STELLA, Luigia Achillea
STELLA, Luigia Achillea. – Nacque a Pavia, il 16 dicembre 1904, da Augusto (v. la voce in questo Dizionario), ingegnere minerario e geologo, e da Cesarina Monti (1871-1937, più nota come Rina Monti), biologa, fisiologa e zoologa, prima donna a ottenere una cattedra universitaria nel Regno d’Italia.
Crebbe in un ambiente familiare ricco di stimoli culturali per lo più scientifici (lo zio materno Achille Monti, cui fu molto legata, era anatomopatologo). Dopo la formazione liceale si iscrisse all’università della sua città, frequentando le lezioni di letteratura greca di Ettore Romagnoli (all’epoca molto noto per la polemica contro la filologia classica di area germanica) e quelle di storia della filosofia antica di Adolfo Levi. Di Romagnoli Stella divenne allieva e collaboratrice; dopo essersi laureata a Pavia il 14 dicembre 1925 si perfezionò a Roma, intensificando i contatti con lo storico delle religioni Raffaele Pettazzoni; contemporaneamente intraprese un viaggio di studio in Grecia per documentare direttamente la sua prima ricerca, pubblicata all’età di ventidue anni: Echi di civiltà preistoriche nei poemi di Omero (Milano 1927).
Fu lo stesso Romagnoli a ricordare nella Prefazione che l’autrice, dopo aver esaurito la bibliografia sull’argomento, aveva visitato personalmente tutti i siti archeologici della Grecia arcaica. Altra pubblicazione giovanile importante fu Italia antica sul mare (Milano 1930), che vanta la Prefazione di Pericle Ducati, insigne storico dell’arte romana.
Negli anni successivi Stella completò la propria formazione accademica soggiornando a Londra, Vienna, Monaco di Baviera e Berlino. Intrapresa la carriera accademica presso l’Università di Roma, dove aveva conseguito la libera docenza, nel dicembre del 1936 vinse un concorso per professore ordinario di letteratura greca; nel 1937 si trasferì a Cagliari e dall’anno successivo fu incaricata anche per archeologia e letteratura latina. Negli anni della guerra operò tra Cagliari e Oristano in condizioni molto disagiate, ma con notevole passione e dedizione, fino al 1944. Dopo la conclusione del conflitto, nel febbraio del 1946 divenne primo professore ufficiale della facoltà di lettere (fondata appena due anni prima) dell’Università di Trieste, dando vita, dal nulla, all’Istituto di filologia classica, che diresse ininterrottamente fino all’ottobre del 1975, dotandolo di un fondo importante di libri e riviste scientifiche. A Trieste per molti anni professò anche gli insegnamenti di storia greca e romana e storia delle religioni; nel 1965 fondò e diresse per un lustro il Gruppo di ricerca sul teatro greco del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), così come la sezione triestina dell’Istituto per gli studi micenei ed egeo-anatolici dello stesso CNR (diretta fino al 1975).
Sin dalla fine degli anni Venti, quando iniziò a pubblicare su importanti riviste italiane, si profilò la pluralità di interessi della studiosa, centrati sull’idea di ‘civiltà antica’, e dunque sulla relazione tra preistoria, mito e storia.
Un’indagine sistematica, condotta a più riprese, è la rassegna di Influssi di poesia e d’arte ellenica nell’opera di Platone, pubblicata nella rivista Historia tra il 1932 e il 1934: partendo dal genere teatrale, Stella indagò i rapporti tra la scrittura del filosofo, il repertorio di racconti popolari e le loro riscritture letterarie, interpretando il mito platonico attraverso la parallela attestazione poetica o iconografica.
Ricordata soprattutto come grecista, per i numerosi studi su differenti personalità d’autore (Archiloco, Aristofane, Eraclito, Erinna, Erodoto, Esiodo, Euripide, Simonide), non vanno tuttavia dimenticati numerosi suoi lavori di argomento romano, sempre animati da più discipline contemporaneamente.
Tra il 1934 e il 1936 studiò il personaggio storico di Druso a partire dall’iconografia della statuaria e raccolse i frutti della lettura di Marco Aurelio (Romanità di Marco Aurelio nei «Colloqui con se stesso» in lingua greca, in Atti dell’Accademia dei Lincei, Rendiconti. Cl. di scienze morali, storiche e filologiche, s. 6, XI (1935), pp. 268-301, poi ripreso nella monografia Marco Aurelio, Roma 1943).
