LASCHI, Luisa (Luigia)
Nacque a Firenze intorno al 1760, figlia di Filippo e Anna Querzoli, famosi cantanti di opera buffa. Nulla si conosce sulla sua formazione musicale, avvenuta presumibilmente nell'ambito della famiglia. Le prime notizie riguardanti la L. coincidono con il debutto sulle scene: il suo nome appare per la prima volta tra gli interpreti del fortunato dramma giocoso per musica Il falegname di D. Cimarosa, su libretto di G. Palomba, andato in scena nell'autunno 1782 al teatro Zagnoni di Bologna.
In quell'occasione apparve nei panni di Elena accanto a Stefano Mandini, uno degli interpreti più brillanti della sua generazione: protagonista in un'opera di un importante compositore, la L. - saltato l'usuale tirocinio in ruoli secondari e circuiti teatrali minori - affrontò quindi direttamente una delle principali piazze teatrali dell'Italia del Nord.
La sua breve quanto intensa carriera di soprano si svolse nell'arco di soli otto anni in una trentina di ruoli di "prima buffa". L'autunno 1783 fu scritturata a Torino, protagonista in quattro drammi giocosi: L'accorta cameriera di V. Martín y Soler, andato in scena al teatro Regio con il prologo La Dora festeggiante; quindi al Carignano ne Il conte di Bell'umore di M. Bernardini (Marcello da Capua, Giannina e Bernardone di Cimarosa, e La statua matematica di G. Valentini. Nella stagione di carnevale 1784 si esibì al teatro Ducale di Parma ne Il regno delle Amazoni, musicato da A. Accorimboni su un libretto di G. Petrosellini, e Il vecchio geloso di F. Alessandri. Dopo la ripresa in primavera de Il regno delle Amazoni al S. Agostino di Genova, lasciò l'Italia per una prima scrittura presso il Burgtheater di Vienna, ove si trattenne fino alla primavera 1785.
La breve parentesi che aveva visto il tentativo di instaurare nella capitale asburgica un'opera nazionale in lingua tedesca (a questo periodo risale la composizione della mozartiana Die Entführung aus dem Serail, 1782) si era ormai conclusa. Nell'aprile 1783, sciolta la compagnia tedesca, furono scritturati per volere dello stesso imperatore Giuseppe II i migliori cantanti della penisola: Vienna riapriva le porte all'opera italiana. L'incontro sinergico con compositori, librettisti e interpreti di primissimo piano avrebbe dato vita a capolavori quali Le nozze di Figaro, Il don Giovanni, Così fan tutte di W.A. Mozart e L. Da Ponte.
La L. si presentò al pubblico del Burgtheater il 24 sett. 1784 nel collaudato ruolo della protagonista in Giannina e Bernardone, mettendosi subito in luce per la bellezza della voce, limpida e rotonda, per musicalità e ricchezza espressiva, nonché per l'avvenenza della figura: la stampa locale non tardò a trovare una degna rivale sulla scena per Ann Selina (Nancy) Storace, "l'inglesina" beniamina del pubblico (cfr. Wiener Kronik, cit. in The New Grove, e Wiener Zeitung, cit. in Michtner, p. 180). Dopo aver interpretato Belisa in Il re Teodoro in Venezia di G. Paisiello (6 ott. 1784; cfr. Solo recital, p. 132), il 21 genn. 1785 la L. subentrò alla Storace, prossima a partorire, quale Rosina ne Il barbiere di Siviglia, sempre di Paisiello, ottenendo un altro successo.
Avere contemporaneamente sotto contratto "les trois premières et les plus chères Chanteuses de l'opera bouffon" doveva però apparire eccessivo persino a un imperatore (Joseph II. als Theaterdirektor, p. 56); alla L. fu quindi consigliato di accettare un temporaneo ingaggio per Napoli. Per questi primi otto mesi presso il Burgtheater percepì un compenso di 2620 fiorini (Link, 1998, p. 412).
