BOCCABADATI, Luigia (Luisa)
Nata a Modena nel 1800 (nel 1799, secondo il Valdrighi) da Antonio, medico, iniziò lo studio del canto ancora fanciulla, incoraggiata e protetta dal maestro A. Gandini. Il suo debutto viene comunemente stabilito a Parma nel 1817, ma non sembra sicuro: è certo, invece, che nella primavera 1819 apparve, "quasi esordiente e contro la volontà della famiglia" (Brunelli), al Teatro degli Obizzi di Padova nella Gazza ladra di Rossini e nel luglio dello stesso anno cantò al Teatro ducale di Parma nell'opera Erminia del Gandini. A Padova la B. venne udita dal sopranista G. Pacchierotti, che si offrì di perfezionarne la voce, la dizione e il portamento scenico. I progressi conseguiti dalla B. furono così rapidi da consentirle d'avviare una intensa e felica carriera di soprano, interprete eccellente dapprima di opere del repertorio rossiniano, poi di quelle di altri autori, specialmente di Donizetti e di Bellini.
Per circa un ventennio l'attività della B. in Italia e all'estero fu, si può dire, quasi senza interruzione e sempre celebrata ovunque: nel 1823 cantò, infatti, al Teatro La Fenice di Venezia e, nel gennaio e febbraio 1824, all'Argentina di Roma, dove ebbe un grandissimo successo. Nel maggio 1824 presentò al Teatro Carolino di Palermo opere rossiniane sicuramente nuove per la città, come Matilde di Shabran, Semiramide e forse anche Zelmira; nell'autunno 1825 fu al Teatro Nuovo di Padova e nella stagione di primavera 1826 alla Scala di Milano, dove ritornò nel 1838, dall'aprile al giugno, rialzando "le sorti finanziarie e artistiche della stagione" (Gatti); dall'autunno 1826 al carnevale 1828-29 cantò nuovamente a Roma, acclamatissima, ai teatri Valle e Argentina. Tra l'estate 1829 e l'estate 1831 fu, per espressa designazione dell'autore, impegnata in una serie di "prime" donizettiane, svoltesi con alterna fortuna nei teatri S. Carlo e Fondo di Napoli, quali Elisabetta al castello di Kenilworth,Il diluvio universale, Francesca di Foix, I pazzi per progetto,La romanziera e l'uomo nero. Particolari consensi ebbe nel 1832 al Teatro Italiano di Parigi con la Matilde di Shabran e nel febbraio 1833 al King's Theatre di Londra con la Cenerentola di Rossini (a Londra fu riconfermata anche per la stagione di carnevale 1834-35). Rientrata in Italia, cantò successivamente e più volte a Torino, Brescia, Trieste, Parma, Firenze e Genova.
La sua carriera teatrale terminò nel 1842 a Lisbona, dove era stata scritturata per tre stagioni consecutive al Teatro S. Carlos dal 1840. Ammalatasi, la B. ritornò in Italia e si ritirò definitivamente dalle scene per dedicarsi all'insegnamento e alle cure della sua famiglia: sposata con Antonio Gazzuoli, aveva avuto quattro figli, Augusta, Cecilia, Cesare e Virginia, da lei tutti educati con felice risultato nell'arte del "bel canto" italiano. Insieme con i figli e con alcuni colleghi, continuò a cantare talvolta nelle serate musicali tenute nella sua casa a Milano, frequentata dai più insigni maestri dell'epoca, che ancora componevano musiche per lei. La B. morì a Torino il 12 ott. 1850.
Poco avvenente ("une petite femme, sèche et noire", la definì il musicista francese Déspreux in una lettera da Napoli, 17 febbr. 1830, a F.-J. Fétis, citata nella Revue musicale, VII [1830], p. 172), la B. fu, in compenso, oltre che cantante di viva intelligenza e di larghi mezzi, attrice provetta ed elegante. La versatilità e la ricchezza del temperamento, favorito da una voce possente e pur dolce ed espressiva, estesa e addestrata ad ogni virtuosismo, le permisero di cimentarsi indifferentemente, e con risultati parimenti persuasivi, sia nel genere comico sia in quello serio e drammatico.
