LUIGI VI detto il Grosso (le Gros), re di Francia
Figlio del re Filippo I di Francia, nato probabilmente nel 1081 a Parigi, fu associato al governo dal padre fin dall'anno 1098, ma venne coronato re soltanto dopo la morte di Filippo, e precisamente nel 1108. Sotto L. la monarchia si concentra su un territorio più ristretto, ma si consolida e acquista maggiore prestigio, grazie soprattutto alla valentia personale del re. La lotta continua e accanita contro i signori che si erano rafforzati nei loro castelli, situati nell'ambito del territorio sottoposto al diretto dominio della corona, e talvolta costituivano coalizioni pericolose, alleandosi anche con i grandi feudatarî, restii a riconoscere la supremazia effettiva della monarchia, fu il compito principale di questo re soldato. Però l'azione di L. si estese anche al di fuori del dominio regio. Egli tentò infatti d'immischiarsi nelle faccende della signoria di Borbone e in quelle della contea d'Alvernia. Ma il tentativo più notevole si verificò nei riguardi della contea di Fiandra, dove il conte Carlo il Buono fu ucciso, e la sua eredità disputata da varî pretendenti. L. intraprese una spedizione nella contea, punì severamente i responsabili dell'uccisione di Carlo e sostenne validamente uno dei pretendenti, Guglielmo, figlio di Roberto, duca di Normandia. Dopo la sconfitta e la morte di Guglielmo, L. invitò il suo successore Teodorico d'Alsazia ad accettare l'investitura della contea dalle mani del re e a prestargli giuramento di fedeltà come vassallo. Quest'ingerenza del re in uno dei maggiori feudi di Francia segna un accrescimento del prestigio della monarchia. anche fuori del suo immediato dominio.
L. iniziò inoltre, con minore successo però, una lotta col re d'Inghilterra che durò, con alcuni intervalli, circa venticinque anni. Il re Enrico I, figlio di Guglielmo il Conquistatore, fu un nemico assai temibile, non solo per la potenza del suo stato e per la forza del suo esercito, ma anche per il fatto che egli si presentava sempre come istigatore e sostenitore di tutte le coalizioni dirette contro il re di Francia. Il primo periodo della guerra fra L. ed Enrico I si concluse col trattato di Gisors in cui Luigi dovette cedere al re d'Inghilterra la supremazia sulla contea del Maine e sul ducato di Bretagna. In un secondo momento L. si mise ad appoggiare le pretese di Guglielmo, nipote del re d'Inghilterra, sul ducato di Normandia, sperando di spezzare in tale modo l'unione di questo ducato col regno d'Inghilterra. Ne seguì una seconda guerra, nella quale il re di Francia fu nettamente sconfitto. Egli sperò allora di ottenere condizioni più favorevoli dal re d'Inghilterra con l'appoggio del papa. Callisto II, il quale aveva trovato aiuto e accoglienza in Francia durante il conflitto con l'imperatore Enrico V. Ma l'intervento del papa fu piuttosto debole, in modo che il re di Francia fu costretto ad accettare un nuovo trattato di pace con Enrico I, trattato che non offrì a L. alcuna soddisfazione sostanziale. In un terzo periodo di guerra che durò fino alla morte di Enrico I (1135), il re d' Inghilterra si alleò con l'imperatore Enrico V contro L. L'imperatore intraprese una spedizione in Francia con la speranza di punire L. per l'appoggio da lui prestato ai papi durante il conflitto con l'impero. L'esercito imperiale che si dirigeva verso Reims incontrò però forze francesi così cospicue, che Enrico V preferì rinunziare all'impresa e tornare in Germania. In quest'occasione si manifestò veramente l'unità di tutta la Francia e il prestigio della monarchia. Alla fine del regno di L. avvenne un fatto che sembrava dover portare a un notevole allargamento del potere regio nel sud della Francia. Il duca d'Aquitania, Guglielmo X, diede la figlia in sposa al figlio del re di Francia, cioè al futuro re Luigi VII, assegnandole in dote anche tutto il suo vasto feudo (1137). Tale estendersi del potere della dinastia capetingia nel sud fino ai Pirenei apriva naturalmente splendidi orizzonti alla monarchia francese. Ma un mese dopo la partenza del figlio verso le sue nuove terre, il re, che già da parecchio tempo era indebolito fisicamente e quasi immobilizzato, cessò di vivere (1° agosto 1137).
Bibl.: A. Luchaire, L. VI le Gros. Annales de sa vie et de son règne, Parigi 1889; J. W. Thompson, The develop. of the French Mon. under L. VI le Gros, Chicago 1895; Ch. Petit-Dutaillis, La monarchie féodale en france et en Angleterre du Xe au XIIIe siècle, Parigi 1933.