VISINTIN, Luigi
– Nacque a Brazzano, una frazione di Cormons, il 28 gennaio 1892 da Bartolo (Bartolomeo) e da Benvenuta Culvan.
Rimasto orfano ad appena cinque anni, fu allevato, assieme a tre fratelli, dallo zio Giorgio, parroco di Muscoli (che faceva parte del comune di Cervignano), appassionato cultore di musica, e dalla zia Maria. Dopo la scuola primaria, dal 1905 al 1912 frequentò il liceo-ginnasio statale austriaco di lingua tedesca di Gorizia, vivendo in quel periodo prima presso lo Knabenseminar e poi come convittore presso il Collegio salesiano di Gorizia. Dal 1912 al 1914 frequentò l’Università di Vienna, abbracciando l’indirizzo storico-naturalistico della facoltà di filosofia per conseguire una specializzazione in storia e geografia e seguendo i corsi di contrappunto di Hermann Grädener; amava comporre e suonare il pianoforte, il violoncello e l’organo.
Allo scoppio della prima guerra mondiale venne arruolato come aspirante ufficiale nell’esercito austro-ungarico e inviato sul fronte russo, dove prese parte alla battaglia di Galizia. Fatto prigioniero dai Cosacchi, durante la prigionia studiò il russo, ma soprattutto mise a frutto le sue competenze musicali dirigendo nella piazza Rossa la banda dei prigionieri da lui creata. Dopo un lungo soggiorno nei campi di prigionia di Kirsanov, nell’ottobre 1916 colse l’opportunità di optare per l’Italia riuscendo a portare con sé i due fratelli, Francesco e Antonio, che aveva casualmente ritrovato, compiendo il viaggio in treno, attraverso Jaroslavl′ e Vologda, fino al porto di Arcangelo, da dove salpò per Southampton, Glasgow, Cherbourg e la Francia per giungere a Torino in treno il 16 novembre.
Trovato un impiego, dopo aver recuperato i certificati della precedente carriera universitaria si laureò in lettere e filosofia il 30 aprile 1918, discutendo una tesi sull’opera cartografica di Paolo Dal Pozzo Toscanelli. Si dedicò poi all’insegnamento nell’istituto superiore di commercio Paolo Boselli di Chieri e ricoprì anche il ruolo di assistente volontario del geografo Cosimo Bertacchi all’Università di Torino. Questi lo segnalò all’Istituto geografico De Agostini, che si era affermato per la pubblicazione di svariati atlanti; venne assunto il 1° maggio 1919 come segretario di redazione del Calendario atlante De Agostini, una pubblicazione unica nel suo genere, e redattore responsabile della rivista La geografia. Già nel 1920 ricopriva la direzione scientifica dell’Istituto, che conservò fino al 1958. Mantenne viva la scuola interna di cartografia che raggiunse una notorietà mondiale e promosse l’editoria cartografica a Novara, a cominciare dal Nuovo atlante per tutti, corredato da un’ampia trattazione che anticipava i principi fondamentali della sua cartografia.
Nel 1921 curò la nuova edizione dell’Atlante geografico moderno, che impostò in maniera molto diversa da quello dal titolo analogo, ormai esaurito, curato da Giovanni De Agostini, modificandolo nel 1926 e poi a varie riprese fino alla morte. Del 1922, oltre alla prima edizione del Grande atlante geografico, è la nuova edizione dell’Atlante geografico metodico, che venne poi continuamente aggiornato e rinnovato e diventò il più diffuso tra le famiglie italiane. Nel corso degli anni venne migliorata la veste tipografica, aumentato il numero delle carte generali fisico-politiche, aggiornate le cartine di dettaglio e le carte rappresentanti particolari fenomeni fisici, biologici, antropici ed economici. Dello stesso anno è pure l’Atlante della produzione e dei commerci, pubblicato sotto gli auspici del ministero di Industria e Commercio, che conobbe numerose successive edizioni, da cui derivò il Piccolo atlante della produzione e dei commerci, strumento indispensabile per una chiara visione della distribuzione spaziale dei prodotti.
Sempre del 1922 è la prima edizione del Grande atlante geografico di geografia fisica, politica ed economica, nel quale Visintin dimostrò di saper coniugare la tradizione scientifico-naturalista tedesca con quella umanistica italiana per produrre un’opera destinata allo studio di livello superiore, all’interpretazione geografica del territorio e non solo alla semplice consultazione politica e toponomastica prevalente in Europa e negli atlanti tedeschi.