A Napoli la L. conobbe il futuro marito, il tenore Domenico Mombelli. Sempre nel 1785 partecipò a Lucca all'azione teatrale Partenope sul lido etrusco di G. Andreozzi (testo del patrizio lucchese C. Boccella), e cantò al teatro Nuovo di Vicenza in due opere di P. Anfossi, I viaggiatori felici e Il geloso in cimento. Nell'autunno di quello stesso anno apparve sulle scene del teatro dell'Accademia filarmonica di Verona ne Il disertore di F. Bianchi. Per il carnevale 1786 tornò a cantare al Nuovo di Vicenza in due opere di Cimarosa (La ballerina amante e Il pittor parigino), e interpretò Dorina in Fra i due litiganti il terzo gode di G. Sarti.
Il suo rientro a Vienna risale alla Pasqua 1786, in tempo per apparire sulle scene quale prima interprete assoluta della Contessa di Almaviva ne Le nozze di Figaro di Mozart (1° maggio), ruolo cui è indissolubilmente legato il nome della Laschi.
Fin dalle prove l'opera dovette superare diverse difficoltà dovute alla diffidenza, se non all'aperta ostilità, dell'ambiente teatrale nei confronti di Mozart; F.X. Niemetschek afferma che i cantanti cercarono di far cadere l'opera sbagliando deliberatamente, tanto che Mozart, dopo il primo atto, sarebbe riuscito a farli severamente riprendere dall'imperatore stesso (Abert, II, pp. 105 s.). La testimonianza diretta fornitaci da M. Kelly, primo interprete di Basilio e Don Curzio, sottolinea in realtà lo stretto rapporto di collaborazione ricercato da Mozart proprio con i cantanti, da cui dipendeva in gran parte l'esito dell'opera: "All the original performers had the advantage of the instruction of the composer, who transfused into their minds his inspired meaning" (Solo recital, p. 141).
Dall'arrivo della nuova compagnia italiana al Burgtheater, Mozart in realtà era stato, suo malgrado, per tre anni poco più che un attento spettatore; nell'attesa di ottenere la commissione per un'opera tutta sua, si limitò ad alcuni tentativi, presto abbandonati, di porre in musica libretti preesistenti e di scrivere alcune arie sostitutive in opere di altri compositori su richiesta dei cantanti, preziosa occasione per sondarne le peculiarità. L'aria musicale, per Mozart, doveva essere composta appositamente sulle caratteristiche dell'interprete, e attagliarvisi perfettamente come un abito ben fatto. Non potremmo avere descrizione più calzante delle grandi qualità vocali e di attrice della L. di quella espressa da Mozart nei brani per lei concepiti ne Le nozze di Figaro.
Al complesso personaggio della Contessa Mozart affida i momenti di più alto lirismo - vere e proprie "fermate" nel frenetico ritmo de La folle journée - fin dalla breve cavatina "Porgi Amor qualche ristoro" (atto II, scena 1), al galante duettino con Susanna "Che soave zeffiretto", sospeso tra ingenuità e malizia, su modelli di tradizione italiana e francese della lettera sotto dettatura. Ma è soprattutto nella straordinaria aria "Dove sono i bei momenti" (III, 8), in cui una nobile melodia si dispiega nell'elegante fraseggio di ampio respiro, che Mozart trasfonde i più autentici sentimenti di un animo diviso tra il rimpianto - nello struggente ricordo di una felicità perduta - e la tenerezza alimentata da una flebile speranza.
Il 15 maggio 1786 la L. avrebbe colto un ulteriore successo come Barbarina ne Il trionfo delle donne di Anfossi (Michtner, p. 103). Il 1° agosto, ne I finti eredi di G. Sarti, apparve probabilmente in scena per la prima volta accanto a Domenico Mombelli, che avrebbe sposato di lì a poco.
In una lettera da Praga del 29 settembre indirizzata al conte F.X. Rosenberg, sovrintendente del teatro, l'imperatore accenna all'imminente matrimonio alludendo scherzosamente a Le nozze di Figaro: "Le mariage de Mombelli avec la Laschi peut s'exécuter sans attendre mon retour, et je vous cède à ce sujet le droit de Seigneur" (Joseph II.als Theaterdirektor, p. 70).
