DEMORA, Luigia
Non conosciamo l'anno esatto della nascita che si presume possa essere collocata intorno al 1772, in quanto nel 1792 avvenne il suo debutto scaligero. Il luogo di nascita è altrettanto sconosciuto, ma si pensa possa essere situato nell'Italia settentrionale, dove la D. per lo più operò nell'arco della sua carriera.
A quanto risulta dai repertori, si ha notizia, già dal 1791, di una Vittoria Demora comparsa inizialmente a Varese per poi condurre una discreta carriera come "grottesca" sia alla Scala di Milano per tre anni consecutivi, sia in vari teatri veneziani nel 1799. Non si sa tuttavia se tra le due danzatrici esista un qualche legame di parentela.
La fama della D. resta a tutt'oggi legata più alla sua rinomata bellezza che non alle doti interpretative e ad innovazioni tecniche del linguaggio coreografico nella danza teatrale.
La D. compare alla Scala, nel 1792, già con il ruolo di grande prestigio di "prima ballerina fuori dei concerti", nel ballo La contadina astuta di L. Banti. Nell'autunno 1795 la ritroviamo al teatro S. Benedetto di Venezia in Mario e Felice, in Lo spazzacamino ed in Alcide negli orti Esperidi, tutti balli composti da E. Luzzi. Per l'anno successivo non si trova menzione dei balli rappresentati nello stesso teatro, ma dall'elenco dei ballerini ivi impegnati si ricava che la compagnia fu la stessa del 1795. Nel 1797 era a Parma, dove partecipò alla produzione di Ginevra di Scozia di G. Ronzi e di L'equivoco fortunato di G. Gioia, ambedue al teatro Ducale. Nell'agosto 1798 si esibì con successo al teatro dei Risvegliati di Pistoia nei balli scritti e diretti da G. Ghelardini, La finta ammalata e La vedova scaltra, e subito dopo si recò al teatro S.Pietro di Trieste, dove la sua partecipazione condizionò addirittura l'organizzazione del cartellone, come sostiene C.L. Curiel (p.333), quando afferma che l'assenza di balli ad inizio di stagione era dovuta al ritardo "causato dalla prima ballerina Luigia Demora che ancora il 21 agosto danzava al teatro di Pistoia riscuotendo insieme a singolare applauso sonetti e satire, un po' per la graziosa ballerina, un po' per la donna galante". Di tali sonetti si ha notizia in A. Chiappelli (pp. 261ss., docc. CXXIV e ss.). A Trieste, come o prima ballerina seria", la D. interpretò il ruolo di Dejanira in La morte di Ercole di L. Panzieri che andò in scena il 12 ott. 1798. Nel carnevale 1799 ella danzò, sempre a Trieste, in Odervik e La fantasma ossia Li due granatieri dello stesso Panzieri. La prima di quest'ultimo ballo era stata data a Napoli al teatro dei Fiorentini nel 1795 ed il coreografo, tra l'altro partner della D. in tutti i balli da lui creati, risulta assai spesso citato nei repertori napoletani, dove invece non si è finora riscontrata alcuna citazione che riveli la partecipazione della D. alle produzioni coreiche del Regno.
È questo l'unico, esile filo indiretto che possa legare la D. all'abituale teatro delle gesta di M. Pezza (Fra' Diavolo) che, in quello scorcio di secolo, ed anche tra il 1806 ed il 1807 controllava, da Itri, lì dove si iestringe la via Appia, tutto il traffico tra Napoli ed il Nord. Infatti sia il Regli (p. 161) sia il Brunelli (p. 381) riferiscono di una brutta avventura toccata alla D., appunto, per un agguato del famoso bandito, poi felicemente conclusasi, secondo il Regli, non senza l'insinuazione di un episodio galante. Quello che, in questo romanzesco episodio, non è conciliabile con i dati storici e geografici, è il fatto che i due autori citati situano l'accaduto a nord di Firenze, anzi, secondo il Brunelli addirittura sull'Appennino pistoiese, mentre è risaputo che Fra' Diavolo, non si spostò mai oltre Roma, inoltre il Brunelli data l'accaduto dopo il 1813, mentre il bandito era gia morto nel 1807. È probabile comunque che questo aneddoto sia da attribuire all'indubbio talento scandalistico a scopo pubblicitario della stessa D., che potrebbe aver operato un'incontrollabile contaminazione di luoghi e personaggi, forse proprio per rilanciare la sua immagine dopo un periodo di assenza dalle scene.