Solo una così inconsueta poliedricità psicologica può riuscire a spiegarci il sorprendente convergere, nell'ammirazione per lei, di musicisti come Rossini, Donizetti, Bellini e Berlioz. Tra le più apprezzate e squisite interpretazioni della B. vanno ricordate, nell'ambito del repertorio rossiniano, quelle della Matilde di Shabran, del Barbiere di Siviglia, di Cenerentola, ma soprattutto della Semiramide e del Mosè in Egitto. Di Donizetti, di cui fu la cantante preferita, interpretò in modo superbo la Zoraide di Granata, Il furioso all'isola di S. Domingo, Lucrezia Borgia e Gemma di Vergy, queste ultime due opere per suo merito condotte al trionfo dopo gli insuccessi iniziali. Tra le opere del repertorio belliniano emerse, con eccezionali esecuzioni, nei Puritani, nella Norma, nella Sonnambula, nel Pirata, nei Capuleti e i Montecchi.
Dei suoi figli, la più celebre fu Virginia, nata il 29 apr. 1828, che debuttò brillantemente nel 1847 al Teatro Massimo di Palermo con Linda di Chamounix di Donizetti. Gli avvenimenti politici italiani del 1848 la tennero lontana dai teatri per circa tre anni, a Milano; in seguito, cantò nella stagione di primavera 1850 alla Pergola di Firenze e nell'autunno dello stesso anno all'Argentina di Roma. Nel 1852 fu al Teatro Italiano di Parigi (dove ritornò ancora nel 1855 e nel 1856), nel carnevale 1852-53 al Comunale di Bologna e nelle stagioni d'autunno 1855 e 1856 al Teatro Carignano di Torino, dove il 27 nov. 1856 contribuì al successo della "prima" della Demente di F. Marchetti.
Dopo aver cantato nel carnevale 1856-57 al Teatro Regio di Parma, fu scritturata nella primavera 1858 al Teatro Rossini di Torino e nel gennaio 1859 al Teatro di Nizza, suscitando il più vivo entusiasmo con opere di Donizetti (Maria di Rohan e Linda di Chamounix), ma specialmente con La Traviata, di cui fu giudicata una delle migliori interpreti, "ancor più espressiva della Patti" (Schmidl) nel ruolo di Violetta. Dedicatasi, infatti, al repertorio verdiano, Virginia seppe conquistarsi, insieme con M. Piccolomini e M. Spezia, la stima e la preferenza di Verdi.
Mortole il marito, il conte Carignani di Torino, Virginia abbandonò il teatro, accettando tuttavia, verso il 1883, il posto offertole da C. Pedrotti di maestra di canto al conservatorio di Pesaro, dove insegnò fino al 1900 (alla sua ottima scuola si formarono, fra le tante allieve, C. Boninsegna, M. Farneti, A. M. Pisano Pettignani, e M. Quarenghi Galli). Tornata a Torino, vi morì il 6 agosto 1922.
L'eredità materna si manifestò in Virginia più nell'arte dell'espressione e nella tecnica perfetta che nella potenza della voce, anche se pura, d'intonazione sicura e assai agile. Fu, infatti, una delle interpreti di maggior prestigio di opere del repertorio lirico-leggero, ma seppe raggiungere altrettanta eccellenza in opere più drammatiche. Nel 1893 pubblicò a Pesaro Osservazioni pratiche per lo studio del canto, semplice, ma prezioso opuscoletto, in cui si trova qualche ricordo del metodo di canto materno e dei rapporti d'amicizia di Donizetti con la sua famiglia.
Fu soprano rinomata anche la sorella maggiore Augusta (Augustina), nata a Modena presumibilmente nel 1821. Oltre all'insegnamento della madre, Augusta profittò anche di qualche lezione di Donizetti, che riuscì a contentare nella difficile interpretazione della nuova versione della Maria di Rohan (Parma, Teatro Regio, 4 maggio 1844), conservando tutta la limpidezza della sua bella voce nonostantel'eccessiva espressione voluta dal compositore nelle scene più drammatiche. Nel carnevale 1843-44 Augusta cantò al Teatro Carlo Felice di Genova e nell'estate 1844 al Teatro Grande di Brescia. Nel carnevale 1844-45 al Teatro Carolino di Palermo sostituì con notevolissimo successo Giuseppina Strepponi, che non era piaciuta.
