LUNA (XXI, p. 650; App. I, p. 806)
Il 4 ottobre 1959 fu lanciato con successo da una località dell'URSS un missile a più stadî che immetteva su un'orbita circumlunare un veicolo spaziale, detto stazione automatica interplanetaria, destinato a riprendere automaticamente, e a ritrasmettere a una stazione terrestre, fotografie della parte di superficie lunare invisibile dalla Terra: le riprese furono effettuate il 7 ottobre e furono poi ricevute a terra.
L'orbita della stazione interplanetaria (detta anche Orbitnik I) era stata calcolata con l'apogeo a circa 480.000 km e il perigeo a circa 47.000 km dal centro della Terra e in modo che la stazione passasse a circa 7.900 km dal centro della Luna. A bordo del veicolo spaziale era disposta, insieme con altri telestrumenti radioelettrici, un'apparecchiatura radiotelefotografica, costituita da una camera da ripresa per pellicola da 35 mm, una sviluppatrice, un analizzatore elettronico a macchia volante (v. televisione, in questa App.), un ricetrasmettitore e un programmatore elettronico. Allorché, il 7 ottobre, la stazione si trovò sulla congiungente Sole-Luna, dall'altra parte della L. rispetto alla Terra (v. fig.), opportuni congegni provvidero a orientarla in modo che la L. si trovasse esattamente nel campo della camera fotografica; questa entrò automaticamente in funzione: la ripresa delle fotografie durò dalle 4h30m alle 5h10m T. U., mentre la stazione si trovava a una distanza fra 65.200 e 68.400 km dal centro della Luna. La pellicola fu poi automaticamente sviluppata e immessa nell'analizzatore elettronico. In seguito a un comando inviato dalla stazione terrestre, quest'ultimo iniziò l'analisi dei fotogrammi; i segnali di analisi radiotrasmessi verso la Terra, furono quivi ricomposti in immagini fotografiche a mezzo di un opportuno ricevitore fototelegrafico. La finezza dell'analisi fu di circa 100 linee per fotogramma; la trasmissione delle immagini fu effettuata da varie distanze, sino a un massimo di 470.000 km dalla Terra.
La felice scelta del momento e delle condizioni della ripresa fotografica ha consentito di fotografare la maggior parte dell'emisfero lunare invisibile e una parte dell'emisfero già noto. Numerose e ben definite formazioni (crateri, catene montuose, "mari") sono state riconosciute nell'analisi delle numerose fotografie riprese dalla stazione; nella tav. f. t. sono indicate alcune di queste formazioni, con le denominazioni proposte (marzo 1960) dall'Accademia delle Scienze dell'URSS.
Sulla base degli studî preliminari sinora compiuti sembra che nel complesso le zone montuose prevalgano sui "mari" anche sull'emisfero invisibile della Luna. Tra le formazioni maggiori è la catena dei Monti Sovietici, che inizia a S-SE del mare di Humboldt, presso il margine occidentale dell'emisfero invisibile ed è lunga più di 2.000 km, estendendosi oltre l'equatore; al di là di questa catena pare che si estenda un enorme massiccio continentale. Tra + 20° e + 30° di latitudine e + 140° e + 160° di longitudine è situato un mare (mare di Mosca) del diametro di circa 300 km; a − 30° di latitudine e + 130° di longitudine è nettamente visibile un grande cratere, del diametro di oltre 100 km, con pinnacolo centrale (cratere di Tsiolkovsky). Vedi tav. f. t.
Bibl.: Le vol de l'"Orbitnik". Rapport Officiel de l'Académie des Sciences de l'U.R.S.S., Milano e Roma, maggio 1960.