luogo (nel Fiore, anche il plur. luogora; Loco, col plur. lochi)
Per quanto riguarda la Commedia, " la forma loco è esclusiva soltanto in rima (ad es. Inf. I 61...), ma all'interno del verso possono verificarsi eccezioni... prevalentemente la forma scempia, tranne casi particolarmente indicativi perché consigliati da una larga attestazione dei codici a favore del dittongamento " (Petrocchi, Introduzione 427). Stilisticamente è da notare lo scarso rilievo del termine nell'uso - abbastanza frequente - di in questo (in quel) l. ' per " qui ", " li ", con riferimento a un 1. di cui si è appena parlato (cfr. per es. If XVIII 19, Vn V 2, Pd XXI 121, ecc.), e l'uso del sostantivo, senza determinazione alcuna, nel senso di " questo luogo ", " il luogo di cui stiamo parlando " (Pg XIV 39, ecc.).
Prevale l'uso proprio, anche nel senso più ristretto di " zona limitata ", " punto ", o " spazio ", con riferimento sia al mondo terreno che a quello ultraterreno.
Sporadico l'uso assoluto, senza determinazione alcuna, del sostantivo (Cv II IV 7 nomi... rimasi... per sopranomi a lochi e antichi edifici; Fiore C 11 i' non fui unquanche conosciuto / in luogo, tanto vi potesse usare, " per quanto lo frequentassi "). Esso è in genere accompagnato da un aggettivo (talora predicativo) o da una proposizione (relativa) o da un complemento, sì da non rimanere quasi mai nell'assoluta genericità, ma da essere per lo meno in qualche modo circoscritto; oppure, potendo equivalere il semplice l. a " questo (o quel) luogo ", come si è detto, è il contesto che fornisce la precisazione: affermando che vertù... si fuga / da tutti... per sventura / del luogo (Pg XIV 39), Guido del Duca allude alla valle dell'Arno, di cui sta appunto parlando; così anche in If XVI 17 il foco che saetta la natura del loco, il girone dei violenti; XX 92 (la località ove sorse Mantova, cui allude anche il v. 89); Pg II 53 (con il riferimento all'Antipurgatorio che è anche al v. 62). Il loco di If IX 115 indica le zone di Arles e di Pola; in Pg IX 26 altro loco implica il complemento ‛ che non sia il monte Ida '.
Con riferimento al mondo terreno, senza possibilità di una determinazione precisa: io era in luogo dal quale vedea la mia beatitudine (Vn V 1; v. anche § 2, XXII 4 e 5, XXIV 8 10); Non trovo... loco che dal suo viso m'asconda (Rime CIII 15, e anche LVII 15, XC 44, CXVI 40); Rime XCIX 6 luogo di romor o da giullare, " luoghi di subbugli o adatti a giuochi di giullari ", Barbi-Pernicone; Cv III IX 16 lunga riposanza in luoghi oscuri e freddi; Fiore LV 10 non andar in luogo ov'ella sia; LXVI 7, LXXXVII 11, LXXXVIII 4, XXXIV 2; Vn XXIII 23 45 esser mi parea non so in qual loco, " dove "; Fiore XCIV 8 più che 'n altro luogo [" altrove "] ivi fruttava; CXCVII 13 in nessun luogo; CLXIV 11 a chiesa o vero a ballo o vero a piazza, / in queste cota' luogora sì usa; Detto 155. In contesto metaforico l'occorrenza di Cv IV XXVI 7 (due volte). In senso più limitato: è biasimevole muover la cosa d'un luogo [da un " posto "] dove sia utile, I VIII 9; e I IX 6. Si veda ancora If XVII 100 la navicella esce di loco, dal suo " posto "; Pd XV 16 e XVIII 106; XXVII 102 non so dire / qual [parte] Bëatrice per loco mi scelse. In Vn III 2 ricorsi a lo solingo luogo d'una mia camera, l. ha valore quasi pleonastico.