Una delle più importanti novità fu l’introduzione di una ricca sezione, da cui ebbero poi origine anche diversi atlanti speciali, sull’agricoltura, l’industria, i trasporti, la produzione, le materie prime, le rotte commerciali, sviluppata attraverso una serie di cartogrammi che con semplici esami comparativi permettevano di chiarire i rapporti fra regioni e fatti economici. A questa edizione seguirono quelle del 1925, 1927, 1938 e quella, del tutto nuova, del 1951, senza più testo ma ricca di istogrammi, diagrammi, grafici di ogni genere e di numerose carte tematiche, apparsa postuma, pubblicata per celebrare i cinquanta anni di attività dell’Istituto. Da questo atlante sono derivati atlanti di consultazione più maneggevoli, che hanno conosciuto un ampio successo, come l’Atlante geopolitico universale (1948), l’Atlante universale (1955) e l’Atlante mondiale (1956).
Un ulteriore atlante curato da Visintin fu l’Atlante storico (1922) rispondente ai postulati della scienza moderna, che conobbe numerose e diversificate edizioni per le scuole; e quello da lui prediletto e che ebbe più successo (conobbe edizioni anche in spagnolo, portoghese, francese, e sloveno pubblicate in America Latina, in Nordamerica, Francia, Spagna e Paesi balcanici): il Calendario atlante De Agostini, il libretto rosso in formato tascabile, da lui chiamato affettuosamente Calendarietto, che dal 1920 al 1958 redasse di persona e trasformò in un originale, completo e prezioso annuario geografico-economico, aggiornando ogni anno, sulla scorta di pubblicazioni ufficiali e di fonti desunte ed elaborate da istituzioni ed enti dei diversi Paesi del mondo, sia la parte generale sia le sezioni dedicate singolarmente a tutti gli Stati. Vanno ricordati anche l’Atlante delle colonie italiane (1928), il Testo-atlante illustrato delle missioni (1932) e l’Atlante agricolo dell’Italia fascista (1935), chiara e sintetica rappresentazione cartografica, arricchita da una grande quantità di diagrammi e cartogrammi, di tutta l’attività agricola e zootecnica italiana.
A lui si deve tutta una serie di carte murali generali, fisiche e politiche, rappresentanti i vari continenti e l’Italia, che si sono imposte per l’oculatezza con cui sono stati selezionati gli elementi introduttivi, per l’avvedutezza nella scelta dei colori e per la nitidezza della riproduzione. A esse si affiancarono numerose carte regionali e provinciali, carte alpine e dei laghi, oltre ad alcune piante di città e carte automobilistiche dell’Italia e dell’Europa.
Dimostrò sempre molta attenzione e interesse per la scuola e la didattica, al punto da occuparsi in prima persona, alla fine della seconda guerra mondiale, assieme alla moglie Ada, maestra, e alla figlia Lucia, laureata in lettere, di una serie completa di testi molto diffusi per le elementari, fra cui l’Atlante geografico elementare, l’Atlantino elementare e l’Atlantino delle regioni d’Italia, ricchi di carte semplicissime, ben disegnate e nitide. Vanno anche ricordati il testo teorico di Geografia generale (Novara 1935), le carte rurali e di consultazione, i planisferi, i globi, le carte mute e gli atlanti scolastici italiani e stranieri. Dal 1919 al 1930 collaborò a La geografia, la rivista di propaganda geografica dell’Istituto geografico De Agostini, diretta da Mario Baratta (con articoli ripresi in gran parte in G. Maghet - G. Motta - G. Valussi, Luigi Visintin (1892-1958), geografo e cartografo, Cormons 1989).
Collaborò con diverse istituzioni italiane – fra cui l’Istituto geografico militare – e straniere; per vent’anni insegnò topografia all’aeroporto di Cameri nella scuola di volo Giuseppe Gabardini. Fu presidente dell’Associazione dirigenti industriali di Novara, che rappresentò a Roma come consigliere nazionale. Fu nominato membro onorario della American Geographical Society, con pieni diritti e privilegi dal 1951; cavaliere del Regno d’Italia (Ordine della Corona d’Italia); grand’ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana in data 2 giugno 1956.
Colpito dall’influenza asiatica, morì a Novara il 21 febbraio 1958.
Fonti e Bibl.: Documenti relativi a Visintin si possono trovare in Novara, Archivio della casa editrice De Agostini.
F.F. Ferrario, Esempi dall’altro ieri. Il prof. V. come modello di vita, in Novara è, ottobre 1916, pp. 66-75; U. Bonapace, L. V., Novara 1958 (opuscolo corredato da una preziosa nota bibliografica con l’indicazione delle principali opere geografiche e cartografiche di Visintin, pp. 23-30); P. Landini, L. V., in Bollettino della Società geografica italiana, s. 8, XI (1958), pp. 533-538; F. Spessot, Ricordo di L. V., in Studi Goriziani, XXIII (1958), pp. 123-125; Gr. Uff. Prof. L. V., in Bollettino storico per la Provincia di Novara, XLIX (1958), pp. 88-90; U. Bonapace, Ricordo di L. V., in La geografia nelle scuole, 1968, n. 1; Storia dell’Istituto geografico De Agostini, 1901-1997, Novara 2003, passim; R. Cicala, 100 anni di editoria. Storia dell’Istituto Geografico De Agostini, 1901-2001, Milano 2015, passim.