Le memorie di ambito romano sono concentrate tra l’inizio degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, vale a dire il periodo in cui la politica culturale di Benito Mussolini si fece più pervasiva e attenta. In realtà Stella si mantenne indipendente rispetto ai dettami del fascismo: non assunse posizioni polemiche o di dissenso – suo padre, oltretutto, fu membro dell’Accademia d’Italia – né biasimò l’inossidabile fede fascista del maestro Romagnoli, ma neppure si allineò alla celebrazione di Roma quale creatrice dell’impero universale. Al contrario, come aveva individuato nel Mediterraneo orientale l’origine di molti elementi decisivi per lo sviluppo del mondo greco, così definiva Roma «potenza assimilatrice ed accentratrice» nel più ampio contesto italico (Italia antica, cit., p. 305; Bandelli, 2006, p. XII). La prospettiva di analisi su Roma, insomma, restava di origine greca, come dimostra anche la traduzione commentata di Elio Aristide, In gloria di Roma (s.l., ma Roma, 1940).
Dopo essersi dedicata ai rapporti tra mondo fenicio e mondo greco, Stella iniziò a studiare civiltà e lingua micenea in seguito alla decifrazione della scrittura in lineare B agli inizi degli anni Cinquanta.
Anche in questo caso l’approccio non fu erudito o soltanto filologico-testuale ma basato su fenomeni storico-culturali più ampi, come la religione (La religione greca nei testi micenei, in Numen, V (1958), pp. 18-57; Le iscrizioni pilie 1955 nel quadro della civiltà micenea, in La parola del passato, XIV (1959), pp. 245-259; Il problema etnico dei Greci dopo il deciframento delle tavolette micenee, in Rivista di antropologia, XLVII (1960), pp. 3-16; Per la cronologia dei testi di Cnosso, in Quaderni dell’istituto di filologia classica di Trieste, VII (1960), pp. 3-24). Tali memorie esprimono l’intento di aggiornare la conoscenza complessiva sulla civiltà greca grazie alle più recenti scoperte archeologiche e glottolinguistiche; non è casuale che al 1960 seguisse un silenzio nelle pubblicazioni che durò cinque anni, fino a quando uscì il volume monografico La civiltà micenea nei documenti dei contemporanei (Roma 1965; ma ancora tra il 1966 e il 1971 apparvero altri contributi specialistici sulle tavolette in lineare B di Cnosso o recensioni di lavori di studiosi stranieri come Leonard R. Palmer e John Chadwick). Risalgono alla metà degli anni Cinquanta altri due libri importanti per lo studio della mitologia greca e della sua elaborazione letteraria: Il poema di Ulisse (Firenze 1955), dedicato all’Odissea, e Mitologia greca (Torino 1956), un corposo e fortunato manuale più volte ristampato. L’insieme di queste indagini dimostra come Stella non confinasse i propri interessi scientifici nella sola eredità letteraria della Grecia, mantenendo piuttosto «la preoccupazione costante di porre il mondo greco nel contesto più ampio, diacronico e sincronico, delle grandi civiltà del Mediterraneo antico, con l’effetto non di ridimensionare ma di esaltare il suo “miracolo”» (Bandelli, 2006, p. XI).
In parallelo al costante aggiornamento sulle scoperte linguistiche e documentarie relative alla grecità arcaica, si dimostrò fedele al magistero e all’operato di Romagnoli, altro tema ricorrente nella sua bibliografia: nel 1940 rivide e accrebbe le note di I poeti dell’Antologia Palatina (importante traduzione del maestro: punto di partenza per il successivo studio sulla poesia romana, Cinque poeti dell’Antologia Palatina, Bologna 1949) e più tardi stese i profili Ettore Romagnoli e la filologia, e Contributo ad una bibliografia di Ettore Romagnoli, entrambi in Dioniso, XI (1948), rispettivamente pp. 69-78 e 136-141. Seguirono Un maestro di letteratura..., in La Fiera letteraria, XIII (1958), 52, p. 28 ed Ettore Romagnoli umanista nel centenario della sua nascita, in Studi romani, XX (1972), pp. 169-180.