Altre località sono invece più o meno esattamente determinate o determinabili, come (oltre a quelle già ricordate), i luoghi cólti che si trovano tra Cecina e Corneto (If XIII 9), o lo luogo, ne le coste d'un monte che si chiama Falterona (Cv IV XI 8), o quello dove ‛ peccò ' maestro Adamo, il Casentino (If XXX 71). Si veda ancora Cv IV XXVI 11 Enea... lasciò li vecchi Troiani in Cicilia... e quando ammaestrò in questo luogo [" qui "] Ascanio...; Rime XCVI 7 (con allusione a Firenze, secondo il Corbellini, al Casentino secondo il Torraca: cfr. la nota del Contini introduttiva al sonetto); Pd XVI 40, dove Cacciaguida indica un punto ben preciso di Firenze (il loco / dove si truova pria l'ultimo sesto / da quei che corre il vostro annüal gioco), XI 52 e XXI 121, / f XX 67, Pg XIV 33 (i pochi luoghi alludono a pochi " punti " della catena appenninica), Cv IV VI 14. Il loco santo / u' siede il successor del maggior Piero (If II 23) è Roma, mentre il santo loco di Pd IV 81 è il monastero.
Il sostantivo è usato anche a designare la patria, vista affettivamente come il natio loco (lf XIV 1), il loco... più caro (Pd XVII 110), o semplicemente come " luogo d'origine " (il loco ond'io fui, Pg VII 18; cfr. anche XIII 105 e XXIV 79, If III 104, Cv I I 4) e " sede ", anche in riferimento al mondo non umano: le corpora simplici hanno amore... a lo luogo proprio... Le corpora composte prima... hanno amore a lo luogo dove la loro generazione è ordinata, Cv III III 2 e 3; così ai §§ 4, 5 (detto degli animali bruti), 6 (due volte), e V 5: v. GENERARE; generazione. Anche con allusione agli spiriti del viso: Amore volea stare nel loro nobilissimo luogo per vedere la mirabile donna, sicché essi si lamentavano forte e diceano: " Se questi non ci infolgorasse così fuori del nostro luogo... " (Vn XIV 5 e 6; v. anche XI 2).
Ancora accompagnato da qualche elemento determinante, l. indica l'Inferno, il loco etterno e d'ogne luce muto (If I 114, V 28), quello ov'i' t'ho detto / che tu vedrai le genti dolorose (III 16; anche al plurale: luoghi bui, XVI 82 e XXIV 141; luoghi tristi, Pg VIII 59; e anche senza determinativi: Tu sai che 'l loco [" questo luogo "] è tondo, If XIV 124).
In senso più limitato, con riferimento a una zona circoscritta della voragine infernale: dimmi chi tu se' che 'n si dolente / loco se' messo, cioè nel cerchio dei golosi (If VI 47); Oh sovra tutte mal creata plebe / che stai nel loco onde parlare è duro, cioè nel più basso loco e... più oscuro, nel cerchio di Giuda (XXXII 14 e IX 28; v. anche V 10, X 24, XVIII 59; XVI 28); Luogo è in inferno detto Malebolge, XVIII 1. E ancora: XII 1 Era lo loco [il " punto "] ov'a scender la riva / venimmo, alpestro; XVI 1 Già era in loco onde s'udia 'l rimbombo / de l'acqua; IV 6, XVIII 19, XXI 24, XXII 102, XXIX 37 (infino al loco primo / che de lo scoglio l'alta valle mostra, fino " al principio del ponticello donde... ", Casini-Barbi), XXXI 15, XXXIV 127, sempre nel significato di " punto " (così il loco scemo [XVII 36], dove si apre il burrato [v. 114] per cui si scende in Malebolge). Il loco selvaggio è la selva selvaggia e aspra e forte (If I 93 e 5; anche I 61); quello non tristo di martiri, / ma di tenebre solo è il Limbo (Pg VII 28; v. anche If IV 72 e, nel senso di " punto ", v. 116). Alla determinazione spaziale può aggiungersi forse anche quella temporale, in If XXXIV 20 Ecco Dite... ed ecco il loco [il " luogo " e il " momento "] / ove convien che di fortezza t'armi.