Nel libretto stampato in occasione della rappresentazione al teatro di corte del dramma per musica L'Olimpiade di L. Bianchi (1786) troviamo la seguente indicazione: "Arie della signora Laschi e del signor Mandini composte dal maestro Martini" (Sartori, n. 17036; Pirani, p. 106). All'autunno 1786 risale una significativa collaborazione, quella con Martín y Soler e L. Da Ponte: la L. fu scelta come interprete di Isabella regina di Spagna nella prima assoluta di Una cosa rara, o sia Bellezza ed onestà (17 nov. 1786). L'anno seguente comparve tra gli interpreti di un'altra novità assoluta di Martín y Soler e Da Ponte, L'arbore di Diana (1° ott. 1787).
Da Ponte considerava l'opera "il migliore di tutti i drammi da me composti […] voluttuoso senza essere lascivo" (Da Ponte, p. 128). In questo dramma pastorale "la sensualità prende decisamente il sopravvento, con l'inedita e conturbante aggiunta di una certa efebica omosessualità, perché Amore, che è un ragazzo, è interpretato da una donna (la Laschi-Mombelli), che all'inizio compare vestita da uomo - o svestita da uomo, se dobbiamo credere a certe critiche - e che poi si tramuta in pastorella, assumendo il sesso reale della cantante ma fittizio nel personaggio" (Lanapoppi, p. 179). L'opera destò un certo sconcerto, attirando gli strali velenosi dell'immancabile anonimo benpensante: "le poète et le compositeur ont enfanté leurs idées et leurs ouvrages dans le recoin d'un bordel, tandis que leurs esprits et leurs facultés imaginatives étaient échauffés et animés par les spectacles obscènes, qui se représentent dans ces lieux infâmes", soffermandosi sulla scandalosa apparizione della L.: "D'abord l'Amour paraît un homme, avec un buste ou corps de femme, la gorge nue, et comme c'est une femme qui joue ce rôle, on lui voit une paire de tétons découverts jusqu'aux mamelles" (Lettre d'un habitant de Vienne à son ami à Prague…, pubblicata in Michtner, pp. 435-438). Mozart e Da Ponte, nell'ideare Così fan tutte, ebbero ben presente quest'opera di Martín y Soler, e in particolare il personaggio interpretato dalla L., ripreso in seguito da Louise Villeneuve, prima interprete di Dorabella.
I coniugi Mombelli erano ormai considerati due elementi di punta della compagnia italiana del Burgtheater, e fra i più pagati. Per le stagioni 1786-87 e 1787-88 ricevettero compensi ragguardevoli: Mombelli 4500 fiorini annui e la L. 3375; per l'ultima stagione a Vienna (1° marzo 1788 - fine febbraio 1789) anche alla L. fu corrisposto un compenso di 4500 fiorini (Rechnungsbuch, n. 24, cit. in Michtner, p. 408, n. 26; Link, 1998, pp. 421, 426, 430). L'8 genn. 1788 la L. era ancora chiamata a creare un nuovo personaggio, quello di Aspasia nel dramma tragicomico Axur re d'Ormus, di Da Ponte e A. Salieri.
Per la prima viennese de Il dissoluto punito, o sia Il Don Giovanni (7 maggio 1788) Mozart, rischiando di compromettere il difficile equilibrio dell'opera, fu costretto a comporre a uso dei nuovi interpreti alcuni brani che si rivelarono, dal punto di vista drammaturgico, degli errori. Per F. Benucci (Leporello) e la L. (Zerlina), venne aggiunta nel secondo atto un'intera scena con il duetto comico "Per queste tue manine", secondo Abert "una scenetta grossolana che ben poco ha a che fare con l'azione e ancor meno con il carattere dei personaggi, limitandosi a provocare il riso degli spettatori" (II, p. 373). La L. - al settimo mese di gravidanza - ottenne comunque in quell'occasione il compenso più alto di tutta la compagnia di canto: l'artista italiana era quindi maggiormente tenuta in considerazione rispetto alle colleghe tedesche Aloisia Lange (Donna Anna) e Caterina Cavalieri (Donna Elvira; cfr. Mann).