Con Tradizione micenea e poesia dell’«Iliade» (Roma 1978) prese le distanze dalla teoria dell’oralità applicata ai poemi omerici. Il 25 giugno 1984 fu nominata professore emerito dell’Università di Trieste; dopodiché decise di ricongiungersi con la sorella Emilia (v. la voce in questo Dizionario), che viveva a Roma. Nell’aprile del 1986 fu invitata dall’Istituto triestino a pronunciare una conferenza, e scelse un tema di ‘storicismo esistenzialistico’ (Bandelli, 2000, p. 224; Id., 2006, p. XIII), ossia una riflessione su Letteratura greca ieri e oggi: metodi e significati (in Stella, 2006, pp. 501-514), in cui manifestò la consapevolezza che, nella seconda metà del Novecento, la letteratura greca avesse perso la centralità di cui aveva goduto in precedenza tra gli studi umanistici, a causa dell’interesse più diffuso per le società preistoriche e le ricerche antropologiche. All’età di novant’anni pubblicò il suo ultimo libro, frutto di un lungo lavoro, Eschilo e la cultura del suo tempo (Alessandria 1994), in cui lesse l’opera del tragediografo a partire dal dato religioso e cultuale.
Morì, a Roma, il 10 ottobre 1998.
Il triestino Carlo Corbato ricordò come la scelta capitale della biografia di Stella, ossia la decisione di recarsi a Trieste e dar vita a un istituto e una scuola di studi sulle civiltà antiche, fosse frutto della «sua spontanea volontà», o meglio della volontà di essere in quel «lembo, allora duramente conteso, d’Italia e di rispettare così, anche in questo, la tradizione della sua famiglia» (Corbato, 1975, p. VII). Anche grazie al suo magistero, e al prestigio progressivamente acquisito dall’Istituto triestino da lei diretto, giunsero alla facoltà di lettere altri rinomati studiosi, come Luigi Coletti, Mario Fubini, Giacomo Devoto, Nino e Diego Valeri.
Fonti e Bibl.: La biblioteca e alcune carte di Stella furono donate all’Istituto di filologia classica di Trieste, poi confluito, insieme con l’Istituto di storia antica e quello di archeologia, nel Dipartimento di scienze dell’antichità Leonardo Ferrero; nell’aprile del 2000 la biblioteca del nuovo dipartimento è stata a lei intitolata.
Necrologi di E. Pellizer, in Il Piccolo, 12 ottobre 1998, e F. Càssola, Ricordo di L.A. S., in Magna Graecia, XXXIV (1999), 3-4, pp. 11-13. Scarsi gli scritti utili a ricostruire una biografia dettagliata: C. Corbato, Premessa, in Studi triestini di antichità in onore di L.A. S., Trieste 1975, pp. VI-VIII (volume miscellaneo pubblicato in occasione dell’ultimo anno di insegnamento, in cui si contano più di trenta collaboratori tra colleghi e allievi. Alle pp. XIX-XXIII sono elencati gli Scritti di L.A. S dal 1927 al 1972, da integrare con la Bibliografia, in L.A. Stella, Scritti minori di letteratura greca, a cura di E. Pellizer, Trieste 2006, pp. XX-XXV, nel quale sono ristampati ventisette contributi pubblicati tra il 1937 e il 1986); G. Bandelli, La storia antica nell’Ateneo triestino dal 1943 al 1958, in Quaderni giuliani di storia, XXI (2000), 2, pp. 215-233; Id., Ricordo di L.A. S., in Stella, 2006, cit., pp. IX-XIV. Sulla famiglia: L. Testa, Augusto Stella (1863-1944), in Bollettino della Società geologica italiana, LXIX (1950), 3, pp. 553-558; A. Berzero - P. Mattarello, Monti, Achille, in Dizionario biografico degli Italiani, LXXVI, Roma 2012, pp. 211-214; B. Danesi, Rina Monti Stella, in Rina, Rebecca e le altre. Voci femminili nell’Italia unita, Pisa 2012, pp. 66-79.
Si veda inoltre: G. Perrotta, Romagnoli filologo e umanista, in Letteratura italiana, I critici, II, Milano 1976, pp. 1448-1460; E. Degani, Italia. La filologia greca nel sec. XX, in La filologia greca e latina nel sec. XX, II, Pisa 1989, pp. 1065-1140; A.M. Vinci, Inventare il futuro: la facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Trieste, Trieste 2001, passim; G. Piras, Romagnoli, Ettore, in Dizionario biografico degli Italiani, LXXXVIII, Roma 2017, pp. 189-194.