Piuttosto generiche le occorrenze relative al Purgatorio, sempre nel valore di " zona ristretta ", " punto " (Loco certo non c'è posto, Pg VII 40; surse... del loco ove pria stava, VI 73; così anche IX 8, X 70, XX 5; ma questo loco [XXV 118] allude alle fiamme del girone dei lussuriosi), se si esclude il preciso riferimento all'Antipurgatorio (II 82, già ricordato) o quello al Paradiso terrestre, il luogo eletto / a l'umana natura per suo nido (XXVIII 77, e cfr. anche i vv. 92 e 141), da Dio fatto per proprio de l'umana spece (Pd I 56-57).
Più precisi invece i riferimenti al Paradiso, visto (con specifica allusione all'Empireo) come la sede di Beatrice - l'ampio loco ove tornar tu ardi, dice Virgilio, riprendendo il loco ove tornar disio di Beatrice stessa (If II 84 e 71; v. anche al v. 101 e Vn XXXI 11 31 l'anima gentile [di Beatrice] / ... èssi gloriosa in loco degno) - o di s. Bernardo (Pd XXXI 66 e XXXII 101), o di quella somma Deitade che sola [sé] compiutamente vede (Cv II III 10, due volte). Più generica l'occorrenza di Pd III 65, dove il termine si arricchisce del valore di " condizione ": disiderate voi più alto loco / per più vedere e per più farvi amici? Allusione generica anche nelle parole della pargoletta, che dichiara di esser venuta per mostrare altrui / de le bellezze del loco ond'io fui. / I' fui del cielo... (Rime LXXXVII 3).
In un capitolo del Convivio il sostantivo, nel senso proprio di " località ", " punto ", ricorre più volte nel corso di una dimostrazione scientifica: credo che da Roma a questo luogo [nel mare Oceano, prima indicato]... sia spazio quasi di dumila secento miglia... Imaginando... in questo luogo ch'io dissi sia una cittade... (III V 9 e 10); Segnati questi tre luoghi sopra questa palla... (§ 13; cfr. anche i §§ 17, 19 e 20). Analogamente si veda II XIV 5 e 16 (due volte). In III V 12 è ricordata la teoria d'Alberto de la Magna nel libro de la Natura de' luoghi (il De Natura locorum).
Nel senso più ampio di " spazio etereo ", il sostantivo si trova adoperato in una " perifrasi... riferibile non a tutta l'opera della creazione, ma soltanto a quella dei cieli " (quanto per mente e per loco' si gira, Pd X 4; cfr. Petrocchi, ad l., anche per la lezione), e in Cv II III 11 esso non è in luogo ma formato fu solo ne la prima Mente, definizione dell'Empireo analoga a quella di Pd XXII 67 (l'ultima spera che non è in loco e non s'impola: " in loco: alla latina; espressione di tono tecnico. Vuol dire: non suscettibile di determinazioni spaziali e temporali connesse al movimento ", Mattalia). " Spazio aereo " è quello che circunscrive l'anima appena caduta a l'una de le rive (Pg XXV 88), dando inizio a quel processo che porterà alla formazione dell'ombra.
Sulla base di una testimonianza, dell'Ottimo e del Bambaglioli, il Pagliaro ritiene che in If XIX 18 que' [fori]... / fatti per loco d'i battezzatori, l. non possa " significare altro se non ‛ spazio vuoto, cavità ' ", rifiutando l'interpretazione del Vandelli (secondo cui per loco equivarrebbe a " invece di "), e sostenendo la sua ipotesi con il sussidio di If V 2 giù nel secondo, che men loco cinghia, " che è palesemente da intendere: ‛ nel secondo cerchio che ricinge uno spazio minore, che ha una capacità minore '. L'uso di luogo come ‛ spazio, spazio vuoto '... è già del latino... " (Ulisse 307-308). A queste occorrenze si potrà accostare quella di If XXXIV 125 per fuggir lui [Lucifero, nella sua caduta dal cielo] lasciò qui loco vòto / quella [terra] ch'appar di qua. Si veda ancora If XVIII 110 Lo fondo [della bolgia] è cupo sì, che non ci basta / loco [" non c'è spazio sufficiente ", Chimenz] a veder santa montare al dosso / de l'arco, e Pd XIX 135, in un contesto che si avvicina al figurato: la sua scrittura fian lettere mozze, / che noteranno molto in pareo loco, " in modico spatio chartae " (Benvenuto).