Apparve poi al Teatro Regio di Torino nel 1846-47; dopo questa data, forse lasciò il teatro, poiché non sitrovano più tracce della sua presenza sui teatri italiani. Sposata con il violinista Francalucci, ebbe una figlia, Eugenia, anch'essa cantante. Augusta morì a Santiago del Cile nel dicembre 1875.
Di Cesare s'ignorano i dati biografici: si sa solamente che nell'estate 1846, assai giovane, egli cantava con voce e arte notevoli nelle serate musicali in casa di sua madre a Milano e che nel carnevale 1859-60 ebbe una parte secondaria nella Battaglia di Legnano di Verdi al Teatro Regio di Parma. Nell'ott. 1870 fu nominato impresario per un anno, con G. Coccetti, del Teatro alla Pergola di Firenze.
Cecilia, seconda figlia di Luigia, nacque a Modena nel 1823 e fu esimia musicista. Sposò il baritono F. Varesi, dal quale ebbe due figlie, Elena (nata a Firenze nel 1851), buona cantante e dal 1888 maestra di canto a Chicago (dove morì il 15 giugno 1920), e Giulia (nata a Firenze il 10 marzo 1859 ed ivi morta il 22 luglio 1938), che continuarono entrambe la tradizione familiare del magistero del "bel canto" italiano. Cecilia morì a Firenze il 12 luglio 1906.
Fonti e Bibl.: Notizie in Gazz. mus. di Milano, V (1846), n. 26, pp. 203 s.; Castil-Blaze, Théâtres Lyriques de Paris. L'opéra italien de 1548 à 1856, Paris 1856, pp. 436, 463; 445 (per Virginia); A. Gandini, Cronistoria dei teatri di Modena dal 1539 al 1871, II, Modena 1873, pp. 78 s.; 424 s., 433 s. (per Virginia); F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, III, Napoli 1882, pp. 164, 346; 425 (per Virginia); IV, ibid. 1881, pp. 295, 297, 299, 301, 379; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreografici in Parma dall'anno 1628 all'anno 1883, Parma 1884, pp. 132, 134, 181 s., 199; 136, 214 s. (per Augusta); 144, 252 (per Cesare); 142, 182, 246 (per Virginia); L. F. Valdrighi, Alcune ristrette biografie di musicisti modenesi..., Modena 1886, p. 11; Jarro (G. Piccini), Memorie di un impresario fiorentino, Firenze 1892, pp. 108-110; G. Sacerdote, Teatro Regio di Torino..., Torino 1892, pp. 122, 128 (per Augusta); E. Cametti, Donizetti a Roma..., Torino 1907, pp. 37-39, 75, 105; B. Brunelli, I teatri di Padova dalle origini alla fine del sec. XIX, Padova 1921, pp. 393 s., 401, 461; U. Morini, La R. Acc. degli Immobili ed il suo teatro "La Pergola" (1649-1925), Pisa 1926, pp. 192 s., 195; 131, 237 (per Cesare); 212 (per Virginia); F. Clementi, Il carnevale romano nelle cronache contemporanee. Secc. XVIII-XIX, Città di Castello 1938, pp. 333 s., 347 s.; C. Zavadini, Donizetti…, Bergamo 1948, pp. 57, 172 s.; O. Tiby, Il Regio Teatro Carolino e l'Ottocento palermitano, Firenze 1957, pp. 137, 435, 439; 197 (per Augusta); Il Comunale di Trieste, a cura di V. Levi, G. Botteri e I. B., Udine s.d. (ma 1962), pp. 135-137; H. Weinstock, Donizetti..., New York 1963, passim (v. Indice, p. 415); p. 364 (per Virginia); C. Gatti, Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), I, Milano 1964, p. 94; II, ibid. 1964, pp. 30, 40; W. Ashbrook, Donizetti..., London 1965, passim (v. Indice, p. 537); p. 423 (per Augusta); F. Regli, Diz. biografico..., Torino 1860, p. 76; F.-J. Fétis, Biographie univ. des musiciens, I, Paris 1860, p. 450; Supplément, p. 100 (per Virginia); C. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, I, p. 119; 199 (per Virginia); O. Thompson, International Cyclopedia of music and musicians, New York 1959, p. 200; Encicl. dello Spettacolo, II, coll. 655 s.; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 278. Per Virginia vedi anche: G. Cauda, La scomparsa d'una "diva" del bel canto: V. B., in La donna, 5 sett. 1922.