alla critica e al teatro contemporaneo. Come molti critici del suo tempo, il T. partecipò a quel fervore di studi danteschi che, traendo stimolo e suggestione dal noto saggio crociano sulla poesia di D., arricchirono la nostra letteratura critica intorno agli anni trenta. Il suo libro dantesco più importante, D. e la poesia dell'ineffabile (1934), manifestò l'intenzione di rivalutare la poesia del Paradiso, che ancora dopo gl'interventi del Guzzo e del Russo attendeva una più sicura organizzazione critica.
Il suo saggio è organizzato in cinque parti: nella prima cerca di precisare la poesia dell'ineffabile, che per lui " significa inesprimibile coi mezzi ordinari del linguaggio, ma non esclude a priori la possibilità che di esso si comunichi il brivido, l'intuizione, il lampo, mediante quel singolare, incomparabile linguaggio, che è l'arte ". Egli distingue la " poesia dell'ineffabile " dalla " poesia del meraviglioso " (ciò che colpisce i sensi, i sentimenti per la sua straordinarietà, imprevista e imprevedibile, ma che tuttavia resta entro i limiti umani e naturali) e dalla poesia del sovrumano (ossia quello che supera i limiti umani, invadendo il campo del sovrasensibile e sovrintelligibile, ma non attinge ancora le vette del divino). Per il T. il divino è appunto il campo proprio dell'ineffabile, e comprende tutti i misteri dell'Infinito, dell'Assoluto, del Trascendente, insomma di Dio. Secondo il critico, l'ineffabile è tale solo riguardo ai mezzi ordinari; l'estasi è incomunicabile solo secondo le comuni possibilità. Ma la poesia è un mezzo straordinario, un'espressione singolarissima; e veramente, rispetto all'ineffabile, all'estasi, appare come il mezzo più adeguato tra tutti a esprimerli; donde la ricerca dell'ineffabile nel pensiero e nella poesia medievale prima di D., dai mistici a s. Bonaventura, da Iacopone agli stilnovisti, nella poesia minore di D. e poi nella Commedia, con la distinzione che nell'Inferno prevale la poesia del meraviglioso, nel Purgatorio la poesia del sovraumano, e nel Paradiso la poesia dell'ineffabile.