Più di una volta ricorre l'espressione ‛ tempo e l. ', talvolta al limite del figurato: Poi che la fiamma fu venuta... / dove parve al mio duca tempo e loco..., If XXVI 77; Virgilio prese di tempo e loco poste per ‛ appigliarsi ' al vello di Lucifero (XXXIV 71); e così Cv II I 15 e IV XXVII 12 la larghezza [" generosità "] vuole essere a luogo e a tempo; Rime CII 47 chiamo [" invoco "] di notte e di luce, / solo per lei servire, e luogo e tempo. Si aggiunga (ma con altro significato) il già citato If III 104.
Sono definiti l. anche alcune " parti " del corpo umano, in particolare li occhi e la bocca, che ne la faccia sono i due luoghi in cui massimamente... opera l'anima, e che quindi si possono appellare balconi dell'anima (Cv III VIII 8 [tre volte] e 9); li occhi e il riso sono il loco proprio di Amore (Cv III Amor che ne la mente 58, commentato in III VIII 13 e XV 2; e ancora, in Rime XCI 22, gli occhi del poeta sono il loco dove [quelli della donna] Amor lasciaro). Le tre facce di Lucifero si congiungono sulla sommità del capo, al loco de la cresta (If XXXIV 42); la spalla è il loco... dov'omo affibbia 'l manto (XXXI 66), il cuore lo perfetto loco onde si preme il sangue che concorrerà alla formazione di un nuovo essere (Pg XXV 48). Il loco... a la divina natura... contrario è il corpo, contrapposto alla celestiale anima (Cv IV XXI 9, in traduzione da Cic. Senect. XXI 77).
Alla mente si riferiscono i passi di Cv III II 2 e 10, e III 1, a commento del primo verso della canzone che apre il trattato.
Alcuni casi si possono considerare ambivalenti del senso proprio e del figurato, talvolta più vicini a quest'ultimo: l'apostolo Matteo fu sortito / al loco [" al posto " e " nelle funzioni "] che perdé l'anima ria, Giuda (If XIX 96), e s. Pietro si scaglia con particolare violenza contro quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, / il luogo mio, il luogo mio [" cioè la mia sedia papale e l'officio mio ", Buti] che vaca / ne la presenza del Figliuol di Dio (Pd XXVII 22 e 23; cfr. anche Cv IV XXIV 18 e, ancora con il verbo ‛ tenere ', I II 1 tengo luogo di quelli, cioè dei sergenti; per il sintagma, v. oltre). Analogamente, quando D. dice che dal fummo del girone degl'iracondi non era loco da cansarsi, vuol alludere alla mancanza di " spazio ", ma anche di " possibilità " di evitarlo (Pg XV 144, per cui il Tommaseo ricorda Is. 14, 31 " ab aquilone... fumus veniet, / et non est qui effugiet agmen eius ". Nettamente di " possibilità " Si tratta in Pd XXIII 86).