Insorte difficoltà con la direzione del teatro, ai coniugi Mombelli non vennero rinnovate le scritture. La L. apparve ancora in due lavori di Salieri: come Carolina ne Il talismano (Da Ponte, da Goldoni; 10 sett. 1788), e forse Amarilli ne Il pastor fido (Da Ponte, da B. Guarini; 11 febbr. 1789; per le ipotesi sul cast cfr. Michtner, p. 276): J. Rice (p. 430) sostiene che il ruolo fu più probabilmente affidato ad Adriana Ferrarese. L'ultima apparizione documentata della L. sulle scene del Burgtheater accanto al marito risale al febbraio 1789, nei panni di Donna Farinella, "virtuosa di musica" nel pasticcio L'ape musicale, ennesima variazione metateatrale, curata da Da Ponte, con musiche di autori vari tratte dai migliori successi di quegli anni, rappresentata "a benefizio di alcuni virtuosi".
La L. in quell'occasione si esibì tra l'altro in brani musicati dal marito e in una divertente autoparodia del suo duetto con Benucci "La ci darem la mano" dal Don Giovanni, dove si accenna a una prossima probabile scrittura dei due interpreti: "Per dove se' impegnato l'anno nuovo?", "Per Napoli". "Per Napoli son impegnata anch'io per Donna prima […]", "Là ci darem la mano / La mi dirai di sì; / Napoli è un po' lontano […]" (atto I, scena 7, pp. 33-35; Sartori, n. 2233).
Rientrati in Italia i coniugi Mombelli apparvero per l'ultima volta insieme al teatro Pubblico di Reggio nel dramma serio per musica Enea e Lavinia di P. Guglielmi (fiera 1789). Dopo tale data cala il sipario sulla carriera come sulla vita della L., di cui si ignorano il luogo e la data della morte.
Nel 1791 D. Mombelli, presumibilmente vedovo, si risposò con la ballerina Vincenza Viganò, figlia di Onorato e sorella di Salvatore Viganò, da cui ebbe dodici figli.
Fonti e Bibl.: Joseph II. als Theaterdirektor. Ungedruckte Briefe und Aktenstücke aus den Kinderjahren des Burgtheaters, a cura di R. Payer von Thurn, Wien-Leipzig 1920, pp. 54, 56, 63, 70; W.A. Mozart, Briefe und Aufzeichnungen, a cura di W.A. Bauer - O.E. Deutsch, Kassel-Basel-London 1962-75, III, pp. 372-374; Id., Il dissoluto punito, ossia Il don Giovanni, in Id., Neue Ausgabe sämtlicher Werke, s. 2, Bühnenwerke, Werkgruppe 5, XVII, Kassel-Basel-Paris 1968, pp. X-XII, 497-508; O. Michtner, Das Alte Burgtheater als Opernbühne, Wien 1970, ad ind.; Solo recital. The reminiscences of M. Kelly, a cura di H. van Tal - J.C. Trewin, London 1972, pp. 130, 132, 140-142; Storia del teatro Regio di Torino, I, M.-T. Bouquet, Il teatro di corte dalle origini al 1788, Torino 1976, pp. 406 s.; W.S. Mann, The operas of Mozart, London 1977, p. 458; H. Abert, Mozart, a cura di P. Gallarati, I, La giovinezza, 1756-1782, Milano 1984, p. 907; II, La maturità, 1783-1791, ibid. 1985, pp. 105-107, 319, 372 s.; L. Da Ponte, Memorie. Libretti mozartiani, Milano 1988, passim; D. Link, "Così fan tutte". Dorabella e Amore, in Mozart-Jahrbuch1991, Bericht über den internationalen Mozart-Kongress Salzburg 1991, a cura di R. Angermüller et al., II, Kassel-Basel-London 1992, pp. 888-894; B.R. Hay, Types of soprano voices intended in the Da Ponte operas, ibid., pp. 902-909; F. Pirani, "I due baroni di Rocca Azzurra": un intermezzo romano nella Vienna di Mozart, in Mozart e i musicisti italiani del suo tempo. Atti del Convegno internazionale di studi, Roma… 1991, a cura di A. Bini, Lucca 1994, pp. 89-112; A. Lanapoppi, L. Da Ponte, Venezia 1997, pp. 152, 179, 194; D. Link, The National Court Theatre in Mozart's Vienna: sources and documents, 1783-1792, Oxford 1998, ad ind.; J. Rice, A. Salieri and Viennese opera, Chicago-London 1998, pp. 415, 430, 554 s.; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, II, p. 360; K.J. Kutsch - L. Riemens, Grosses Sängerlexicon (ed. 1997), III, p. 1997; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XIV, pp. 291 s.