LUPPOLO (fr. houblon; sp. lúpulo; ted. Hopfen; ingl. hop)
Pianta perenne, erbacea, rampicante, della famiglia Urticacee-Cannaboidee. Il genere Humulus (Linneo, 1737) comprende oltre a Humulus lupulus L. anche un'altra specie, H. japonicus Sieb. et Zucc. della Cina, Giappone, e isole adiacenti, coltivata nei giardini per il suo rapido accrescimento.
Il luppolo è dioico: i suoi rami destrogiri avvolti a sostegni possono raggiungere 3-10 m. di lunghezza. Le foglie opposte, palmato-lobate a 3-5 lobi acuminati e dentati sono aspre al tatto; i fiori staminiferi con perianzio monoclamide, pentamero, bianco verdastro hanno 5 stami e sono riuniti in grappoli di cime; i fiori pistilliferi formano amenti raccorciati (coni) fatti da brattee cuoriformi fogliacee, embricate, verdastre, che portano all'ascella 2-6 fiori bratteolati costituiti dal solo ovario con due stili. Sulle brattee si trovano numerose ghiandole secretrici pluricellulari, che contengono la luppolina; il frutto è un achenio. Questa pianta è frequente nei luoghi umidi ombrosi dell'Europa, Caucaso e Siberia e in talune regioni è coltivata estesamente.
Coltura. - La zona di coltura è compresa fra 46° e 60° lat. N., questa pianta preferisce un clima temperato e si sviluppa bene quando il mese d'agosto è caldo. Le località più adatte sono le vallate larghe, aereate, non troppo esposte ai venti, fresche per presenza di corsi d'acqua, ma non troppo umide. Il terreno deve essere profondamente lavorato (80-90 cm.) per facilitare l'affondamento delle radici ed è buono quello calcareo con 30-40% d'argilla.
Si moltiplica per polloni messi nel terreno in aprile in numero di 2500-6400 per ha. ma il numero migliore è di 3000: la piantagione si fa in linee dirette da N. a S. o da E. a O. in modo che le piante da svilupparsi abbiano tutte uguale distribuzione di sole e d'ombra. E poiché è rampicante bisogna fornire alla pianta sostegni fatti da pertiche per lo più di legno di pino o da fili di ferro: ora si preferiscono questi ultimi, perché non richiedono manutenzione e non ospitano parassiti animali e vegetali. A ogni pianta conviene lasciare un limitato numero di sarmenti, perché questi crescano più vigorosi e fioriscano con abbondanza. Non bisogna eccedere con i concimi azotati che predispongono il luppolo a malattie.
Raccolta. - Si raccolgono i coni quando il verde delle brattee volge al giallo, appena all'inizio di appassimento; si debbono raccogliere a mano, scegliendoli e separando quelli malati o abortiti. Si procede poi all'essiccamento, che può essere fatto all'aria aperta o nei magazzini, o in speciali essiccatoi a calore artificiale; quindi il prodotto, poiché è facile che ammuffisca o sia alterato da fermentazioni enzimatiche, viene solforato o conservato in frigoriferi a 2-3°.
Produzione. - Il rendimento del luppolo varia con le regioni, le condizioni climatologiche e le diverse varietà. In Boemia i luppoli verdi di Dauba forniscono 300-1250 kg. per ha., mentre quelli rossi di Saaz non dànno mai più di 200-875 kg. a seconda che l'annata sia buona o cattiva. Il luppolo perde con l'essiccazione circa 2/3 del peso. La prima e finora unica coltivazione industriale di luppolo in Italia è stata fatta fin dal 1927 dal dott. Militone Moretti nella sua azienda agraria di Piegaro (Perugia): la superficie è di 4 ha. su cui sono state messe 12.000 piante delle migliori varietà di Saaz e di Spalt da cui si ricava una media di kg.1-1,500 di coni freschi per piede, pari a kg. 0,300-0,500 di prodotto secco. Le analisi chimiche e organolettiche hanno dimostrato che il luppolo italiano è eccellente, pari se non migliore di quello ottimo boemo e le prove industriali sono riuscite soddisfacenti sotto ogni aspetto.
Malattie e cause nemiche. - Sono avverse alle colture di luppolo le gelate, le nebbie, la grandine, i forti venti, la siccità prolungata (che si può combattere con le irrigazioni) e l'umidità eccessiva. Fra gl'insetti si ricordano: l'Aphis humuli, il Tetranichus telarius e l'altide o pulce del luppolo, che in realtà è un coleottero; tra i funghi, la Sphaerotheca Castagnei e la Fumago salicina. Bisogna evitare la fecondazione dei coni, che altera la luppolina e conseguentemente modifica il gusto della birra, e questo si ottiene distruggendo con cura tutti gl'individui staminiferi.
Usi. - Il luppolo serve per aromatizzare la birra perché contiene in speciali ghiandole pluricellulari la luppolina. Questa, sotto il nome di glandulae lupuli, è anche medicinale: ha l'aspetto d'una polvere brunogiallastra con odore aromatico gradevole e sapore amaro aromatico. Al microscopio si mostra sotto forma di masse coniche o tondeggianti formate da cellule secretrici disposte a coppa e in esse, ravvolte dalla cuticola, è raccolto il prodotto di secrezione che è una resina giallobrunastra. Contiene 1-3% di olio etereo, 55% di resina, 10% di sostanza amara, 5% di tannino oltre a colina, ad asparagina e ad un alcaloide narcotico (opeina). La luppolina si usa in alcune malattie dell'apparato urogenitale, nelle affezioni gastrointestinali come sedativo, ipnotico, narcotico, diuretico.
Le fibre liberiane del fusto in Russia, Svezia, Norvegia, ecc., si usano a scopo tessile per farne corde, lenze, sacchi, ecc. I giovani germogli, di sapore gradevole aromatico, vengono mangiati, anche in Italia, come gli asparagi: sono migliori quelli della forma selvatica.
Il luppolo era conosciuto in Germania fin dal sec. VIII: è ricordato nel Polyptychus d'Irminone, opera dei primi anni del sec. IX, e nelle opere della badessa Ildegarda e di Alberto Magno, ma la sua coltivazione risale solo al secolo XIII. Attualmente se ne coltivano nel mondo ha. 150.000 con una produzione annua di quintali 900.000.