In altri casi il termine è in contesti decisamente metaforici: al suo nome il mio disire / apparecchiava grazïoso loco, Pg XXVI 138; Non tener pur ad un loco la mente, occupata a guardare una sola cosa, e quindi a considerare una sola questione (X 46); io vado / per questo loco [" per la via di questo mio ragionamento ", Scartazzini-Vandelli] al vero, Pd II 125. Anche nel Fiore, dove la Vecchia ammonisce: L'un [degli amanti] dice che 'n un sol luogo il tu' cuore / tu metta... / In nulla guisa, figlia, vo'... / che 'l tu' cor metti in un sol loco; / ma, se mi credi, in più luoghi lo larga (CLVI 5, 10 e 11; la stessa espressione in Detto 451; ‛ ficcare il cuore in un l. ', in Fiore CLXIII 6). Con diversa metafora: XXII 11 Gran luogo [" grande autorità ", Petronio] avete in Lombardia e 'n Toscana, e CXLIV 11, dove l. vale " condizione ". Meno chiaro il passo di LVIII 11 Ver è ch'alcuna [donna] si mette a donare; / ma ella s'è ben prima proveduta / ch'ella 'l darà in luogo da doppiare, che il Petronio spiega: " è vero che qualcuna si dà a donare, ma ha fatto prima bene i suoi conti, sicché dà doni solo a persone da cui li riceverà raddoppiati. Luogo era comune per: persona... ".
Il sintagma ‛ in l. di ' è nella comune accezione di " invece di ": le ricchezze in loco di saziamento... danno... sete di casso... intollerabile; e in loco di bastanza recano... maggiore quantitade a desiderio, Cv IV XII 5; Alberto della Scala ha posto suo figlio in loco di... pastor vero, facendolo nominare illegalmente abate di San Zeno (Pg XVIII 126; v. anche gli esempi già citati, in cui l. vale " funzione ", " ufficio "). Si aggiunga Fiore CCXIX 10 apportaro, f en luogo di relique e di messale, / brandoni e archi e saette. Fra i sintagmi che il sostantivo forma con verbi, il più frequente è ‛ aver l.' (spesso con soggetti astratti), nel senso di " esserci ", " trovarsi " (o " effettuarsi ", " riuscire ", come Barbi-Maggini interpretano l'espressione in Rime L 68 poco tempo omai / puote aver luogo quel per che tu [canzone] vai): If XXI 48 Qui non ha loco il Santo Volto!, e Pd XXV 123 (anche Detto 156, in rima col verso precedente: andarne dritto al luogo / là dove Envia ha lluogo); Cv IV XXII 10 se volesse chiamare animo l'appetito sensitivo, qui non ha luogo, " non trova posto " (Busnelli-Vandelli), e XIII 5; Pd XXIV 81 non lì [in terra] avria luogo ingegno di sofista, " quasi dicat... non oporteret uti sophisticis argumentationibus ", Benvenuto. E ancora, quasi sempre in contesti metaforici: Vn XXVIII 3 però che molte volte lo numero del nove ha preso luogo tra le parole dinanzi... e ne la sua [di Beatrice] partita cotale numero pare che avesse molto luogo [" ricorresse spesso ", e quindi " avesse molta importanza "]... convenesi di dire... alcuna cosa... Onde... dicerò come ebbe luogo ne la sua partita; Cv II II 1 quella gentile donna... prese luogo... ne la mia mente; Pg XXII 23 come poté trovar dentro al tuo seno / loco avarizia...?; Cv I II 1 e IV XXIV 8, già ricordati (‛ tener l. '). ‛ Dar l. ' significa " far posto ", in Pg XXVI 133 (v. pure la nota del Petrocchi) e anche in V 25 i' non dava loco / per lo mio corpo al trapassar d'i raggi; qui si affaccia anche una sfumatura del senso di " possibilità ", che è esclusivo nel passo di XXXIII 7 l'altre vergini dier loco a lei / di dir.
Infine, l. si trova nell'accezione, anche comune, di " passo di un'opera letteraria ": dell'alta... tragedia virgiliana (If XX 113), o di una canzone del Convivio (III II 19) o di altre opere (II 15, IV VIII 3). Si aggiunga Pd VII 122 per empierti bene ogne disio, / ritorno a dichiararti in alcun loco, a darti chiarimenti su qualche " punto " della mia dimostrazione.