BERTARELLI, Luigi Vittorio
Nacque a Milano il 21 giugno 1859 da Pier Giuseppe e da Carolina Nessi. Mortogli il padre, interruppe gli studi ed entrò nell'azienda familiare, una piccola fabbrica di candele che andò distrutta dalle fiamme nel 1884. Presto ricostruita, vi affiancò, qualche tempo dopo, uno stabilimento per la fabbricazione di arredi sacri, che divenne tra i maggiori d'Italia.
Appassionato sportivo, il B. vinse talune importanti gare podistiche e si fece conoscere per imprese alpinistiche, ma dove più si distinse fu nel ciclismo allora nascente. Verso la fine del secolo scorso l'Unione Velocipedistica Italiana aveva cominciato a diffondersi in tutta la penisola, e la bicicletta, perfezionata e resa più sicura, era divenuta un mezzo sempre piùdiffuso per sport e per turismo (alla corsa Torino-Milano, organizzata nel 1893 dal Corriere della Sera, parteciparono ben 350 ciclisti). Il B. fu tra i collaboratori del giornale La bicicletta. Il 7 nov. 1894 partecipò, come socio della Pro Patria, alla riunione costitutiva del Touring Club Ciclistico Italiano (dal 1900 T. C. I.). Della commissione per l'elaborazione dello statuto facevano parte il B. e F. Johnson, uno degli uomini più noti del ciclismo italiano. Falliti i tentativi di accordo con l'Unione Velocipedistica Italiana, il Touring si costituiva in maniera del tutto autonoma e concorrenziale rispetto ad essa. Il B. fu dapprima nominato capo della "sezione strade" del sodalizio, al cui sviluppo collaborò assiduamente, divenendone vice presidente nel 1906 e presidente nel 1919.
I 784 soci iniziali del 1894 passarono a 5.520 nel 1906; gli 11.542 del 1907 superarono i 100.000 nel 1912: al momento della morte del B. il Touring ne contava circa 360.000. Doveva la sua fortuna al fatto di essersi tempestivamente inserito nel vasto fenomeno dello spostamento stagionale di aliquote sempre più forti delle popolazioni cittadine verso i monti, il mare e la campagna, e che si accompagnò, alimentandolo, al miglioramento del sistema stradale, dei mezzi di comunicazione e dell'industria alberghiera.
Fin dal 1895 il B. curò per la Rivista mensile del Touring la rubrica "sezione stradale", nella quale venne proponendo la redazione d'una guida turistica che offrisse un quadro aggiornato della viabilità (donde l'importanza assegnata ai rilievi altimetrici e alle notizie sulle strade) e, allo stesso tempo, suggerisse itinerari paesaggistici ed artistici. La Guida delle grandi comunicazioni stradali (Milano 1895),quasi interamente compilata dal B., ebbe grande successo, preludendo a quello ancora maggiore della guida in tre volumi (pubbl. 1896).
Accanto alle indicazioni di percorrenza comparivano, per la prima volta, i famosi "profili" altimetrici per ben 30.000 km di strade. Una clivometria di immediata intelligenza ed una serie di notizie raccolte, oltre che dalle fonti, direttamente sui luoghi, facevano di queste guide gli strumenti migliori che si possedevano per una più vasta conoscenza del territorio. Alla guida in tre volumi fecero seguito la pubblicazione di undici guide regionali e la compilazione di una nuova Carta d'Italia al 250.000 in 59 fogli, di cui il B. fu l'ideatore e l'infaticabile coordinatore. Infine (trascurando di indicare una serie di pubblicazioni e di carte minori), il B. diede inizio nell'anno 1912alla grande compilazione della Guida d'Italia in venti volumi, la metà dei quali era già stampata nell'anno in cui morì. Quando ebbe la certezza che il Touring era in grado di dare un contributo decisivo allo sviluppo della cartografia scientifica, trovò i mezzi finanziari e i collaboratori adatti per realizzare il Grande atlante internazionale, che è una delle migliori pubblicazioni del genere.
Estesissima l'attività giornalistica del Bertarelli. Dal 1895 al 1925 il B. pubblicò, soltanto sulla rivista del Touring, non meno di 335 articoli, oltre ad innumerevoli note. L'ultimo scritto, che stese in collaborazione con E. Boegan della Società Alpina delle Giulie, fu il catasto ragionato delle grotte del Carso intitolato Duemila grotte, pubblicato postumo nel 1927.
Consigliere comunale a Milano dal 1899 al 1913, il B. aveva dato le dimissioni perché completamente assorbito dalla vice presidenza del Touring. Per le stesse ragioni aveva rifiutato nel 1904 una candidatura politica. Dopo la prima guerra mondiale si staccò dalle file liberali e diede il suo appoggio esterno al fascismo.
Morì il 19 genn. 1926.
Bibl.: Le Vie d'Italia, XXXII(1926), 3, pp. 225-298 (articoli dedicati al B.); ibid., 4, pp. 421 ss. (necrologi della stampa ital. distinti per regioni); pref. di F. Johnson a L'Italia e il Touring negli scritti di L. V. B., Milano 1927; I. Bianchi, L. V. B., il fondatore del T. C. I., Milano 1945; T. C. I., Sessant'anni del T. C. I. 1894-1954, Milano 1954; G. Mazzotti, L. V. B. nel centenario della nascita, Milano 1959.