Infatti, dopo aver calcato le scene del teatro La Pergola di Firenze nella primavera del 1799 in due balli di G. Gentili, Timugin Gran Kan dei Tartari ed Ilmatrimonio per furberia, la D. ricomparve solo nel 1807 al teatro Regio di Torino, in Alceste e ne Ilgiudice del proprio errore di A. Muzzarelli; in quell'occasione fu celebrata con un'ode di L. Andrioli conservata presso la Biblioteca civica di Torino in un volume miscellaneo dal titolo Teatri, poesie, critiche interessanti e curiose (ms. 133, f. 50: cfr. A. Basso, Storia del teatro Regio..., p. 120).
Nel 1808 la D. ebbe una stagione assai intensa alla Scala, dove danzò pressoché ininterrottamente tra la primavera e l'autunno in numerosi balli di U. Garzia, tra cui La donna di spirito, Il trionfo di Berenice, Federico II ossia La calunnia punita e l'innocenza premiata, La donna del bosco, Il conte di Lenox ossia I carbonari di Scozia, Magia contro magia, Elisa e Camillo, Il maniscalco, La foresta nera ossia La famiglia riunita. L'anno successivo interpretò a Torino, sempre al Regio, Arispinghe e Lidane e Le convulsioni musicali di L. Panzieri e qui, nel 1811, è documentata la sua presenza in Vezellia e Carolina e Valdemar ovvero Il pittore per amore di A. Giannini.
Nell'agosto 1812 la D. era scritturata di nuovo alla Scala per danzare in Omiri e Clearco ossia Menfi perduta e recuperata e in Il signor Muzzardò di A. Fabris. Dello stesso autore interpretò, nella stagione autunnale, altri quattro balli. Nel 1813 la troviamo impegnata a Padova a sostenere, con la sua indubbia fama anche se "più per la sua vita avventurosa, che per i suoi meriti" (Brunelli, p. 381), le traballanti sorti gestionali del teatro Nuovo, esibendosi nel ballo che accompagnava l'opera La contadina bizzarra di G. Finco detto il Farinelli.
Nel 1814, infine, comparve per l'ultima volta a Firenze dove, al teatro alla Pergola, interpretò La morte di Achille, Gli imprudenti fortunati e Le convulsioni musicali di L. Panzieri, oltre ad un ballo di G. Gioia dal titolo Zeffiro e Flora, ma non più come unica mattatrice della stagione, visto che le fu affiancata alla pari un'altra prima ballerina già famosa come T. Muzzarelli.
Non si hanno notizie sul luogo e l'anno della sua morte.
Fonti e Bibl.: G. Chiappari, Serie cronologica delle rappresentazioni drammatico-pantomimiche poste sulle scene dei principali teatri di Milano 1776-1818, Milano 1818, pp. 88 s., 98; L. Romani, Teatro alla Scala - Cronologia di tutti gli spettacoli, Milano 1862, pp. 46, 51 s.; Iteatri di Venezia. Opere e balli dati alla Fenice fino al 1869, Milano 1869, p. 3; P. Breggi, Spettacoli rappresentati al teatro Regio di Torino dal 1688, Torino 1872, pp. 43 ss.; P. Ferrari, Spettacoli drammatico musicali e coreografici in Parma dal 1628 al 1833, Parma 1884, p. 47; T. Wiel, Iteatri musicali veneziani nel Settecento, Venezia 1897, pp. 465, 471; P. Cambiasi, La Scala 1778-1906, Milano 1906, pp. 369 s.; G. Monaldi, Le regine della danza nel secolo XIX, Torino 1910, p. 50; A. Chiappelli, Storia del teatro di Pistoia dalle origini alla fine del sec. XVIII, Pistoia 1913, pp. 164, 261 ss.; B. Brunelli, I teatri di Padova dalle origini alla fine del secolo XIX, Padova 1921, p. 381; U. Morini, La Regia Acc. degli Immobili ed il suo teatro la Pergola 1649-1925, Pisa 1926, pp. 93, 156; C. L. Curiel, Ilteatro S. Pietro di Trieste 1690-1801, Milano 1937, pp. 333, 335, 346, 348, 366; C. Gatti, Ilballo alla Scala nella storia e nell'arte, Milano 1964, II, Cronologia, pp. 154, 164, 167; M. Winter, The pre-romantic ballet, London 1974, p. 225; Storia del teatro Regio di Torino, II, A. Basso, Ilteatro della città, Torino 1976, pp. 120 ss.; F. Regli, Diz. biografico, Torino 1860, pp. 161 s.