Pick, Lupu
Attore e regista cinematografico, nato a Jassy (Romania) il 2 gennaio 1886, da padre austriaco e madre romena e morto a Berlino il 7 marzo 1931. Attivo nel cinema tedesco, fu l'iniziatore, con lo sceneggiatore Carl Mayer, del Kammerspielfilm, genere caratterizzato da storie di un realismo minuto, rivissute in chiave di tragedia e basate su un incalzante ritmo narrativo, in cui offrì le sue prove migliori.
Figlio di un commerciante, a dieci anni si trasferì a Berlino dove, dopo aver compiuto studi con l'intento di continuare l'attività del padre, iniziò a recitare in teatro, ottenendo una serie di ingaggi in varie compagnie (Schillertheater ad Altona/Hamburg; Kleines Theater a Berlino). Nel 1915 si accostò al cinema entrando a far parte dell'entourage di Richard Oswald, per il quale, tra l'altro, interpretò il primo Aufklärungsfilm, film di educazione sessuale, il celebre Es werde Licht! (1917, da un'idea e sceneggiatura dello stesso P.). Il cinema lo assorbì completamente e per la Rex Film, la casa di produzione di cui era stato cofondatore nel 1918, esordì come sceneggiatore e regista, in lavori di genere e Aufklärungsfilme ‒ tra cui Tötet nicht mehr!/Misericordia ‒ Tötet nicht mehr! (1919; Misericordia) contro la pena di morte ‒ in cui affinò le sue facoltà di narratore. La breve ma intensa collaborazione con C. Mayer doveva segnare una svolta: P. mise in scena sia la commedia Der Dummkopf (1921) di cui fu anche l'interprete, sia un film sulla scia del 'caligarismo', Grausige Nächte (1921), ma soprattutto due Kammerspielfilme iscritti nella storia del cinema: Scherben (1921) e Sylvester (1924). I pochi e diversi lavori successivi non eguagliarono però questo fertile momento creativo: né il letterario Das Haus der Lüge/Arme, kleine Hedwig (1926) da Vildanden di H. Ibsen, né Das Panzergewölbe (1926), ennesima avventura del detective Stuart Webb, né la commedia di coproduzione anglo-tedesca A knight in London, noto anche come Eine Nacht in London (1928; Eva in pigiama). Più interessanti sono, invece, le due opere con cui P. chiuse la sua carriera: il film storico Napoleon auf St. Helena (1929) da una sceneggiatura di Abel Gance e l'unico lavoro con il sonoro, Gassenhauer/Les quatre vagabonds (1931) in doppia versione tedesca e francese, storia dell'ascesa di un gruppo di cantanti ambulanti in cui debuttò il futuro regista Wolfgang Staudte.
Non vi è dubbio che fu il decisivo incontro con C. Mayer a sollevare le sorti di un regista avviato sul sentiero di un artigianato sicuro ma certo non memorabile. Portato a un certo eclettismo anche dall'attività di produttore e di attore, P. appare un filmmaker perennemente al bivio di generi e di stili narrativi, che sulla base dei manoscritti del grande sceneggiatore austriaco ebbe modo non solo di maturare un'adeguata consapevolezza dei mezzi espressivi del medium, ma soprattutto di giungere alla definizione della poetica del Kammerspielfilm. Appropriandosi in maniera mimetica dei canoni teatrali aristotelici, interessato ai drammi della piccola gente, P. riuscì a creare una scrittura scenica minimalista, fatta di un plot privo di didascalie, di una scenografia essenziale (ma significativa) e di una recitazione tendenzialmente più allusiva che grottesca. Se Sylvester, in cui "la durata coincide con quella reale dell'azione" (B. Eisenschitz, Le cinéma allemand, 1999; trad. it. 2001, p. 39), è opera esemplare 'di confine', già al crocevia del grande melodramma europeo, che chiude una parabola stilistica, è proprio Scherben a restare un luminoso esempio della purezza del Kammerspielfilm ‒ attraverso un racconto che per la sua linearità ed essenzialità (e nello sfiorare il sentimentalismo), rappresenta un piccolo miracolo quasi inimitabile e inimitato.